Paolo Manzo, la Stampa 28/8/2012, 28 agosto 2012
JOCELI: “DOPO 16 ANNI CONTINUO A ESSERE UNA SENZA TERRA”
Il tempo passa perché nulla cambi. È questa fino ad oggi la morale di una favola che meritava ben altro finale. Quella di una bambina di cinque anni dal viso arruffato ma splendido e lo sguardo penetrante, pieno di futuro, immortalata dal talento del grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado nel 1996. Era una «sem terra» figlia di «sem terra». «Senza terra» da generazioni, insomma. Lo scatto, quasi rubato, ai margini di una strada dello Stato del Paraná, la ritraeva insieme ai suoi genitori mentre marciava per ricordare il primo anniversario del massacro dei 19 «sem terra» a Eldorado do Carajás, nello Stato del Pará, avvenuto pochi giorni prima. Una marcia estenuante diventata ben presto metafora di una peregrinazione quotidiana in cerca di una terra dove vivere. Sedici anni dopo uno dei più importanti quotidiani del Paese, la Folha de São Paulo, l’ha ritrovata per vedere come fosse finita la sua storia. Joceli Cruz Borges dos Santos oggi ha 21 anni ed è madre di una bambina, Joslaine. I tratti del suo viso si sono piegati allo scorrere degli anni e lo sguardo ha perso la magia dell’infanzia. Ma soprattutto Joceli continua ad essere una «sem terra», una «senza terra» e vive in un campo dell’MST, il loro movimento, non lontano da Quedas do Iguaçu, insieme al marito Adair e alla loro bambina.
Eppure quello scatto avrebbe potuto cambiarle la vita. La rese, infatti, all’improvviso celebre in tutto il mondo perché fu scelto come copertina del libro di Salgado «Terra», corredato dai testi di José Saramago e da un cd di Chico Buarque. Beffa del destino: di quel volume a Joceli è arrivata solo l’eco ma neanche una copia. «Ho due sogni - racconta al reporter che l’ha rintracciata -: avere finalmente un lotto di terra per noi e due copie di questo libro, una per me e una da regalare a mio padre».
Di Salgado e soprattutto di quell’istante che le rubò l’anima per donarla all’eternità dell’arte non ha memoria. «Non lo vidi mentre mi fotografava, eppure si vede che io guardo l’obiettivo ma non mi ricordo proprio che ci fosse qualcuno a fotografarmi. Neanche la mia famiglia rammenta il punto esatto dove ci trovassimo». E sulla sua reazione a caldo dice «mi arrabbiai molto perché nella foto uscii tutta arruffata ma sono felice alla fine di essere riuscita ad aiutare mio padre e mia madre a conquistare un pezzo di terra». Già perché i suoi genitori, dopo aver vissuto per anni in condizioni igieniche spaventose, riuscirono alla fine ad ottenere in modo definitivo l’agognata terra. Ma anche lì non c’è stato un lieto fine. Sua madre è morta nel 2009 per un colpo d’arma da fuoco sparato per sbaglio alla testa in un campo di «Sem Terra» in cui si è ritrovata poi a vivere Joceli con la famiglia che si era formata. Oggi Joceli si arrangia per vivere. Pianta manioca, fagioli e verdure che poi rivende in città, a Quedas do Iguaçu, il che le permette la sopravvivenza per sé e i suoi cari. Ma 16 anni dopo quello scatto il Movimento dei Sem Terra, cui a detta della Folha gli incassi del libro furono devoluti, è andato perdendo peso e la riforma agraria è pressoché ferma. E per Joceli quello che conta 16 anni dopo è ancora la terra. «Anche solo un pezzetto, è tutto il mio mondo».