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 2012  agosto 26 Domenica calendario

CATANZARO

Onda calabra, cantavano i musicisti del Parto delle nuvole pesanti. Ultimamente l’ “onda calabra” c’è di sicuro: di vip e consulenti che, “dalla Calabria con furore”, prendono le loro mosse. Strapagate.



DIPLOMATIJA – Prendete Michele Valensise, per esempio. Il diplomatico originario di Polistena, centro della Piana di Gioia Tauro, è ambasciatore ormai di lungo corso; dopo il Brasile, ha avuto per sede Berlino e dunque la Germania. Adesso però è arrivato il “grande salto”: forse lo ricorderete in tante foto, a margine della liberazione della volontaria Rossella Urru… Sì, perché dopo una carriera già brillante, per Valensise è arrivata la promozione a segretario generale del ministero degli Esteri, retto dal “collega” Giulio Terzi di Sant’Agata. Strapuntino che, per capirci, al predecessore Giampiero Massolo fruttava appena 412.560 euro annui.



LA “SORELLA DI” – …Ma non bastava la “conquista” della Farnesina: il diplomatico polistenese infatti ha una sorella ben nota di suo, Marina. Già redattrice del Foglio e corrispondente da Parigi per il Tg5, Marina Valensise non ha mai nascosto le proprie velleità culturali e ambizioni. Detto, fatto: con un superbo gioco di familiar-prestidigitazione la 55enne autrice di Il sole sorge a Sud strappa il super-posto da direttore dell’Istituto italiano di cultura all’ombra della Tour Eiffel, finora appannaggio… di Giorgio Ferrara. Un altro “fratello”: in questo caso del “suo” direttore, Giuliano Ferrara. Come recita la motivazione relativa alla sua nomina nella capitale francese (dove peraltro ha vissuto 10 anni) da parte del ministro Terzi, la Valensise «ha dimostrato d’avere sicure capacità di reperimento di fondi»: quantomeno dei suoi!, visto che è remunerata la miseria di 15mila euro al mese (formalizzata sotto il governo Monti, la nomina era stata però sancita a fine 2011 dall’allora ministro degli Esteri del governo Berlusconi, Franco Frattini). Emolumenti tutti rigorosamente esentasse, cui va aggiunta anche una “modesta abitazione” nel cuore di Parigi pagata dal Ministero…



CONGIUNTA D’IMPUTATO – “Capolavoro”, poi, per Rossana Pittelli, esperta di visual art in altro Istituto italiano di Cultura, stavolta a Londra. In questo caso, però, il compenso non supera i 10mila (!) euro mensili. Pittelli… Pittelli… vi dice niente il cognome? Massì!, Pittelli come il “lodo Pittelli” (una delle intese “salva-Berlusconi”), Pittelli come il più noto fratello di Rossana, Giancarlo Pittelli, coordinatore di Forza Italia in Calabria prima e parlamentare pidiellino poi (fino all’ingresso nei malpancisti del gruppo di Giorgio Stracquadanio), “principe del foro” a Catanzaro. E c’è un processo che ha reso ben noto Pittelli negli ambienti giudiziari, Poseidone, fra i più delicati incardinati dall’attuale sindaco di Napoli Luigi De Magistris nei suoi anni da pm catanzarese: solo che nell’occasione il legale non vestiva la toga ma i panni dell’imputato prima a Catanzaro e poi Salerno (perché accusato da De Magistris d’avergli fatto sottrarre le inchieste). Ma alla fine fu prosciolto. E la sorella esperta di “arti visuali”? «Non vi è traccia alcuna di mostre che lascino un qualunque timido segno nel panorama culturale del Paese ospitante», la stronca spietato Manfredi Nulli, responsabile organizzativo di Italia dei valori-Estero, londinese d’adozione dal ’93.



CRITICI – Corpo diplomatico a parte, queste nomine non sono casuali: la legge 401 del ’90 permette infatti la nomina – biennale e rinnovabile solo una volta – di dieci «personalità di chiara fama» in altrettante, prestigiose capitali del pianeta. Sul “come” e “chi” sia nominato, non sono mancate le voci critiche. In un’interrogazione, il parlamentare di Fli Aldo Di Biagio chiese sconcertato «come fosse possibile che venisse nominato in un istituto italiano di cultura all’estero qualcuno che non conosce neppure la lingua del Paese di destinazione». Mentre il senatore dipietrista e patron dell’associazione dei consumatori Adusbef Elio Lannutti, in altra interrogazione al ministro Terzi, si scagliò contro il «fiume di denaro pubblico enorme» che scorrerebbe «tra il Ministero per gli Affari esteri e le 352 sedi diplomatico-culturali all’estero», con particolare riferimento agli Iic (gli Istituti italiani di cultura all’estero), a suo avviso da sempre «ricettacolo di una blasonata quanto paludata parentopoli» i cui direttori «vengono nominati sulla base di una serie di scambi di favori e amicizie, senza che i candidati abbiano particolari meriti», a dispetto dei precisi requisiti previsti dalla “401”, «prestigio culturale ed elevata competenza».