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 2012  agosto 27 Lunedì calendario

Ecco dove il divorzio è breve (e costa poco) - Il divorzio? Adesso è breve. Ed anche economico. Basta prende­re una casa all’estero, cambiare re­sidenza per qualche mese e il gio­co è fatto

Ecco dove il divorzio è breve (e costa poco) - Il divorzio? Adesso è breve. Ed anche economico. Basta prende­re una casa all’estero, cambiare re­sidenza per qualche mese e il gio­co è fatto. E se proprio non si può, un fine settimana in Olanda è più che sufficiente. Cambia la geografia del mon­do, e con essa cambieranno pri­ma o poi anche le sceneggiature dei filmoni strappalacrime, quelli in cui amori tormentati si conclu­dono davanti ad un prete che pro­nuncia, di fronte ai due amanti fi­nalmente due cuori e una capan­na, la fatidica formula: «Finchè morte non vi separi». Nella socie­tà dell’ homo veloraptor , in cui chi ha tempo non aspetta tempo, si gioca d’anticipo pure sulla morte. Almeno in campo matrimoniale, almeno nella cattolicissima Ita­lia. Che fa la fila per sposarsi in Chiesa e poi corre all’aeroporto per volare all’estero, a cercare so­luzioni facili alla prima crisi del le­game coniugale. Il fenomeno è in rapida cresci­ta, al punto che, come attestato dall’Associazione matrimoniali­sti italiani, tra il 2005 ed il 2011 sa­rebbero state circa 8.000 le coppie ad imboccare le strade che porta­no lontano dallo Stivale. Lo chia­mano divorzio express. Si combi­na col divorzio low cost. Come fos­sero due pacchetti da comprare sugli scaffali del supermercato della vita, consentono di liberarsi del non più amato coniuge nel vol­gere di qualche settimana e, so­prattutto, a buon prezzo. La novi­tà si innesta sulla tradizione, giuri­dica e sociale, sconvolgendola. Per capire: in Italia, chi voglia la­sciare per sempre la moglie o il ma­rito deve spendere. Soldi e tempo. Anzitutto, c’è la fase della separa­zione. Che da sola, se consensua­le, in genere porta via quattro me­si e non meno di duemila euro tra bolli ed avvocati. Se giudiziale, si trasforma in causa che si sa quan­do inizia ma non quando finisce. E migliaia di euro e di giorni dopo, il suggello del ritorno alla solitudi­ne giunge comunque in coda ad una o più udienze, a seconda che il divorzio sia congiunto o giudi­ziale. E all’estero? Tutt’altra storia. Si prenda la Romania, Eldorado del divorzio flash. In 3 giorni si avvia­no le pratiche per il cambio di resi­denza: un contratto di locazione di 3 mesi è più che sufficiente. Su­bito dopo, ci si presenta al Tribu­nale civile: nel giro di 60 giorni la prima udienza. Un mese ancora, ed ecco la sentenza scritta. La spe­sa? 600 euro per l’affitto, 100 per la procura, 1.000 per l’avvocato, in­cluso il titolo esecutivo internazio­nale che attesterà l’efficacia del provvedimento giudiziale anche in Italia. Rituale più o meno simile anche in Spagna, dove dal 2005, in virtù di una legge varata dal socia­listissimo governo Zapatero, la fa­se della separazione è meramen­te eventuale. Si può così accedere direttamente a quella divorzile e chiudere senza strascichi la parti­ta, anche se scucendo non meno di 5.000 euro. Due esempi per un sistema la cui chiave di volta è in un paio di re­golamenti comunitari, il n. 44/2001 ed il n. 2201/2003: il pri­mo lascia ai cittadini comunitari facoltà di scelta del foro, condizio­nata dalla residenza nel Paese pre­scelto. Il secondo attribuisce effi­cacia nei Paesi europei ai divorzi conclusi in altre nazioni a mar­chio Ue. Vie lungo le quali si muo­ve anche chi, non pago, s’ingegna per ridurre ulteriormente i tempi d’attesa. In Inghilterra il Ministe­ro della Giustizia sta lavorando al divorzio via internet, accessibile a tutti i cittadini europei. In Olanda, invece, sbancano i «divorce ho­tel » : cinque stelle con tariffa flat da 2.500 euro tutto compreso, s’ar­riva il venerdì in coppia, attesi da consulenti matrimoniali, psicolo­gi e fiscalisti, e si esce la domenica. Con una firma sulla richiesta di di­vorzio, che arriverà poi bello e pronto direttamente a casa nell’ar­co di 180 giorni. Infine, l’ultima frontiera, il divorzio ultra express. Ha un solo neo: per il momento, vale solo per i residenti a Città del Messico. In tabaccheria si acqui­sta una carta prepagata da 15 eu­ro, la si attiva. Si entra in Tribunale e qui, strisciando la carta e conse­gnando l’istanza di divorzio, si completa la trafila. Perché a stret­to giro di posta, e versando in con­trassegno la cifra di 832 euro, si riacquista lo status di single. Il matrimonio? Per molti, ma non per sempre. Non più.