C. Per., Il Sole 24 Ore 31/8/2012, 31 agosto 2012
LA «PROFEZIA» NASCOSTA NEGLI STEMMI
Pochi sanno che a Rocca Salimbeni c’è una sala con 44 stemmi alle pareti: uno per ogni presidente di Mps, a cominciare da Lattanzio Finetti arrivato al vertice nel 1625 quando la banca, fondata nel 1472 come Monte Pio, prese l’attuale denominazione Monte dei Paschi in seguito alla garanzia sui depositi concessa dal granduca Ferdinando II di Toscana, che a questo scopo vincolò le rendite dei pascoli demaniali della Maremma (i «Paschi», appunto).
Gli stemmi occupati dai blasoni familiari, o personali, dei presidenti oggi sono 39: l’ultimo è quello di Pier Luigi Fabrizi, in carica dal 1998 al 2006, che raffigura un elmo a visiera chiusa e una cometa bianca in campo azzurro. Il suo predecessore, Luigi Spaventa (a Siena dal 1997 al 1998) ha invece optato per le sole iniziali, "L.S.", al centro dello scudo grigio. E stessa cosa ha fatto Piero Barucci: sigla "P.B." e durata dell’incarico (1983-1990). Già assegnate, ma ancora da occupare, le caselle che competono invece a Giuseppe Mussari (dal 2006 al 2012 a Rocca Salimbeni) e all’attuale leader Alessandro Profumo. Dopo il manager ex UniCredit, le posizioni disponibili nell’antica stanza senese sono soltanto tre.
Come per i Maya, il cui calendario s’interrompe nel 2012 alimentando l’infausta profezia sulla fine del mondo, la sala degli stemmi di Rocca Salimbeni autorizza gli amanti della cabala e dei misteri a pensare che il 44esimo presidente del Monte dei Paschi sarà anche l’ultimo. Non molto, dunque, ma un po’ di tempo c’è. Più di quanto ne resterebbe all’umanità secondo gli sciagurati interpreti dei calcoli Maya.