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 2012  settembre 02 Domenica calendario

FERRI

A cinque anni dalla morte, avvenuta il 3 aprile del 2004, esce l’autobiografia di Gabriella Ferri dal titolo “Sempre” (Jacobelli editore, pagg. 144, € 25). Disegni, poesie, appunti selezionati in modo ragionato per raccontare le molte facce di questa grande artista e fotografarne davvero l’anima. Un volume elegante, di grande formato (cm. 28x28) curato nella grafica e nei contenuti dalla casa editrice Jacobelli, da sempre legata alle arti grafiche, a cura di Pino Strabioli, autore, regista e conduttore che l’ha conosciuta e frequentata. “Non ho fatto altro che ripulire i diari che lei scriveva e dentro ci sono i suoi pensieri, le notti insonni, i risvegli, il suo rapporto con la famiglia, la fede, il mestiere, la vita, la morte - ci racconta Strabioli - ogni pagina racconta la fatica di esistere, la quantità di emozioni che lei viveva sia nella gioia che nel dramma.” Emerge il ritratto sincero di una donna dal carattere sanguigno e passionale, ma anche fragile e sofferente, specialmente dopo la perdita del padre, con il quale Gabriella ha scritto i testi di molte canzoni. “Le mie canzoni avrei voluto tenerle in salvo dal crudele mercato che mette in vendita anche le piccole cose dell’anima, le mie canzoni rendono denaro per mangiare e per mangiare ho scelto di donare quel poco che ho - scrive la Ferri - io credo che l’uomo la poesia la scopre quando si libera dalla gabbia. L’inutile poesia! L’inutile convinzione che le canzoni che canto sono salve dalla tragedia della storia mia.” “Sempre” è il più bell’autoritratto di Gabriella Ferri. Un diario personale magnificamente ricreato sulla stessa carta su cui l’artista disegnava e prendeva appunti, con un ricordo speciale di Renato Zero ed una poesia dedicata a lei da Alda Merini. Nell’introduzione al volume Seva Borzak junior, figlio unico di Gabriella, scrive la testimonianza più toccante: “Quando si parla di Gabriella Ferri si pensa ad alcune delle sue canzoni più famose, si pensa alla musica leggera italiana, si pensa alla grande cantante romana. Io, fin da piccolo invece, ho conosciuto un’altra Gabriella. Una Gabriella Ferri poetessa, pittrice, filosofa, scultrice, mamma. Questa è la Gabriella Ferri che più mi manca. Ho voluto farla conoscere anche a voi, così come l’ho conosciuta io.” Grazie al figlio e al marito Seva Borzak gli oggetti preziosi appartenuti a Gabriella Ferri - dai bracciali ai costumi di scena, dalle dediche a molte tele ad olio da lei disegnate - sono stati messi all’asta poco dopo la sua morte e il ricavato è stato destinato ai bambini disabili di un istituto romano. Perché Gabriella Ferri voleva così e sapeva di essere diversa. Ricordando la sua partecipazione al Festival di Sanremo 1969, con la canzone “Se tu ragazzo mio” cantata in coppia con Stevie Wonder, Gabriella Ferri raccontava spesso: “io ero una mezza pazza, lui era nero e cieco, così siamo arrivati ultimi”. GIANNI LIPRANDI gianni.liprandi@comune.torino.it