Alessandra Mangiarotti, Corriere della Sera 24/08/2012, 24 agosto 2012
DIECI ORE AL GIORNO A TAGLIARE L’ERBA. QUANDO L’HOBBY E’ UN’OSSESSIONE
Quando al dottor Chisholm Ogg è stato assegnato il titolo di proprietario del miglior giardino del Regno Unito nessuno s’è sorpreso. Oltre a tagliare religiosamente il suo prato con una falciatrice del 1960 ereditata dalla madre, ha tagliato anche tutto il resto: al suo hobby — ha rivelato l’ex nefrologo al Daily Mail dal suo cottage di Long Wittenham, Oxfordshire — dedica infatti fino a dieci ore al giorno. Passatempo o passione, oppure mania che sconfina nell’ossessione? Giardinaggio, micologia, modellismo, pesca, collezionismo (son le sue infinite declinazioni: di francobolli, cartoline, fumetti manga...). Ognuno ha il suo. Hobby, s’intende. E ciascuno ha anche il suo personalissimo confine oltre il quale il passatempo si trasforma in altro. Entra dentro e diventa totalizzante.
Matteo Marzotto svela il suo hobby con il fiato corto: «Sport, che fa faticare. In questo caso la bicicletta: arrivo da 140 chilometri in sella. E che dire? La mia è una mania piacevole, spremere ogni goccia di me per superare un nuovo limite». Sia chiaro: «Il tutto rimane nella sfera dell’hobby, ma quando mi rendo conto che sto sbordando, beh, faccio ricorso all’equilibrio», dice l’imprenditore. E si spiega: «Del mio hobby mi piace la componente fisica. A volte però la testa idealizza e il fisico non la segue. Ecco, è qui che entra in gioco l’equilibrio, ma non sono tanto sicuro di questa risposta. Diciamo che è qui che l’altolà di un amico che vede più lontano di te è prezioso».
Poco o niente sapevano gli amici della «mania» di Jack Kerouac: ossessionato di sport, da tifoso di baseball ha inventato il Fantacalcio dei lanciatori. Patito entomologo Vladimir Nabokov, convinto cacciatore e pescatore Ernest Hemingway. Anche il recordman mondiale di apnea Umberto Pelizzari è malato di pesca, subacquea però. «Malato — ammette —. Hobby da ragazzo, metodo di allenamento durante gli anni delle gare, quando mi sono ritirato ecco la malattia». Con il mare sopra ogni cosa. «Il pesce che diventa come il bufalo per gli indiani: animale sacro da onorare con gli amici». E quei sintomi della malattia: «Tua moglie che ti dice "a cosa stai pensando?" conoscendo già la risposta, i video di pesca che scalzano i libri, le ore passate con gli amici a parlare di attrezzature». L’unico modo per non permettere di non arrivare all’ossessione: «Ricordarsi che c’è altro, perché si degenera solo quando manca qualcosa o si vuole dimostrare qualcosa».
Forse quello che mancava all’imprenditore Arturo Artom nella sua vita da collezionista accanito erano le relazioni: «Forse — realizza lui —. I francobolli da ragazzo, l’aeromodellismo da giovane, i razzi spaziali da uomo: erano il mio mondo. Poi sono arrivati i miei gemelli ed è iniziata una nuova fase che mi ha spinto verso gli altri e ora verso il volontariato a cui dedico l’80% del mio tempo libero». La fortuna di Eraldo Baldini è invece riuscire a vivere di quello che un tempo è stato un hobby: scrivere. Ma tra un libro e l’altro, dedica tutto il tempo libero alla sua seconda passione: «Collezionare cartoline e stampe d’epoca: un’attività semplice che richiede ordine, forse un contraltare alla creatività. Forse». Internet ha preso il posto dei mercatini: «Non rubo tempo alla famiglia perché il mio è l’hobby di un solitario ma lì va a finire buona parte delle mie spese voluttuarie». Che poi però rientrano: «Perché non sono un collezionista che non riesce a staccarsi dai suoi tesori, finita una collezione la vendo a un museo». Sta qui il confine tra hobby e ossessione? «Il confine sta dentro ogni singolo, ma credo che solo le persone che non hanno nient’altro rischiano di superarlo». Lo psichiatra Raffaele Morelli pone quindi uno spartiacque che vale per tutti: «L’hobby resta tale finché libera il cervello e non ci ingabbia in un’idea di perfezione o in un modo per dimostrare qualcosa, quando resta un gioco che come da bambini coinvolge il corpo e fa perdere il senso del tempo». Ma se poi quel gioco diventa tutto: «E porta via spazio alla vita, beh, non si chiama più hobby ma malattia. Va bene tagliare l’erba, purché per farlo non si tagli via tutto il resto».
Alessandra Mangiarotti