Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 28 Martedì calendario

LE TRE GUERRE DELLA SIRIA CIVILE, RELIGIOSA, POLITICA

LE TRE GUERRE DELLA SIRIA CIVILE, RELIGIOSA, POLITICA - La ferocia della guerra civile siriana oltre, forse, a sancire la fine del regime di Assad, credo avrà un’altra ben più rilevante conseguenza tutta da valutare: quella di riacutizzare le differenze tra musulmani sciiti e musulmani sunniti. La recrudescenza di quanto avviene in Siria sta infatti accentuando proprio questa contrapposizione tutta interna al mondo islamico. Oltre, però, a chiederle se possa essere fondata questa mia impressione, e quali conseguenze potrà essa avere, un po’ «malpensatamente» le chiedo se quanto succede sia intenzionalmente non dico voluto, ma almeno non evitato, da qualcuno che oggi in questa guerra fa da spettatore.
Mario Taliani
mtali@tin.it
Caro Taliani, cercherò di rispondere indirettamente alla sua domanda ricordando che in Siria, oggi, non si combatte una sola guerra. Se ne combattono almeno tre. La prima, quella più visibile e più fortemente percepita dalla pubblica opinione, è la guerra civile che oppone il blocco di potere riunito intorno alla famiglia Assad (partito Baath, minoranza alauita, forze armate, servizi di sicurezza, borghesia degli affari, altre minoranze religiose) a una fascia della società che chiede libertà di parola, libere elezioni, diritti umani e politici. È una guerra civile di fronte alla quale l’Occidente democratico non può che simpatizzare per gli oppositori e i ribelli.
La seconda guerra ha preso forma progressivamente nel corso del conflitto ed è quella che oppone le due grandi famiglie dell’Islam: sunniti e sciiti. Gli alauiti sono sciiti anomali, molto meno rigorosi e radicali dei loro cugini iraniani o libanesi, ma godono di privilegi sproporzionatamente superiori alla loro consistenza demografica (sono il 17% della popolazione) e suscitano i risentimenti della maggioranza sunnita. È possibile che il contrasto religioso sia stato alimentato artificiosamente da chi aveva interesse a soffiare sul fuoco, ma il conflitto si è ormai esteso sino a coinvolgere, in una forma o nell’altra, i Paesi della regione (Arabia Saudita, Qatar, Turchia) in cui la popolazione musulmana o i ceti dirigenti sono prevalentemente sunniti. Il conflitto civile è diventato anche guerra di religione.
La terza guerra risponde agli imperativi e alle regole della politica nella sua espressione più nuda e schietta. La Siria è un Paese importante dell’area mediorientale, ha amici e nemici, è un tassello fondamentale in un traballante equilibrio che coinvolge potenze globali e regionali: gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, l’Iran, la Turchia, i Paesi mediterranei e quelli del Golfo. La Russia e l’Iran sostengono il regime di Assad perché è un alleato mediterraneo a cui non intendono rinunciare e perché la sua scomparsa allargherebbe l’area in cui gli Stati Uniti possono esercitare la loro influenza. L’America ne desidera la caduta per ragioni eguali e contrarie. L’Arabia Saudita teme le ambizioni egemoniche dell’Iran nel Golfo e vedrebbe con piacere l’avvento in Siria di uno Stato sunnita. I tentativi di pace sono falliti perché nessuno dei due contendenti aveva interesse a fare concessioni. Il regime non voleva lasciare territorio in mano ai ribelli e questi sapevano che se avessero deposto le armi avrebbero smesso di rappresentare una credibile minaccia. Non è sorprendente, in queste circostanze, che tutti gli spettatori interessati, pur invocando la pace, abbiano aiutato con armi e denaro la fazione di cui desideravano la vittoria. Se vuole un esempio storico a cui fare ricorso, per meglio comprendere gli avvenimenti siriani, caro Taliani, pensi alla Guerra civile spagnola. Durò tre anni, dal 1936 al 1939.
Sergio Romano