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 2012  agosto 26 Domenica calendario

APPLE E SAMSUNG 1-0 IN TRIBUNALE ORA TOCCA A GOOGLE


E adesso cosa succederà al vostro telefonino Samsung? Si spegnerà di colpo, oppure verrà un poliziotto a sequestrarlo? Non correte nessuno di questi rischi, ma il mercato degli smartphone è destinato a cambiare in maniera significativa, dopo la sentenza con cui venerdì una corte californiana ha giudicato la compagnia sudcoreana colpevole di aver copiato i prodotti della Apple, obbligandola a pagare una multa di 1,05 miliardi di dollari.

Come prima cosa, la Samsung presenterà appello al tribunale di San Francisco, e quindi la decisione non è definitiva.

Se lo diventasse, di sicuro c’è che l’azienda sudcoreana è in grado di pagare senza chiudere bottega: basti pensare che nel solo trimestre da aprile a giugno ha incassato profitti per 4,5 miliardi.

Il prossimo appuntamento più importante per gli utenti è quello del 20 settembre, quando il giudice dovrà decidere se emettere una ingiunzione contro i prodotti incriminati della Samsung, come Nexus S 4G e S II, vietando la loro vendita negli Stati Uniti.

Questo però significa che non sarà più possibile acquistarli nuovi, non che quelli già in circolazione dovranno essere riconsegnati o distrutti.

A quel punto l’azienda sudcoreana potrebbe reagire tornando al tavolo della progettazione, per modificare i suoi smartphone in modo che non siano più soggetti agli effetti della sentenza, eliminando le parti copiate. In questo caso gli utenti che già li possiedono potrebbero ricevere un aggiornamento del loro software, che cambierebbe come si presenta e come funziona.

Un fastidio, per chi si era abituato al sistema precedente, ma potenzialmente anche un vantaggio, se le innovazioni fossero geniali e migliorassero il gadget.

Chi invece possiede un tablet Galaxy può stare tranquillo, perché la giuria di San José non l’ha inserito nei prodotti incriminati.

L’aspetto più interessante di questa disputa, però, è quello che ci aspetta dopo il completamento dei procedimenti legali, se la condanna verrà confermata. Tutti concordano sul fatto che il vero obiettivo della Apple non è Samsung, così come non lo erano gli altri produttori di hardware a cui ha fatto causa, tipo Motorola Mobility e Htc.

Il vero obiettivo è Google, creatore del sistema operativo Android, che viene utilizzato dall’azienda sudcoreana e dalle altre compagnie portate in tribunale. Quello è il «Sacro Graal» che è stato violato, offrendo ai costruttori di telefonini intelligenti la possibilità di imitare iPhone. Prima di morire, infatti, Steve Jobs lo aveva detto chiaramente: dobbiamo distruggere il «prodotto rubato».

Se questo è il problema centrale, perché la Apple non ha fatto causa a Google? Per una ragione puramente tattica, che al momento si sta dimostrando sensata. La compagnia di Mountain View era più difficile da perseguire, perché formalmente non ottiene ricavi diretti da Android. Le altre mandano sul mercato gadget rettangolari con gli angoli tondi, e lungo la strada hanno lasciato prove scritte dell’intenzione di copiare l’iPhone. Quindi era più facile inchiodarle. Ora magari potrebbe toccare ad Amazon, che vende questi prodotti.

Anche la Apple, però, corre qualche rischio. Questa guerra nucleare che ha scatenato sui brevetti potrebbe spingere i concorrenti a ripensare la strategia, puntando ad inventare qualcosa di geniale, invece di limitarsi a copiare Cupertino. E se qualcuno centrasse l’obiettivo, anche la mela potrebbe marcire.