Wei Gu, la Stampa 28/8/2012, 28 agosto 2012
UNA TIGRE CINESE LANCIA LA GUERRA DEI MOTORI DI RICERCA
La guerra cinese per i motori di ricerca su Internet si sta riaccendendo. A seguito della ritirata di Google nel 2010, il rivale cinese Baidu è riuscito ad accaparrarsi il boccone più pregiato del mercato cinese dei motori di ricerca per un valore di 880 milioni di dollari l’anno. Ora l’azienda asiatica si trova di fronte a una nuova sfida lanciatale da Qihoo 360 Technology ma quest’ultima, il cui nome significa «Tigre dalla straordinaria forza», potrebbe rendere meno redditizia l’industria dei motori di ricerca.
In Cina, secondo le stime di Analysys International, a partire dall’abbandono del mercato da parte di Google dovuto alle preoccupazioni riguardanti la censura, la quota di Baidu, da meno del 60% alla fine del 2009, è volata al 79% nel secondo trimestre. Qihoo però è ben posizionata: 272 milioni di persone, vale a dire circa metà degli utenti cinesi di Internet, fanno uso del suo browser come mezzo principale per navigare in rete. L’azienda era solita reindirizzare gli utenti a ricerche attraverso Google e Baidu: metà delle ricerche effettuate su Google China e il 15-20% di quelle su Baidu proveniva da Qihoo. Secondo Deutsche Bank, il solo reindirizzamento degli utenti al proprio motore di ricerca potrebbe garantire a Qihoo il 20% del mercato cinese dei motori di ricerca, infatti l’azienda ha guadagnato una quota del 5-10% nella settimana del debutto.
Il fondatore di Qihoo, Zhou Hongyi, è un personaggio straordinario. Ha lanciato uno dei primissimi motori di ricerca cinesi per poi vendere l’attività a Yahoo nel 2003 per meno di 20 milioni di dollari. Baidu ha più da perdere rispetto a quanto Qihoo abbia da guadagnare. Nel breve termine, Qihoo dovrà finanziare i costi per lo sviluppo della sua tecnologia di ricerca senza poter contare sulla fetta di profitti generata reindirizzando le ricerche su Baidu e Google. Nella settimana in cui è scesa in campo, il valore di mercato di Qihoo è aumentato di 500 milioni di dollari, mentre la capitalizzazione azionaria di Baidu è diminuita di 6 miliardi di dollari. La «Tigre dalla forza straordinaria» sta mettendo a soqquadro il mercato cinese dei motori di ricerca.