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 2012  agosto 31 Venerdì calendario

ITALIA IN RECESSIONE ANCHE NEL 2013


L’Italia potrebbe rimanere impantanata nella recessione anche l’anno prossimo. Moody’s ha rivisto in peggio le sue stime per tutta l’area dei paesi del G20 e prevede in particolare per il nostro paese una flessione dell’economia «all’incirca del 2%» nel 2012, mentre nel 2013 la contrazione è stimata tra il -1% e lo zero. Il rischio di «una recessione dell’area dell’euro più forte del previsto» sta aumentando. Causa «condizioni finanziarie tese e aggiustamenti dei conti pubblici» che zavorrano le prospettive di crescita.

Un giudizio, quello dell’agenzia di rating statunitense, che ha contribuito a riaccendere le tensioni sui rendimenti dei bond italiani e spagnoli, assieme ad alcuni dettagli emersi dall’incontro madrileno tra il presidente francese Hollande e il premier spagnolo Rajoy e ad un acuirsi evidente della crisi regionale spagnola.

Il differenziale dei rendimenti tra Btp e Bund si è attestato a quota 444, leggermente sopra il livello di chiusura di mercoledì. Il tasso del decennale è lievitato al 5,77%. Lo spread tra Bonos spagnoli e Bund è salito a 528 punti, contro i 511 della chiusura precedente, con un tasso del 6,61%. Sono stati invece collocati con successo Btp a 5 anni per 2,5 miliardi e Btp decennali per 4 miliardi, con il rendimento sceso per la prima volta sotto al 5% da aprile sui cinquennali.

A far innervosire i mercati la richiesta di aiuti giunta ieri alla Moncloa da altre città e regioni, dopo la Catalogna. Ma anche un nuovo rinvio della richiesta di sostegno alla Ue per le proprie dissestate banche da parte di Mariano Rajoy. Tre giorni fa era stata la volta della Catalogna che ha bisogno di oltre 5 miliardi di euro, ieri sono arrivate le richieste di Valencia che ha chiesto a Madrid ben 3,5 miliardi, mentre le regione Murcia ha bisogno di 300 milioni. Soldi che, se si aggiungeranno richieste di interventi dalle dissestate autonomie iberiche, rischiano di prosciugare presto il fondo di liquidità autonomo dotato di 18 miliardi di euro.

Per le banche, invece, è noto che Rajoy deve fare domanda ufficiale di aiuti alla Ue se vuole accedere ai 100 miliardi di euro messi a disposizione per le sue banche, ma anche se vorrà avere accesso alla possibilità che la Bce ne compri i bond sul mercato secondario e l’Efsf sul primario. Ma dopo il bilaterale con il capo dell’Eliseo, Rajoy ha precisato che «quando si capirà esattamente qual è l’offerta, prenderò una decisione».

Ma ieri un altro tassello si è aggiunto a complicare il quadro. Il membro del comitato esecutivo della Bce Jörg Asmussen ha detto che la richiesta di aiuti alla Ue dovrebbe coinvolgere anche il Fmi. Mentre Spagna e Italia cercano in tutti i modi di ottenere una ridefinizione delle modalità di aiuti più leggere di quelle toccate ai tre paesi europei finiti sotto il monitoraggio della trojka in cambio dei salvataggi (Irlanda, Portogallo e Grecia), il tedesco fa sapere che si augura invece sia più simile agli aiuti versione «pesante».

Ieri il Fmi ha fatto sapere invece di attendere «con impazienza» le decisioni della Bce, come ha detto il portavoce Gerry Rice. Prima del 6 settembre, dunque, quando si riunirà il consiglio direttivo dell’Eurotower, non dovrebbero emergere novità. Ma intanto il Fmi si è detto convinto che «le prospettive del Paese sarebbero migliorate da ulteriori progressi a livello europeo».

Sulle Borse europee le tensioni hanno spinto i principali listini su territorio negativo. Londra ha ceduto lo 0,42%, Parigi l’1,02% e Francoforte l’1,64%, mentre Madrid ha lasciato sul campo l’1,52% e Milano l’1,09%.