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 2012  agosto 28 Martedì calendario

BAMBINO PREDICATORE A 11 ANNI

«Il mio discorso di stasera si intitola “Non abbiate paura”», iniziò il predicatore. Vestito in giacca e camicia e brandendo una Bibbia rilegata in cuoio, Ezekiel Stoddard rassicurava i fedeli, una folla di adolescenti vestiti in T-shirt, capendo bene come le vite dei giovani potessero essere piene di pericoli e di dubbi. «Ma Dio», insistette l’evangelizzatore, «si prende cura di chi si affida a lui».

Il predicatore laico è figura consueta delle funzioni carismatiche cristiane negli Stati Uniti. Ma questa volta il predicatore è finito sulle colonne del Washington Post. Perché Stoddard, ministro ordinato di una comunità cristiana pentecostale, ha soltanto 11 anni.

Alto appena a sufficienza per parlare al microfono, ma seminascosto quando parla dal pulpito, l’undicenne Ezekiel Stoddard impone le mani per guarire i malati e parla in lingue sconosciute. Manifesta, cioè, alcuni dei carismi più appariscenti fra quelli di cui parla San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi. Per questo, e per la sua sapienza da adulto, nella chiesa pentecostale ha ricevuto in maggio l’ordinazione da ministro del culto, la cosa più vicina al sacerdozio che esista nelle chiese cristiane fuori dall’orbita cattolica. Il Movimento pentecostale fa parte dell’evangelicalismo protestante e pone particolare attenzione all’invocazione di una nuova effusione dello Spirito Santo, come nel giorno della Pentecoste. Nel mondo cattolico trova un parallelo nel movimento del Rinnovamento nello Spirito.

Per quanto giovane, Ezekiel dice che Dio lo ha chiamato a predicare ancora prima, quando aveva sette anni. «Ho avuto questo sogno; era Dio che mi parlava», ha detto al Washington Post. «La sua voce era come il fuoco. “Tu farai il mio lavoro”, mi ha detto, predicherai il Vangelo e condurrai a me la gente».

In genere, alla domenica, predica nella sua chiesa, denominata Fullness of time (pienezza dei tempi), a Capitol Heights, nel Maryland, e viene chiamato a parlare a incontri di gioventù e chiese in tutto lo Stato. Dice che la sua principale chiamata è «portare le anime a Cristo», ma ha anche il carisma della guarigione. La sua storia ha attirato l’attenzione dei media americani e le critiche di chi dice che, per ricevere l’ordinazione da predicatore e ministro del culto, ci vuole un’esperienza di vita che un ragazzino non può avere. La sua replica: «Non importa l’età in cui ti abilitano a predicare, importa solo quanta parola hai e quanto Dio ti ha chiamato». Anche pastori con molta anzianità hanno difeso Stoddard. «A 11 anni non predichi la tua esperienza, predichi la Parola», ha detto il reverendo Hercules Jones alla rete televisiva Abc News. «Predicare la parola ha abbastanza potere in sé per compiere quello che deve fare».

Ma i più strenui oppositori di Stoddard sono i bambini. A scuola, dove Ezekiel l’anno scorso ha fatto la prima media, i compagni hanno cominciato a prenderlo di mira dandogli del «perdente», dello «strambo» e del «fenomeno da baraccone». Adesso la mamma ha cominciato a tenerlo a casa e a fargli lezione da sé. Il predicatore-ragazzino però insiste che non si farà fuorviare dal bullismo, perché è sicuro di seguire il piano di Dio per la sua vita. «Predicare è una cosa a cui mi ha chiamato Dio e che Dio vuole che lo faccia, e questo è quello che voglio fare», ha detto alla tv. «Io sono al mio posto qui dove sono e so che, se mi attengo alla Parola, Dio mi benedirà».