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 2012  agosto 28 Martedì calendario

LA TELA TESSUTA DA MARIO DRAGHI CI HA CONSENTITO UN’ESTATE PIÙ SERENA


Prima della pausa di agosto tanti hanno accusato il presidente della Bce di non avere avuto il coraggio di ignorare il veto della Bundesbank e di intervenire acquistando i bond spagnoli e italiani in modo massiccio e incondizionato per stabilizzare i mercati obbligazionari dell’area euro. Oggi la Bundesbank lo accusa addirittura di fare il pusher, cioè di procurare la droga del credito facile ai governi dei Paesi che non rispettano i propri impegni. Sullo sfondo, la Grecia non fa tutti i compiti a casa che le sono stati assegnati dalla troika (Bce, Fondo monetario e Commissione europea), riattizzando la discussione senza fine sul suo destino dentro o fuori dall’unione monetaria.
Sotto il fuoco incrociato degli eventi di ieri e di oggi, Mario Draghi, con le sue parole prive di conseguenze pratiche immediate di fine luglio, ha però regalato agli europei un’estate più serena del previsto, con spread dei titoli spagnoli e italiani, rispetto al punto di riferimento tedesco, ancora troppo elevati per l’economia reale ma certamente in calo rispetto a giugno. Non per caso, i mercati finanziari hanno ripreso una corsa forse fragile ma molto diversa dagli scenari apocalittici paventati dai pessimisti.
Nel frattempo il presidente della Bce ha continuato a tessere una tela di cui oggi si vedono più chiaramente gli elementi. Come anticipato dal Wall Street Journal il «whatever it takes» (tutto quello che serve) promesso da Draghi potrebbe essere un sistema di obiettivi flessibili per gli spread dei Paesi a rischio da realizzare con piani di acquisto di titoli pubblici a breve scadenza specificati settimanalmente per quantità e Paese. Dichiarare che esistono obiettivi per gli spread potrebbe assicurare ai mercati che la Bce considera il monitoraggio dei differenziali parte della propria missione di gestione della politica monetaria nell’area euro. Ma, a differenza che nel fallimentare Securities Market Program dell’estate 2011, quando la Bce si limitava a comunicare l’entità complessiva dei suoi acquisti senza dare altri dettagli, questa volta, con i suoi acquisti settimanali, la Bce potrebbe suggerire ai mercati un livello o almeno un intervallo plausibile per gli spread. E lo farebbe in modo flessibile, cioè senza impegnarsi a intervenire sempre e comunque ogni volta che lo spread dell’Italia o della Spagna raggiunga un certo livello, in modo da non indebolire la pressione politica nei confronti dei Paesi a rischio.
In attesa che la politica europea completi la tela, il ragno Draghi sta facendo la sua parte.
Francesco Daveri