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 2012  agosto 29 Mercoledì calendario

IL VENETO ANNASPA E METTE ALL’ASTA I GIOIELLI CON UN BUCO NELL’ACQUA

VENEZIA. Palazzi di pregio, alberghi e locande, ex fabbriche e ville venete, tutto in vendita per fare cassa, per reperire quelle risorse indispensabili per far fronte, entro l’anno, alla spesa per trasporti locali e formazione lavoro. La Regione Veneto conta di incassare al più presto 76 milioni di euro dal maxi piano di alienazioni. Gioielli da dar via, sperando d’intascare il più possibile, anche se, a dire il vero, non tutti sono in ottimo stato.Il primo passo di palazzo Balbi però non ha avuto seguito. Nel senso che la prima tranche dell’asta è andata deserta. Nessuna offerta per palazzo Manfrin, che si affaccia vuoto e imponente a Venezia sul canale di Cannaregio (16,5 milioni di euro), Nessuna offerta per l’Hotel Bella Venezia (oltre dieci milioni) a due passi dal ponte di Rialto, né per la locanda Ca’ Foscari, a Dorsoduro (539 mila euro). E neanche per l’ex stabilimento di bachicoltura a Vittorio Veneto (due milioni) o per la maestosa, e bisognosa d’interventi, villa Capra Barbaran di Camisano Vicentino (2,6 milioni di euro). Insomma, tredici immobili di pregio e nessuna offerta.
Possibile? «Purtroppo è possibile» ribatte Marino Zorzato, vicepresidente della Regione Veneto. «Dobbiamo tener conto della situazione economica del Paese e gli imprenditori, si sa, sono attendisti, magari prima di fare un passo vogliono capire la mossa del concorrente, aspettare il momento giusto. Comunque, nessun problema, anche se in via informale avevamo ricevuto più di un interessamento. Stime troppo alte? No, sono recenti. Certo, non tengono conto della crisi del mercato, nel senso che rispecchiano l’effettivo valore degli immobili».
I potenziali acquirenti potrebbero obiettare che in piena burrasca economica è difficile piazzare sul mercato pezzi e prezzi che non ne tengano conto. E che tutto sommato potrebbe convenire aspettare un po’, magari in Regione si potrebbe decidere di abbassare un po’ le pretese, per fare così l’affare, «Non se ne parla» spiega ancora Zorzato. «A giorni, verso i primi di settembre, indiremo la seconda asta che comprenderà i primi 13 immobili più altri 17. Stesso prezzo. E se anche questa dovesse andar male abbiamo dei progetti alternativi. Parte degli immobili potrebbe essere inserita come forma di pagamento all’interno di gare d’appalto. L’azienda che vince diventa proprietaria dell’immobile, poi venderlo sarà affar loro. Oppure c’è l’idea di far confluire alcuni immobili nel fondo di accantonamento per le UIss. O ancora, di costituire un fondo immobiliare. Insomma, una soluzione la troveremo». Quindi è inutile aspettarsi ribassi? «Ad oggi lo escludo. Il nostro è un work in progress, Più avanti si vedrà».