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 2012  agosto 27 Lunedì calendario

«Cristo crocifisso perché non voleva fare politica» - Giuda «si sentiva tradito da Gesù», e «decise che a sua volta lo avrebbe tradi­to », niente meno che per «vendicarsi»

«Cristo crocifisso perché non voleva fare politica» - Giuda «si sentiva tradito da Gesù», e «decise che a sua volta lo avrebbe tradi­to », niente meno che per «vendicarsi». E questo perchè «Giuda era uno zelota», e «voleva un Messia vincente che guidas­se una rivolta contro i Romani»: ma Ge­sù «aveva deluso queste attese». Parlan­done quasi en passant , commentando al­l’Angelus i brani evangelici sui discepoli che lasciarono il Cristo non credendo al suo essere «il pane vivo disceso dal cie­lo », Benedetto XVI ha esposto una tesi per nulla scontata sulla figura dell’apo­stolo diventato simbolo del tradimento. «Ecco perchè Giuda tradì», è come se avesse detto Ratzinger, avallando in mo­do esplicito il convincimento che l’Isca­riota appartenesse al gruppo politico- re­ligioso degli Zeloti, partigiani accaniti dell’indipendenza politica del regno ebraico, nonchè difensori dell’ortodos­sia e dell’integralismo ebraici: ribelli considerati dai romani alla stregua di ter­roristi e criminali comuni. La «colpa più grave» di colui che tradì Gesù per 30 de­nari, comunque, resta per il Papa-teolo­go quella della «falsità», un vero e pro­prio «marchio del diavolo». «Gesù - ha detto il Pontefice ai fedeli riuniti a Castel Gandolfo- sapeva che an­che tra i dodici Apostoli c’era uno che non credeva: Giuda. Anche Giuda avreb­be potuto andarsene, come fecero molti discepoli, anzi, avrebbe dovuto andarse­ne, se fosse stato onesto». «Invece rima­se con Gesù - ha proseguito - . Rimase non per fede, non per amore, ma con il se­greto proposito di vendicarsi del Mae­stro ». «Perchè?- si è chiesto papa Ratzin­ger - Perchè Giuda si sentiva tradito da Gesù, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito. Giuda era uno zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una ri­volta contro i Romani. Ma Gesù aveva de­luso queste attese». La tesi era stata finora appena accen­nata da Ratzinger all’Angelus dello scor­so marzo, quando parlando della caccia­ta dei mercanti dal tempio aveva detto che «è stata anche interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando Ge­sù sulla linea del movimento degli Zelo­ti; questi erano appunto zelantì per la leg­ge di Dio e pronti ad usare la violenza per farla rispettare. Ai tempi di Gesù attende­vano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei romani, ma Gesù deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota ad­dirittura lo tradì». Ratzinger è quindi giunto a sostenere in modo assertivo una tesi sul «mistero» del tradimento di Giuda che altre volte aveva esposto in maniera del tutto pro­blematica. Come nel suo primo «Gesù di Nazaret»,in cui a proposito delle ribellio­ni degli Zeloti aveva scritto che «è possi­bile che uno o due dei dodici apostoli di Gesù - Simone lo Zelota e forse anche Giuda Iscariota - provenissero da quella corrente»).O come nell’udienza genera­le del 18 ottobre 2006, quando a proposi­to d­el tradimento di Giuda elencò diver­se ipotesi, solo una delle quali era quella «messianica»della delusione per la man­cata rivolta politico­ militare. E non è ne­anche un caso che il Pontefice torni oggi sul tema del tradimento e su quello della falsità come «marchio del diavolo», in un momento come quello dei recenti scandali delle fughe di documenti, in cui egli stesso non può non sentirsi tradito dal comportamento «infedele» di perso­ne a lui molto, molto vicine.