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 2012  agosto 25 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CONCORSO PER LA SCUOLA


REPUBBLICA.IT - CRITICHE DI PARTITI E SINDACATI
ROMA - La svolta non c’è. Perchè nel piano crescita del governo Monti 1 "ci sono misure buone, alcune meno buone e discutibili". Ma quello che serve davvero al Paese per ripartire è "un Patto per la crescita e per il lavoro che impegni tutti i soggetti: senza non si va da nessuna parte". Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni commenta così le misure per la crescita. Poi l’invito all’esecutivo: "Mi aspetto che anche i sindacati siano convocati dal governo al tavolo già in programma con le imprese e le banche il 5 settembre". Perchè, a quel punto, "chi vuole prendere impegni li prende".
Per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: "E’ stato un Consiglio dei ministri più di intenzioni che di decisioni, anche intenzioni buone, alcune anche molto buone. Io mi permetto di raccomandare molta concretezza". E sull’agenda Monti: "Bisogna allestire il tavolo delle crisi industriali, bisogna dare un’occhiata ai pagamenti per le piccole imprese, bisogna guardare al sistema delle tariffe, ai prezzi come quello della benzina". E ancora: "Bisogna verificare se le banche dati che andavano allestite per la lotta all’evasione fiscale e per la tracciabilità siano state veramente allestite". Poi l’applicazione della spending review, in cui coinvolgere "le forze sociali, le regioni e gli enti locali".
E le critiche al piano crescita arrivano anche dalle forze politiche. Per Fabrizio Cicchitto, Pdl, "il Consiglio dei ministri di ieri
è stato dominato dai richiami del ministro Grilli al rigore economico". E "vengono in mente gli attacchi che a suo tempo fecero Marcegaglia e sindacati al governo Berlusconi perchè mancava a loro avviso il capitolo-crescita. Oggi quegli stessi attacchi dovrebbero essere rivolti al governo Monti che parla di crescita nei giorni festivi e poi nei giorni lavorativi fa solo marginali operazioni di restyling".
Poi Antonio Di Pietro, "dopo ore e ore di Consiglio dei ministri, Monti, Passera e Grilli si sono presentati al Paese, ieri sera, per cercare di vendere ai cittadini la solita partita di tappeti vecchi e mangiucchiati dalle tarme come se fosse nuova e di gran valore". Per il leader dell’Idv, "di concreto non hanno fatto niente. Però, sono prodighi di promesse e impegni". Duro anche Roberto Calderoli, Lega Nord: "Per nove ore ieri a Palazzo Chigi ha suonato l’orchestrina del Titanic del Governo Monti, ma senza produrre neppure il canonico topolino". Ancora: "Povero Paese e povera Padania: se le idee per il rilancio del Paese e della sua economia sono le cialtronate che si sono lette sui giornali allora conviene a tutti una divisione consensuale del Paese come fece a suo tempo la Cecoslovacchia".
(25 agosto 2012)

CORRIERE.IT SULLA SCUOLA
Il 24 settembre verrà pubblicato un bando di concorso per coprire quasi 12.000 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado (11.892 cattedre posti vacanti). Altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie.
MODALITÀ INNOVATIVE - L’annuncio è arrivato venerdì sera dal ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca. «La procedura concorsuale avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli - spiega il Miur -. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso. A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’anno scolastico 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione».
QUATTRO NUOVI DECRETI - Il Consiglio dei Ministri inoltre ha esaminato e approvato quattro decreti sempre in materia di scuola. Tra questi, uno prevede l’assunzione a tempo indeterminato, già a partire dall’imminente anno scolastico, di 1213 dirigenti scolastici e della trattenuta in servizio di altri 134, oltre all’assunzione di 21.112 unità di personale docente ed educativo; un altro l’assunzione di 60 docenti di I e II fascia per le Accademie e i Conservatori di Musica. Infine, via libera anche a un piano straordinario di assunzioni per professori universitari associati: per l’anno in corso si prevede l’assegnazione agli atenei della seconda tranche di risorse destinate alla chiamata di professori di II fascia per un importo di 15 milioni di euro relativo al 2012 pari ad una spesa annua a regime di 90 milioni di euro. Tali risorse consentiranno l’assunzione di un numero di professori di II fascia compreso tra 2.500 e 3.000.
LA VALUTAZIONE - Nasce, inoltre, il Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. Il ministero dell’Istruzione ha proposto un Decreto che riguarda l’istituzione e la disciplina del Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione delle istituzioni scolastiche e formative, comprese le scuole paritarie, definendone finalità, struttura e modalità di funzionamento, in linea con le migliori prassi internazionali.

