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 2012  agosto 27 Lunedì calendario

Samaras, l’uomo col cappello in mano che fa anticamera per salvare la Grecia - C’è un ritratto celebre, fir­mato dal surrealista Ma­gritte, quello «dell’uo­mo con bombetta », dallo sguardo che non si vede, perché, davanti al volto, gli sta appiccicata una co­lomba

Samaras, l’uomo col cappello in mano che fa anticamera per salvare la Grecia - C’è un ritratto celebre, fir­mato dal surrealista Ma­gritte, quello «dell’uo­mo con bombetta », dallo sguardo che non si vede, perché, davanti al volto, gli sta appiccicata una co­lomba. E poi, specchio dei tempi moderni c’è un altro ritratto. Il ri­tratto dell’uomo che gira l’Euro­pa col cappello in mano, Antonis Samaras. L’uomo dallo sguardo sempre tristanzuolo, da quando si è preso questa bella briga di cer­care di tirar fuori la sua Grecia dai guai. Tiene gli oc­chi bassi come se si sentisse peren­nemente in colpa, Samaras. Persino avant’ieri, all’Eli­seo quando Hol­lande prima di bacchettarlo, lo ha ricevuto con tutti gli onori, te­neva gli occhi bas­si sfilando sulla passatoia vermi­glia. In effetti, non passa giorno che alzi il telefono e non si senta rim­brottare di tutto e di più da Frau Merkel, la Cancelliera perenne­mente arrabbiata. E quando non lo fa lei, lo fanno i suoi ministri e i suoi (nel senso di tedeschi) gior­nali. O il suo entourage di parenti, amici e conoscenti premier, più o meno di levatura, che facciano parte o no, della famosa Troika . Tanto che ieri, nella stessa musi­cale lingua della Merkel, (ma su­scitando ovviamente la sua ira) il cancelliere austriaco Werner Fay­mann si­è sentito in obbligo di rin­cuorarlo e si è detto «favorevole al­la concessione di tempi un po’ più lunghi, anche due-tre anni, al­la Grecia per ripagare i propri de­biti ». Comunque vai a fidarti an­che di chi ti riserva tutti gli onori, perché anche Francois Hollan­de, al momento dei salatini con l’« aperò», gli ha sbattuto in faccia che «la Grecia deve dimostrare la credibilità dei suoi impegni e la volontà dei suoi dirigenti di anda­re fino in fondo ». E pensare che Sa­maras lo considerava il più malle­abile degli alleati. Quando venerdì 24, con voce grave e occhiaie segnate dalla ten­sione e dalla stanchezza, si è pre­sentato in casa del leone, cioè a rapporto da Angela Merkel a Berli­no, a quest’uomo di 61 anni,cata­pultato in una vicenda molto più grande di lui, ogni tanto tremava la mano che impugnava il suo fo­glietto di appunti per un discorso decisamente importante. Men­tre, di tanto in tanto, lo sguardo lo alzava, sì, ma solo per cercare quello di «Angela». Per intravede­re almeno un barlume di serenità in quell’orizzonte cupo che si tro­va davanti. Eppure, sempre col cappello in mano, ma con la digni­tà che non si deve mai svendere, alla Merkel è riuscito comunque a dire «che alla Grecia serve una proroga, una dilazione di paga­mento e che questa storiaccia di chi, ogni giorno, specula sulla sua uscita dalla moneta unica, è ora che finisca». Poi, concludendo, si è portato la mano sul petto due volte. Una per dire che i greci sono un popolo orgoglioso e non vo­gliono dipendere dai soldi degli al­tri. L’altra per ringraziare,in tede­sco, con un fervido herzlichen Dank . La sua bella frase: «Il popolo gre­co è un popolo orgoglioso. Non ci piace dipendere dai soldi prestati dagli altri. Vogliamo camminare sulle nostre gambe», ha fatto il gi­ro del mondo. Così come quella che ha distillato al giornale tede­sco Bild in cui spiega che «chiedia­mo soltanto un po’ più di respiro per fare le riforme,far girare l’eco­nomia e aumentare gli introiti sta­tali. Ma più tempo non significa automaticamente più soldi». Non che abbia spuntato molto in verità, se si considera che, do­po l­a gelida e inespressiva Cancel­liera che lo ha ascoltato a Berlino, e gli ha regalato soltanto ieri, do­po averci pensato un po’ su, qual­che timida parola di comprensio­ne e di «apprezzamento», sempre ieri ha fatto le sue veci nell’opera­zione bacchettamento, il mini­stro delle Finanze tedesco Wolf­gang Schaeuble, scartando ogni ipotesi di dilazione. «Più tempo si­gnifica più soldi - ha affermato in un’intervista al Tagesspiegel am Sonntag - E significherebbe an­che un nuovo programma di aiu­ti, una strada che non è certo quel­la giusta per risolvere il problema fondamentale della zona euro». Lui però, l’uomo dall’aspetto tristanzuolo che gira col cappello in mano, ci crede: «La Grecia riu­scirà a rimanere nell’euro, anzi, svolgerà un ruolo importante nel­l’Unione europea».