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 2012  settembre 03 Lunedì calendario

IL LAVORO

[Chimera occupazione per i giovani 1,5 milioni di posti under 35 in meno] –
VECCHI al lavoro, giovani a casa. Negli ultimi cinque anni il numero degli occupati under 35 è crollato. Parlano le tabelle del-l’Istat. Nel 2007 c’erano oltre sette milioni di ragazzi che, bene o male, riuscivano a sbarcare il lunario. Oggi sono 5,8 milioni. Un tonfo del 20 per cento, che fa quasi un milione e mezzo di giovani lavoratori in meno (1.457.000). È stato il 2011 a segnare la déblace perché ancora un anno fa erano in fabbrica o in ufficio 6 milioni di under 35. Oggi sono scesi a 5 milioni e 876.000mila. Sono a spasso. Tanti sono precari storici, cui non è stato rinnovato il contratto. Molti sono i giovanissimi (15-24 anni), dove il tasso di disoccupazione supera il 33,9%. Una fascia d’età dove pareggiamo la Spagna e ci superano solo Ungheria, Grecia e Turchia. Il risultato è che la maggioranza dei senza lavoro ha meno di 35 anni (51,2%).
Fino a oggi a salvare quella che senza pudore in molti chiamano “generazione perduta”, è stato il welfare familiare, che inizia però a fare acqua (i risparmi di una vita si stanno erodendo), mentre in molti casi anche il posto garantito dei padri inizia a essere a rischio. Ci sono 150 tavoli di negoziato aperti al ministero dello Sviluppo economico e ce ne so-
no altri che non arrivano all’attenzione del governo. Tant’è che tra gli over 34, un milione e 320 mila persone cercano un impiego.
Sono invece i lavoratori tra i 55 e i 64 anni (ma solo i più fortunati) a sostenere l’occupazione. Nel giro di un anno (dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012) sono saliti dell’8%, un rialzo che arriva al 26% se calcolato negli ultimi 5 anni. Un dato che non deve stupire: andando in pensione più tardi non c’è ricambio generazionale.
Non a caso Monti ha deciso di incontrare sindacati e imprenditori per affrontare l’emergenza, mentre il 6 settembre dello stesso tema si parlerà a Bruxelles. È la Commissione Ue a organizzare una due giorni perché il problema risparmia pochi nel Vecchio Continente. In Francia è stata superata la soglia, considerata psicologica, di tre milioni di senza lavoro. Eurostat pochi giorni fa ha lanciato l’allarme: il tasso di disoccupazione ha raggiunto nella Ue a 17 il tasso dell’11,3% a luglio, che sale però al 22,6 tra i giovani. Se l’Europa arranca, non va meglio in tutta l’area Ocse, dove ci sono 45 milioni di senza lavoro, 14 milioni in più rispetto ai livelli pre-crisi. E il futuro è fosco: la Commissione Ue stima che nel 2013 andrà anche peggio.