PEZZO SUL CORRIERE DI STAMATTINA DI VALENTINA SANTARPIA
ROMA — È dal 1999 che non succedeva: il 24 settembre verrà pubblicato il bando del concorso per selezionare insegnanti nuovi di zecca, 11.892 per la precisione, da destinare alle scuole statali di ogni ordine e grado. Dribblando le contestazioni e lavorando sul territorio, a costo di girare per l’Italia per visitare ogni settimana una scuola diversa, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo è riuscito ieri a ottenere in Consiglio dei ministri il via libera al suo piano «ardito». Tra le 21.112 nuove assunzioni annunciate il 7 agosto scorso, infatti, la metà sarà composta da docenti in attesa nelle vecchie graduatorie, e l’altra metà sarà assunta attraverso un concorso e immessa in ruolo già per l’anno scolastico 2013-2014. Quindi, nessuna prova «abilitante», come negli anni e nei mesi passati, quando i candidati non avevano alcuna certezza di arrivare all’ambito traguardo della cattedra. Ma una sfida concreta, su base regionale, per titoli ed esami. Alla fine di ottobre si svolgerà la pre-selezione nazionale, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso: dopo il pasticcio dei Tfa (i test adottati nell’ultimo concorso di abilitazione, che hanno rivelato imbarazzanti domande inesatte), il ministero non vuole rischiare. Fatto il pre-test, a gennaio si svolgeranno le prove scritte (che comprenderanno anche una prova di verifica delle competenze disciplinari) e successivamente le prove orali, con tanto di simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica: il tutto in tempo per far iniziare ai nuovi insegnanti l’anno scolastico 2013-2014. A questo primo bando ne seguirà un altro entro maggio 2013, con l’idea di promuovere nuovi concorsi ogni due anni.
Ma qual è l’obiettivo? È quello di affiancare ai precari storici, sfiniti da anni di supplenze, «nuova linfa», neolaureati pieni di voglia di fare e di insegnare. Era proprio questo il punto su cui si rischiava di non trovare l’accordo: il Pd e qualche sindacato hanno manifestato insofferenza rispetto all’idea di assumere nuovo personale, mentre ci sono centinaia di docenti abilitati che aspettano da anni. Per Marcello Pacifico dell’Anief ci sarebbero addirittura 100.000 supplenti precari, pronti a denunciare all’Unione europea lo Stato italiano, e mancherebbero 35.000 Ata (impiegati tecnico-amministrativi): una sovrastima realizzata considerando tutti quelli che sono stati utilizzati come personale Ata anche per brevissimi periodi. Ma a proposito dei docenti, il ministro, forte di una moglie insegnante, ha convinto tutti sulla sua linea: con il decreto adottato ieri nello stesso tempo si valorizzano le vecchie esperienze e i nuovi talenti, nell’ottica di un «equilibrio tra le generazioni». I posti saranno ovviamente assegnati equamente a tutte le classi di concorso e a tutte le Province, ma saranno gli uffici territoriali a chiamare i docenti. Non sono ancora le 34 mila assunzioni che servirebbero di fatto per risolvere i problemi della scuola italiana, ma sono una bella boccata di ossigeno. Anche perché sono associate all’assunzione di 60 docenti di accademie e conservatori di musica, 280 impiegati nel settore tecnico-amministrativo, 134 presidi trattenuti in servizio e anche l’entrata di 1.213 nuovi dirigenti scolastici. Dirigenti che, se tutto va bene, dall’anno prossimo saranno tenuti a seguire le linee guida dell’Invalsi per il raggiungimento degli obiettivi: il Consiglio dei ministri ha infatti dato ieri, come previsto, anche il primo via libera al regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione, una grande novità che permetterà di fare le pagelle anche alle scuole e ai suoi dirigenti, premiando i virtuosi e bacchettando i meno efficienti. Il sistema si baserà su tre pilastri: l’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione) che definirà gli standard a cui le scuole devono attenersi; l’Indire, che si occuperà della formazione dei docenti; e gli ispettori, che valuteranno le scuole e daranno loro dei «voti». «Zero confronto e zero risorse», critica il segretario generale della Cgil Mimmo Pantaleo, annunciando una raccolta di firme per modificare i contenuti del regolamento. Ma il ministero già annuncia che, contemporaneamente all’acquisizione dei pareri degli organi consultivi (Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato, Commissioni parlamentari) «si aprirà un percorso di consultazioni e confronto sul testo con gli operatori del mondo della scuola, con le realtà associative rappresentanti i genitori, gli studenti e la società civile, nonché con i sindacati del comparto e con le forze politiche».
Novità in arrivo anche nell’ambito università. Assegnati 15 milioni di euro per l’assunzione di 2.500-3.000 professori di seconda fascia, ripartiti tra tutte le università statali anche in base ai risultati della didattica e della ricerca raggiunti da ciascun ateneo e alla virtuosità dimostrata nella spesa del personale. Ancora una volta, è il merito ad essere premiato.
