Francesco Semprini, la Stampa 3/9/2012, 3 settembre 2012
TUTTA LA GRANDE MELA IN 50 OGGETTI
Cinquanta, numero tondo per definire gli oggetti che hanno reso celebri o che fanno di New York la capitale dell’arte. Ispirata a «Una storia del mondo in cento oggetti», la serie della radio Bbc che ha collezionato 50 oggetti che riescono a identificare New York, «History of the World» è una collezione in serie limitata del Brititsh Museum che vuole definire una storia», dicono i curatori, ma non «la storia di New York».
In sostanza un modo per spiegare la vita della City senza voler imporre un modo di essere. Oggetti del presente e del passato che definiscono un percorso storico senza spazio e senza tempo.
Si parte da una roccia di Manhattan formatasi un miliardo di anni fa e ritrovata in qualche interstizio di Midtown. Fu scoperta nel 1858 durante gli scavi che si stavano facendo nella zona del Queens.
Si prosegue con un testo di legge che decreta la libertà di religione firmato dal direttore generale per l’amministrazione della provicnia olandese, Peter Stuyvesant. E’ stato ritrovato nei pressi di Flushing nel Queens dove oggi si svolgono i campionati di tennis.
La schiavitù è esistita anche nello stato di NewYork almeno sino al 1827 e lo dimostra il fatto che gli archeologi hanno ritrovato oggetti che venivano utilizzati per tenere sotto controllo persone di origine afro-americana.
All’inizio del Diciannovesimo secolo appartiene la cartina del 1811 disegnata da John Randel che per la prima volta nella storia della toponomastica mette nero su bianco la geometria della città di
New York a partire dalla prima avenue sino a finire alla 155esima, ovvero sopra il quartiere di Harlem.
Il ponte di Brooklyn ha aperto i battenti nel 1883 dopo dure battaglie relative ai dazi di passaggio e alle gabelli per il trasporto. Dopo 10 giorni dalla sua apertura, il giorno del 24 maggio è stata istituita una tassa di due centesimi per ogni pecora che veniva tradotta, e dieci centesimi per ogni cavallo o vagone. I dazi furono aboliti nel 1911.
Nel 1830 un newyorkese su dieci era nato all’estero. Nel 1850 la percentuale era aumentata a uno su due. Quando fu aperta la statua della Libertà nel 1886 il numero di persone che venivano da altri continenti era molto più elevato tanto è vero che la chiamarono «La madre di tutti gli esiliati», dal racconto di Emma Lazarus, discendente di quarta generazione di Alexander Hamilton.
Durante la metà del Diciannovesima NewYork era la casa dei tedeschi molto di più di quanto lo fossero le città della Germania. Mercoledì 15 giugno 1904, il General Slocum, un battello per passeri a scopo turistico prese fuoco, a bordo c’erano 1.300 circa passeggeri tedescoamericani, per la maggior parte donne e bambini. Oltre mille persone morirono e le altre si tuffarono in acqua in cerca di aiuto o per salvarsi. I cadaveri furono recuperati sino a due mesi dopo.
Molto dopo che i newyorkesi cominciarono a sentir parlare della Mafia, il boss Ciro Terranova negli anni Trenta importò una nuova incarnazione del potere malavitoso italiano: si trattava del carciofo, importato illegalmente dalla California. E fu così che lo soprannominarono «the Artichoke king».
Nel 1970 il sistema della metropolitana è stato del tutto rivoluzionato ed è stata introdotta la nuova carta gialla con la scritta Metrocard nelle sue mille versioni. Una rivoluzione che ha cambiato il modo di viaggiare nella Grande Mela.
Per chi non vissuto la tragedia appare una follia ma è la realtà, si tratta di una raccolta di polveri e ceneri derivante da plastica e carta, la stessa che quella mattina di martedì 11 settembre del 2001 devastò New York dopo il crollo delle torri, quando la follia omicida di pazzi terroristi fece cambiare il corso del mondo.