Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 25/8/2012, 25 agosto 2012
LA PAZZA ESTATE DEI POLITICI IN TEMPI DI CRISI (NERVOSE)
Piero Fassino non va più a Bucarest. Preferisce il comune di Torino. Il vaffanculo urlato all’opposizione. L’uscita plateale dall’aula. Sbattono le porte. Soffia un vento caldo. I giorni dell’abbandono non sono più gli stessi. All’epoca in cui estate, partenze e partiti erano una cosa seria. E prima che gli ex compagni come Giuliano Ferrara ne ricordassero tappe e genesi duellando in tv con il cartonato di Veltroni: “Sono scappato 10 anni prima della caduta del Muro, quando voi facevate le ferie in Romania”. Agosto, per i leader, era l’istante della pausa. Il deserto in cui seconde e terze linee scorgevano l’oasi da occupare , tra una minacciata crisi di governo e una bugia. De Mita protestava: “Siete l’inutile politica delle parole” e la baldanza dei peones evaporava in coincidenza con l’autunno. L’evoluzione della specie archivia abusivismi dialettici e vacanze in divisa mascherate da “corsi di formazione” per dare finalmente spazio all’anarchia da insolazione. Alle passioni individuali. Agli stessi sogni che lo scorso giugno, spinsero l’oscuro Ma-rioDi Stefano del Pdl a chiedere per la sua Cerignola un ministero: “Vorrei candidare la mia città a ospitare quello dell’Agricoltura” e in quella coeva, Massimo D’Alema in Grecia senza l’Ikarus, ma colto dal clic di un lettore di Dagospia sull’isola di Erikoussa dove ha dovuto consolare il senatore Pd Alberto Maritati, sull’orlo dell’arresto a bordo di un gommone privo di bandiera di cortesia, in acque territoriali albanesi. Il senatore Pd scambiato per “clandestino” libico, nell’estate degli sfarzi sotterranei e dei fotogrammi posati. Corrado Passera, arcangelo con prole e scorta sulla spiaggia di Sabaudia, Ma-rio Monti a tirar su l’economia italiana in territorio svizzero, Fabrizio Cicchitto, a cui i colleghi dovrebbero un encomio, dritto come un fuso nel difendere i sovrani diritti del libero Parlamento: “Io ve lo dico: se ci volete far stare qui fino al 12-13 di agosto, sono problemi vostri… io ci sarò, ho le vacanze a due ore da qui, ma non ci sarà nessun altro. A quel punto ve la dovrete trovare voi una maggioranza: in bocca al lupo”. Lo hanno accontentato e così, mentre Berlusconi sfoga la depressione in una Costa Smeralda appaltata ai putiniani, tramonta per sempre il silenzioso modello di riferimento irradiato per 30 anni alla nazione. Andreotti disperso nel viterbese o il Moro in grigio a Terracina, due stanze e l’ombrellone sul balcone, coprivano forse la vista sulla sostanza delle cose. Ma non c’erano foto di democristiani in barca e per sinistro assioma, l’unica disponibile, quasi un passaggio di simboli e di tempo, fu quella di Antonio Bisaglia. Il figlioccio inquieto di Rumor. Il già ministro e presidente Dc al Senato, morto annegato in Liguria, in circostanze più che misteriose, come anni dopo accadde al fratello e al segretario particolare.
Tra onde meno drammatiche, hanno nuotato altri protagonisti. L’ipercontemporanea Daniela Santanchè, persuasa dell’importanza di “una first lady per Berlusconi”. Ignazio La Russa, trafitto da nostalgie, chiamate alle armi e soldatini infantili: “L’eliminazione delle ronde dell’esercito ha diminuito la sicurezza, sembra quasi che ci sia più tolleranza, che un reato commesso da un italiano sia più grave di quello commesso da uno straniero” . Fini riemerge dalle acque con un’ancora ma senza bussola. Nichi Vendola, presidente di una Puglia marchiata Ilva e devastata a sua insaputa: “Abbiamo le carte in regola”. Arbasino l’aveva capito. “Ossigenarsi a Taranto / è stato il primo errore: / l’ho fatto per amore / di un incrociatore”. Ora, incanutiti, ma giovanilmente dichiarazionisti, tutti i figli illegittimi dell’ex ministro della giustizia Nitto Palma, fermato, come ricordò il bravo Ceccarelli, a poche ore dal giuramento sulla scaletta per la Polinesia: “Non riesco a capire perché la mia presenza in Italia sia così indispensabile” vanno per conto loro. Colpi di calore che producono meraviglie. Cortocircuiti sublimi. Interviste di Sacconi, in cui la disidratazione precoce confonde i profili spingendo a parallelismi in bilico tra persecuzioni antijuventine, giudici eversori e trattative Stato-mafia. Chi perde la rotta. Chi la brocca. Tutto in pagina. Nove colonne in cronaca. L’irrequieto Italo Bocchino dà alle stampe la sua storia d’amore con una 24enne, ma non dimentica di telefonare a Sabina Began, attaccare precipitosamente e farsi registrare (“Proniii?”, “Fantozzi, è lei?”). Elsa Fornero fluttua dalle parti di Dio: “Ho salvato l’Italia”. Rotondi riesuma l’agenda adolescenziale intonando un evergreen: “Berlusconi rifarà la Dc”, Tremonti lascia il Pdl e anche Bossi non si sente tanto bene. È già settembre. Fila rinserrate. Angoscia. Apnea. E la chiamano estate, questa estate, senza loro?