Valentina Santarpia

ARTICOLO SULLA SCUOLA USCITO STAMATTINA SU REPUBBLICA DI VALENTINA CONTE
LA SCUOLA al centro della crescita per far ripartire il Paese. Il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva decide di scommettere sul vero motore di cambiamento della società e dell’economia italiana, non solo confermando le previste assunzioni di dirigenti scolastici - gli ex presidi - e professori. Ma bandendo, per la prima volta dal lontano 1999, un nuovo concorso per docenti. In tutto, tra decreti e bando, si tratta di oltre 34 mila professionalità. Un barlume di luce che si affianca a un altro traguardo storico: l’approvazione del regolamento che rende operativo il Sistema nazionale di valutazione delle 9.150 scuole italiane, a undici anni dalla sua ideazione. Un meccanismo che consentirà di valorizzare i punti di forza e superare le debolezze di tutti gli istituti del
Paese, dalle primarie alle secondarie. Secondo criteri di efficienza e meritocrazia. E con un occhio all’università e al mondo del lavoro.
ASSUNZIONI E NUOVO CONCORSO
Il Cdm di ieri ha approvato due decreti che consentono l’assunzione di 1.213 dirigenti scolastici, vincitori di concorso, e ben 11.892 docenti. Un bacino, quest’ultimo, che ricomprende insegnanti in attesa da decenni e parcheggiati nelle graduatorie ad esaurimento, create con le
supplenze. Ma anche i vincitori di concorsi del 1991 e del 1999. Un secolo fa. Il nuovo bando, il primo da 13 anni, farà invece spazio a 11.892 nuovi docenti e sarà aperto, ovviamente, anche ai tanti ancora in graduatoria e che, specie i trentenni, potranno sperare di entrare in ruolo senza aspettare i cinquant’anni.
IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE
Si chiama Snv ed è stato inventato nel 2001. Pensato dal ministro Moratti, implementato da Fioroni con l’Invalsi e la valutazione
dei dirigenti, sperimentato dalla Gelmini, il Sistema potrebbe finire in
Gazzetta ufficiale
entro l’anno. Ieri è stato approvato il Regolamento in sette articoli. Ora mancano ancora 5 passaggi istituzionali, mentre una prima verifica degli strumenti partirà già a settembre in 300 scuole italiane. «Se vogliamo mettere il Paese al centro, dobbiamo porre la scuola al centro. Perché la scuola è il cuore del Paese e migliorarla è utile a tutti - genitori, insegnanti, studenti - ma anche alla politica»,
commenta il sottosegretario Elena Ugolini che dal 2001 segue la lunga elaborazione del Snv.
COME FUNZIONA
Anche qui l’Italia arriva in ritardo. In Inghilterra un sistema di valutazione esiste da vent’anni. Così in Olanda e Australia. E nei principali Paesi Ocse. Il nuovo meccanismo prevede alcuni passaggi che consentiranno di riorganizzare i dati che oggi il Miur, il ministero dell’Istruzione, già possiede, renderli standard e confrontabili poi con le
migliori esperienze straniere, ma anche con tutto ciò che viene dopo la scuola: l’università e il lavoro.
I PASSAGGI
Il primo
step
è l’autovalutazione. Ad ogni scuola sarà inviato un fascicolo elettronico con i dati del Miur su alcuni elementi chiave: assenze degli insegnanti, tasso di ripetenza degli studenti, il successo o meno del ragazzo nei passaggi scolastici successivi, l’inserimento nel mondo del lavoro o la carriera
universitaria. Gli istituti correggono o completano il fascicolo, costruiscono un Rapporto e propongono un Piano di miglioramento. Il secondo
step
è la valutazione esterna fatta da appositi “Nuclei di valutazione”, composti da tre persone: un ispettore del ministero dedicato e due “esperti”. Il Nucleo arriva nelle scuole (si partirà da quelle con criticità, per poi arrivare a tutte) e discute il Piano con dirigente e docenti. Terzo
step,
le “azioni di miglioramento” messe in campo dagli istituti stessi. Ultimo
step,
la sintesi tra i due Rapporti (della scuola e del Nucleo) sarà la base per la valutazione finale del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, già oggi incaricato a questo scopo, ma mai operativo. Mancavano gli strumenti, ora sono arrivati.

