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 2012  agosto 31 Venerdì calendario

UNA LEZIONE PARLAMENTARE A MONTI

Nelle cronache della visita di Mario Monti mercoledì a Berlino, sono rimaste poche righe per l’incontro tra il professore e Norbert Lammert. «Incidente chiuso», ha dichiarato il presidente del Bundestag. Lui e i suoi deputati si erano irritati, quando il nostro premier in un’intervista a Der Spiegel, a metà agosto, aveva esortato Angela Merkel ad agire con più decisione, senza curarsi del parlamento.

Per questione di spazio, è rimasto fuori il «come».

Lammert, 64 anni, cristianodemocratico, al suo terzo mandato come presidente, ha condotto il nostro premier in una breve visita turistica sulla cupola del Reichstag, quella che compiono migliaia di turisti italiani, dopo un’attesa di un paio d’ore nei giorni di punta. L’architetto britannico Norman Foster ha costruito nel 1999 una cupola di cristallo, quasi a esorcizzare il palazzo, simbolo degli eventi più tragici del XX secolo, dalla rivolta che costrinse il Kaiser Guglielmo II ad abdicare alla fine della Grande guerra all’avvento di Hitler. E il Muro passava a pochi metri. Salendo per una spirale, i visitatori si trovano sotto i piedi la sala del parlamento e possono osservare i deputati al lavoro. Come dire: il popolo controlla i suoi eletti. Sarà retorico, perché no? Una cortese e gradevole lezioncina per l’ospite.

Naturalmente, Monti è più che scusabile per le parole che gli sfuggirono parlando con la rivista anseatica. Il professore potrà piacere oppure no, ma non è colpa sua se il nostro parlamento ha meno peso del Bundestag. Anzi, lui è giunto al posto di primo ministro proprio perché i nostri deputati non contano nulla, benché oggi possano condizionare le sue decisioni.

Lammert svolge il suo compito con gradimento di tutti, anche di chi non lo elesse. Ha avuto solo un paio di problemi. Fu attaccato dalla Bild Zeitung quando propose di aumentare la paga degli Abgeordenete, i deputati. Oggi guadagnano circa 7.800 euro, 12 mila in meno rispetto ai colleghi italiani. E fu criticato l’anno scorso quando accolse il papa tedesco al Bundestag con le parole «heiliger Vater», santo padre. Benedetto XVI veniva in quanto capo politico di uno stato straniero, e non come capo della Chiesa cattolica. Queste sono le polemiche in Prussia.

I deputati qui vengono scelti dal popolo che poi viene a passeggiare sulle loro teste, o almeno la metà. Mentre da noi si discute sulla legge elettorale, si continua a leggere che le preferenze sarebbero un capriccio pericoloso, e infatti non esistono in nessuna parte d’Europa. Mi sembra che esistano ovunque, sotto svariate forme, ma di sicuro in Germania. Ogni elettore ha due voti, uno per la lista chiusa presentata dai partiti, con cui si elegge metà dei deputati, e un secondo voto con cui scegliere il candidato più gradito, che può essere di un altro partito, il che spesso avviene. Il partito che scegliesse una squadra di nani e ballerine sarebbe duramente punito. Con entrambi i voti.

Non voglio esagerare con l’indipendenza degli Abgeordenete. Anche qui obbediscono agli ordini del loro leader, ma a volte si ribellano. Quando Schröder volle bombardare la Serbia insieme con Clinton, una mezza dozzina dei suoi gli votò contro. Lui non li candidò alle elezioni seguenti. Persero il posto, ma i ribelli rispettarono la loro coscienza.

Infine, le elezioni. Il mandato che viene dal popolo non può venire accorciato a capriccio, se non in circostanze eccezionali (è avvenuto due volte, nel ’69 e nell’82). Già da quando si comincia a lavorare, si sa quando si tornerà a votare, secondo quanto prescrive l’articolo 39 della Costituzione. Il Bundestag, che Monti ha visitato, si è riunito il 27 ottobre del 2009, quindi si sarebbe votato dopo 46 o 48 mesi, dalla prima domenica di settembre all’ultima di ottobre 2013, tenendo conto delle ferie dei singoli Länder, le regioni, che vanno in vacanza a scadenze diverse.

La Merkel, oggi come oggi sicura vincitrice, si presenterà per il giudizio del popolo il 15 o il 22 settembre dell’anno prossimo. Un’ultima informazione: i turisti (circa 8 mila al giorno) che vogliono evitare la coda per fare la passeggiata di Monti possono prenotare un tavolo al ristorante «Käfer» che si trova di fianco alla cupola, e così vengono fatti passare avanti. Un trucco costoso: i parlamentari non vanno a mangiare sul tetto perché il conto per loro è troppo caro. Quando devono ricevere gli elettori li invitano alla mensa.