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 2012  agosto 28 Martedì calendario

DISMISSIONI, A ROMA LA «TASK FORCE» FINLANDESE —

La lista dei primi immobili da conferire al fondo pubblico per le dismissioni è pronta. E sono ben più dei trecento ipotizzati inizialmente. Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha chiesto all’Agenzia del Demanio di rastrellare il più possibile, di metter dentro non solo strutture già libere, ma anche qualche immobile a uso governativo. Qualcuno, ad esempio, di quelli che vengono oggi occupati dai ministeri, o quelli che vengono usati per servizi di foresteria dalle Forze Armate. Così la lista, ancora riservata, è cresciuta, come le dimensioni dell’operazione: il fondo doveva valere un miliardo di euro, e forse arriverà al doppio. Anche se non è ancora detto che gli immobili alla fine siano ceduti. Tra le ipotesi considerate dal governo c’è anche quella di usarli come «garanzia» per le emissioni di particolari titoli pubblici, con tassi di interesse, ovviamente, più bassi.
La ricetta finlandese, insomma. Proprio oggi saranno a Roma, per approfondire la questione il sottosegretario alle Finanze di Helsinki, insieme al segretario della presidenza del Consiglio. Era stato lo stesso Mario Monti, all’inizio di agosto in visita ufficiale, a chiedere al presidente Jyrki Kaitanen, di studiare meglio insieme la proposta che il premier finlandese aveva lanciato informalmente al Consiglio europeo di fine giugno, e gli aveva ribadito nell’incontro bilaterale. «Covered bond» pubblici. Titoli di Stato assistiti da garanzie reali: immobili, future entrate fiscali, partecipazioni. Per evitare l’assillo, e soprattutto i costi dello spread, ma anche per dribblare la cessione di beni che oggi rischierebbero di essere svenduti.
Nei primi anni 90, dopo la drammatica crisi bancaria ed economica scatenate dalla deregulation finanziaria e dal collasso dell’Unione Sovietica, i finlandesi si salvarono proprio così. Con il «markka» svalutato e i tassi di interesse alle stelle, cominciarono a emettere titoli di diritto internazionale (in particolare irlandese) garantiti dalle case popolari e dai loro affitti. E riuscirono nell’impresa, finanziando la ristrutturazione del bilancio pubblico a tassi di interesse molto più bassi di quelli allora prevalenti sul mercato. Oggi la Finlandia è uno dei quattro Paesi europei a conservare la «tripla A» delle agenzie internazionali di rating, e tra i pochi a crescere senza fare deficit. E la «garanzia reale», nel frattempo, è diventata per i finnici una sorta di ossessione.
L’estate scorsa, prima di aprire i cordoni della borsa e concedere la loro quota del prestito Ue alla Grecia, trattarono, loro e solo per loro, anche il pegno del Partenone. Poi si accontentarono di altre garanzie reali, e parziali, ma non mollarono fino ad averle ottenute. Lo stesso hanno preteso da Madrid, quest’estate, in relazione al prestito dell’Unione Europea per il salvataggio delle banche. Gelosi della stabilità conquistata, e non disposti a rischiare un solo euro dei loro contribuenti.
Anche per questo, indubbiamente, Helsinki spinge la carta dei covered bond pure con il governo italiano. Per il momento è solo un lavoro teorico, un confronto di proposte tra tecnici sulle «best practices», le migliori pratiche di mercato. La ricetta che Martti Hekemaki e Kare Halonen, i due esponenti del governo di Helsinki segnalati in arrivo a Roma dal sito internet italo-finlandese «la Rondine», metteranno in questi giorni sul tavolo dell’esecutivo di Mario Monti, non si spinge oltre.
Per rendere più allettante l’idea (e tutelare meglio il proprio denaro), il governo finlandese è anche pronto a proporre a Bruxelles il sostegno del futuro fondo salva Stati per le emissioni di queste obbligazioni «con pegno». Anzi, secondo Helsinki l’impegno esplicito di intervento del fondo europeo sul mercato primario di questi titoli (cioè direttamente all’emissione), contribuirebbe ad abbatterne ancor di più l’interesse e il costo. Sia quel che sia, il governo Monti sembra pronto ad approfondire la questione dei titoli assistiti dalle garanzie reali. La costituzione dei fondi immobiliari per abbattere il debito procede rapidamente. Ma è anche vero che il mercato oggi è in piena crisi, e trovare compratori non è affatto facile.
Mario Sensini