Nino Sunseri, Libero 28/8/2012, 28 agosto 2012
L’IRAN METTE IN ANSIA UNICREDIT
Unicredit nel mirino delle autorità americane con l’accusa di aver aggirato le sanzioni contro l’Iran. Il titolo in Borsa però non ne ha risentito. Dopo un’apertura debole a 3,046 euro, ha reagito chiudendo a 3,13 euro (+1,1 per cento). Del resto la notizia non sembra nuova. L’esistenza di un’inchiesta delle autorità Usa su HypoVereinsbank, la controllata tedesca di Unicredit acquistata nel 2005, era citata sia nel bilancio consolidato dell’anno scorso sia nella relazione semestrale al 30 giugno. In entrambi i documenti si legge che una società del gruppo (Hvb) sta rispondendo a un’indagine promossa dalle autorità statunitensi in merito alle norme antiriciclaggio, il contrasto a finanziamenti al terrorismo e il rispetto delle sanzioni economiche. La società del gruppo «sta collaborando» e «nel contempo sta compiendo una indagine interna».
Secondo il Financial Times in alcuni documenti pubblicati dalla stessa banca italiana si parla genericamente di violazione di sanzioni economiche. Ad avviare il procedimento contro Unicredit e diversi altri gruppi bancari europei è stata la Procura distrettuale di New York in coordinamento con l’Ufficio del Tesoro. Una indagine parallela è condotta dal Dipartimento di Giustizia. Secondo un esperto contattato dall’agenzia MF-Dowjones «per ora la notizia ha fatto registrare poca pressione sull’azione in quanto considerata vecchia. Quindi ancora non c’è niente di particolare». Gli esperti di Equita Sim, secondo l’agenzia MF-Dowjones, hanno precisato che la banca aveva segnalato il problema senza dettagli: «Non crediamo che Unicredit abbia effettuato accantonamenti specifici a fronte di questi rischi legali».
Le autorità statunitensi sono coinvolte perchè Unicredit è tenuta a rispettare una serie di regolamenti se vuole operare sul mercato americano (altrettanto devono fare le banche americane in Italia). Queste regole prevedono, tra l’altro, il divieto di fare affari con alcuni paesi come l’Iran, la cui moneta nazionale, il rial, è da tempo in difficoltà. In caso di violazione, l’ autorità Usa potrebbe impedire ad Unicredit di operare negli Stati Uniti, oppure multarlo.
E’ solo l’ultimo caso di istituti europei e giapponesi indagati dagli americani per aver compiuto transazioni illecite in dollari con l’Iran o altri paesi. Abn Amro, ex-controllata Royal Bank of Scotland ed ora nelle mani del governo olandese nel 2010 pagò 500 milioni di dollari per aver violato le sanzioni nei confronti di Iran, Libia, Sudan e Cuba. La britannica StanChart stata multata per 340 milioni solo pochi giorni fa.