Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 31 Venerdì calendario

AL "NEW YORK TIMES" SI PARLA INGLESE

L’americano e l’inglese a cena al quindicesimo piano del palazzo di Manhattan dove c’è il quartiere generale di "The New York Times": Arthur Ochs Sulzberger jr, la cui famiglia possiede il quotidiano più famoso degli Stati Uniti, e Mark Thompson, ormai ex direttore generale della Bbc, radio e televisione pubblica la cui fama ha raggiunto i cinque continenti. Una cena per sancire un patto e sottoscrivere un contratto milionario: l’editore americano ha deciso di nominare il giornalista inglese presidente e amministratore delegato per disegnare, a partire da novembre 2012, il futuro digitale della Old Gray Lady, la signora in grigio che ha avuto una splendida giovinezza e una fantastica maturità, ma che fa fatica a mantenere il suo splendore nell’era digitale, perché nessuno ha ancora trovato la ricetta magica per unire i media classici alle nuove tecnologie.
Non è la prima volta, né sarà l’ultima, che un editore yankee sceglie un giornalista british. Si sa che gli americani non riescono a nascondere una debolezza psicologica di fronte all’accento di chi ha studiato a Oxford, come è il caso di Thompson. Nei media è già accaduto con l’oxfordiana Tina Brown, considerata per tanti anni la madonna pellegrina del giornalismo british negli Usa per i successi con "Vanity Fair" e "The New Yorker" e che tuttora viene ascoltata come un oracolo, anche se oggi il suo profilo è appannato dalla più modeste performance di "Newsweek". Adesso è nata la stella di Thompson, che giovedì 16 agosto ha incontrato il suo nuovo datore di lavoro, Sulzberger junior appunto, e ha firmato un contratto che, solo il primo anno, vale un milione di dollari di stipendio, un altro milione di bonus legato ai risultati e tre milioni di dollari per quello che è stato definito dal quotidiano "The Guardian" il benvenuto d’oro sotto forma di azioni e stock option. I colleghi inglesi di Thompson hanno subito calcolato che le entrate dell’ex Bbc sono aumentate del 511 per cento rispetto allo stipendio della televisione, di poco superiore alle 880 mila sterline.
Thompson porta in dote a Sulzberger il successo della trasformazione digitale della Bbc, che al suo arrivo aveva milioni di sterline di perdite e il cui momento magico è arrivato proprio durante le Olimpiadi, quando, grazie alla piattaforma iPlayer, l’utente Bbc ha potuto scegliere quale gara vedere in diretta tra tutte quelle in corso in quel momento. Una offerta che ha oscurato la potenza di un network come l’americano Nbc, che ha scelto invece di imporre agli spettatori i suoi orari e le gare che decideva valesse la pena di vedere, suscitando molte proteste. Negli otto anni da direttore generale Thompson ha rivoltato la Bbc come un calzino: ha operato tagli dolorosi e molto discussi (seimila posti di lavoro), ha fatto di Bbc World una leva per generare profitti del valore di 1,7 miliardi di sterline, ha introdotto tutte le possibili nuove tecnologie, ma ha sempre ribadito che la rotta dalla quale mai si sarebbe distaccato era l’attenzione verso il prodotto. «La qualità di quello che produciamo e mandiamo in onda è la cosa più importante del nostro lavoro», è stata la premessa offerta ai parlamentari inglesi nelle periodiche audizioni della commissione che segue la televisione pubblica.
Non sarà un’impresa facile, quella del direttore generale uscente della Bbc. Primo perché entra in una azienda che negli ultimi anni ha dovuto indebitarsi con il miliardario americano Carlos Slim (dopo che le banche avevano chiuso il rubinetto del credito) e dimagrire vendendo alcuni gioielli di famiglia (il "Boston Globe", la partecipazione nella squadra di baseball dei Red Sox, la televisione, alcune società digitali) per ripagare il debito ed evitare di andare con i conti in profondo rosso, mentre i dividendi azionari scendevano e il valore in Borsa anche. Secondo perché un conto è ristrutturare e innovare una azienda come la Bbc quando si può contare sulle entrate certe del canone come colonna portante del bilancio, mentre altra storia è generare profitti e trasformare una azienda quotata a Wall Street dovendo contare su due voci - copie vendute e inserzioni pubblicitarie - entrambe in diminuzione. "The New York Times", poi, è davvero a una svolta della sua esistenza , visto che tutte le previsioni indicano come ai primi del 2014 il numero di lettori dell’edizione di carta sarà inferiore a quello dei fruitori dell’edizione digitale.
Perché l’editore Sulzberger abbia scelto Thompson non è noto nei dettagli, visto che si è limitato a un breve comunicato in cui riconosce come sotto la direzione di Thompson «la Bbc è stata un luogo di costante innovazione». Ma forse si ricava qualcosa in più da un passaggio di un comunicato di Thompson quando afferma che il quotidiano americano ha «un futuro potenziale immenso sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo». Il modello sarà Bbc World? Non è un caso che da mesi circoli la voce che il quotidiano Usa voglia aprire una edizione digitale in Cina, mercato dalle vastissime opportunità e dalla complicata gestione operativa.
Di sicuro Thompson è uomo, giornalista e manager dal carattere e dall’azione decise. Cattolico, a scuola dai gesuiti prima di Oxford, moglie, tre figli (due maschi e una femmina), custode attento della sua privacy, chef dilettante, il nuovo amministratore delegato e presidente di "The New York Times" ha passato l’intera vita alla Bbc, con l’esclusione di una parentesi di due anni alla guida di Channel 4. Ha salito tutti i gradini, da ricercatore a direttore del più prestigioso notiziario ("Panorama"), fino alla direzione generale, ottenuta con il consenso bipartisan del Parlamento. Thompson ha sempre affrontato a viso aperto i momenti critici della televisione pubblica: dalla guida della commissione di inchiesta sulle coperture date alla guerra in Iraq alla lettera di scusa sulla prima pagina del "Daily Mail" per la cultura maschilista che ha sempre impregnato i rapporti interni; dalle polemiche per un incontro a Tel Aviv con l’allora premier Ariel Sharon seguito da un ammorbidimento delle critiche a Israele alla difesa della libertà di espressione seguita alla messa in onda di "Jerry Springer: The Opera", portata in tribunale per blasfemia. Fino all’invito in trasmissione di Nick Griffin, il segretario del partito di estrema destra Bnp, in seguito al quale disse «solo il Parlamento può decidere una censura».
Ma tutto ciò fa parte del passato, visto che sta per lasciare gli uffici di Auntie Beeb, zietta Beeb, come è soprannominata la Bbc, per prendere possesso di una stanza nel palazzo della Old Gray Lady, a due passi da Broadway. E Thompson, uomo senza complessi, sbarcherà nella Grande Mela probabilmente canticchiando il ritornello che Sting ha scritto per "English Man in New York": «Non bevo caffè ma solo té, mio caro / mi piace il pane tostato solo da un lato / puoi sentire tutto ciò dal mio accento / sono uno straniero, uno straniero in regola / sono un inglese a New York».