Aldo Grasso, Sette 31/8/2012, 31 agosto 2012
LOTTA ALL’EVASIONE NON SOLO NEI TG
[L’appello di Monti perché si eviti di definire “furbo” chi tiene comportamenti riprovevoli doveva essere rivolto a tutto il Servizio pubblico] –
«Darò ai vertici Rai l’amichevole suggerimento di non fare usare più l’aggettivo “furbi” nei servizi dei tg che descrivono la lotta contro l’evasione fiscale». Nel corso dell’annuale Meeting di Cl, Mario Monti ha lanciato un «suggerimento» ai nuovi vertici di Viale Mazzini, invitandoli a non utilizzare più un aggettivo che, usato per definire chi non paga le tasse, in qualche modo strizza l’occhio a chi commette un reato. «Non si possono trasmettere neppure in modo subliminale disvalori che distruggono la società», ha ammonito giustamente il premier.
L’aspetto più comico e insieme più drammatico della vicenda è stata la pronta risposta dei direttori dei tg, quasi fossero dei bambini colti a rubare la marmellata. Quelle di Monti sono «parole sacrosante», ha detto Alberto Maccari, direttore del Tg1. «È giustissimo che anche nella terminologia si usino parole perfettamente coerenti con il concetto che si esprime, anche nella sintesi giornalistica. Pur garantendo assoluta libertà, su questo sono molto severo con i miei colleghi. Condivido pienamente le parole del presidente del Consiglio: chi evade commette un reato e va definito per quello che è».
Pensarci prima, no eh? Il direttore del Tg2, Marcello Masi, ha rilanciato subito su Twitter le parole del presidente del Consiglio sottolineando: «Per troppi anni è stata data un’accezione positiva a chi ha rubato soldi a noi stessi. Per questo l’invito di Monti è rimarchevole e condivisibile: ho già metabolizzato e messo in opera la sua richiesta». Bene, l’importante in Rai è metabolizzare. Adeguarsi e metabolizzare. Bianca Berlinguer del Tg3, come al solito, si è comportata da prima della classe: «Penso che gli evasori non siano furbi, bensì mascalzoni, che costringono chi paga le tasse a pagarle più alte. Quello del premier è un buon suggerimento: certo, la lotta all’evasione spetta al governo e all’Agenzia delle entrate, ma l’informazione ha il compito di evidenziare l’evasione come grave reato sociale». A suo giudizio, dunque, «sensibilizzare forse non serve a sconfiggere l’evasione, ma è certamente importante».
Formazione del giudizio. La verità è che la lotta linguistica agli evasori non andrebbe combattuta solo nei tg ma in tutti i programmi. Anzi, il tg è il luogo meno efficace dal punto di vista persuasivo. Sono le trasmissioni del mattino, i talk, la fiction il vero terreno di battaglia. È opinione condivisa fra gli studiosi che la formazione dei convincimenti e dei giudizi avvenga in tv attraverso programmi che non parlano direttamente di politica o di hard news. Il convincimento (in questo caso trattare l’evasore come un malfattore) è una specie di impulso che si manifesta sottopelle, giorno per giorno, attraverso la messa in scena della quotidianità. È all’intero Servizio pubblico che Monti avrebbe dovuto rivolgersi, non solo ai tg.