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 2012  agosto 28 Martedì calendario

URLO DI DOLORE


Quest’estate il fiorire di volumi porno rosa fra le mani delle signore ha suscitato nella popolazione maschile un moto di curiosità mescolata al timore. Vano, e un po’ penoso, il tentativo di fare sentire in colpa le lettrici delle cinquanta sfumature variamente colorate, rinfacciando lo stile sciatto dell’opera. «Come fai a sopportare quelle metafore fruste, quei dialoghi improbabili, quel dilagare di Esclamò e Mormorò?». «Allora lo hai letto?» «Naturalmente no» esclamava lui, aggiungendo in un mormorio: «Ho soltanto dato una sbirciata». Ma chi fra i maschi ha avuto l’ardire di indagare l’argomento con più di una donna avrà scoperto che i porno rosa le intrigano per due ragioni. La prima: il protagonista è la versione adulta del vampiro di «Twilight». Meglio, la versione sadica del Richard Gere di «Pretty Woman». L’eterno principe azzurro bellissimo, ricchissimo e con un buco in mezzo al cuore che ovviamente solo l’eroica fanciulla può colmare. La seconda: l’amante sadico è concentratissimo sull’amata. Ancora dopo anni di manette pensa di continuo a lei.

Ecco il messaggio drammatico che da quelle pagine arriva fino a noi: le porno-lettrici non pretendono più manette, ma più attenzione. Non un’attenzione totale, sono donne di mondo e sanno che la vita funziona diversamente dai romanzi. Se ho capito bene, si accontenterebbero che i maschi dedicassero loro il dieci per cento del tempo che riservano alle notizie di calciomercato. Ora, il dieci mi sembra francamente eccessivo, specie quando ti mancano ancora un attaccante e un terzino sinistro. Ma sul cinque ci si può intendere. Questione di sfumature.