REPUBBLICA - LE POSIZIONI DI CGIL-CISL-UIL SULLA SCUOLA
SALVO INTRAVAIA
ROMA
— Su valutazione e reclutamento il ministro Profumo incassa una sostanziale approvazione del mondo della scuola. Dopo l’approvazione dei provvedimenti di ieri in Consiglio dei ministri, la vita di docenti, dirigenti scolastici e alunni cambierà ma la cosa dovrebbe avvenire in maniera soft. Senza cioè i traumi dei precedenti sistemi di valutazione lanciati dal ministro Gelmini. Anche l’esigenza di un nuovo sistema di reclutamento che premi i migliori e soprattutto porti in cattedra docenti giovani viene salutato con un certo favore ma la strada da precorrere è ancora lunga. Per l’ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni (Pd), «l’approvazione della bozza di regolamento sulla valutazione e l’apertura del confronto è un atto estremamente positivo». Lo spauracchio degli insegnanti è sempre stata la valutazione singola del proprio operato. «Quella che esce dalla bozza approvata oggi — spiega Fioroni — è invece una interpretazione migliorativa della legge vigente: i docenti avranno la consapevolezza che la valutazione non è un avviso di garanzia da temere ma l’occasione per migliorare il risultato del proprio lavoro. Partendo dall’autovalutazione
d’istituto si individueranno le cose che non vanno e si cercherà con l’aiuto dell’Indire di migliorarle». Senza premi né punizioni.
Anche i sindacati approvano il lavoro del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo. «La scuola — spiega Francesco Scrima, leader della Cisl scuola — ha bisogno di valutazione. E quello che traspare dalla bozza di regolamento approvata dal governo è un modo per creare, senza punizioni, la cultura della valutazione che mancava». Inoltre, «viene introdotta anche la valutazione del dirigente scolastico cui va la retribuzione di risultato”. Per Massimo Di Manna, a capo della Uil scuola, «i tempi di attuazione saranno lunghi ma il provvedimento avrà effetti senz’altro positivi sulle scuole». Il motivo è presto detto. «Si punta sulla valutazione complessiva delle scuole e non sulla valutazione del singolo docente — continua Di Menna —. Inoltre, al centro del processo viene messo il risultato delle attività formative: un mutamento importante per la scuola che prima badava soprattutto ad avere cosiddette carte a posto». Nelle scuole la vita «probabilmente cambierà e migliorerà
perché sapere che c’è un soggetto esterno che contribuisce alla valutazione dei risultati cambierà anche l’operato degli stessi insegnanti».
Ma c’è anche chi boccia senza scusanti le modalità portate avanti dal governo. «La sfida era importante e rilevante per il Paese», dice Mimmo Pantaleo segretario della Flc Cgil. «Quando si affrontano temi di questa portata, generalmente si mettono in campo risorse e idee. Non è il caso della bozza di regolamento sul sistema di valutazione approvata ieri». E in più non vengono stanziate risorse aggiuntive. Insomma, «zero confronto e zero risorse». Sulla esigenza di aprire il reclutamento ai giovani e meritevoli sono tutti d’accordo. Ma occorre, secondo Fioroni, «provvedere al più presto all’approvazione del nuovo provvedimento sul reclutamento degli insegnanti che accorci i tempi di permanenza all’università valorizzando l’esperienza all’interno delle scuole». «Spero — conclude l’ex inquilino di viale Trastevere — sia anche l’occasione per rivedere il Tfa, accorciando i tempi ed evitando inutili spese aggiuntive per i futuri insegnanti».

PEZZO SULLA STAMPA DI STAMATTINA DI RAFFAELLO MASCI
Ricordatevi questa sigla: Snv. Sta per Servizio nazionale di valutazione: se veramente riuscirà a partire e a decollare, saremo ad una svolta nella scuola e al coronamento di un sogno che hanno accarezzato (e perseguito) almeno gli ultimi 8-9 ministri dell’Istruzione. Ma ieri il ministro Francesco Profumo ha visto approvare altri tre decreti in materia di Istruzione, il più rilevante riguarda il fatto che dopo 13 anni (dal 1999) viene bandito un concorso per 12 mila (11.892) nuovi insegnanti: i giovani potranno entrare nella scuola.
Il governo, dunque, nella riunionefiume di ieri ha varato il Snv, cioè quello strumento attraverso il quale la scuola sarà in grado di capire se funziona, quali carenze ha e come può rimediare, ma anche quali sono i suoi punti di forza. È come se il sistema dell’Istruzione, ma anche le singole scuole, andassero da una sorta di «medico» che le visita, fa una diagnosi, prescrive una cura e segue il decorso della malattia (diciamo così). La scuola ne verrà fuori fortemente rafforzata in tutte le sue immense potenzialità, e la professionalità degli insegnanti verrà valorizzata. Questi, almeno, gli obiettivi.
Il Sistema di valutazione si fonda su tre pilastri: il primo è l’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), che si è occupato di questa materia fino ad ora ma con minore competenze. Il secondo è l’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che è - nella metafora che prima abbiamo utilizzato - il «medico», il quale fornisce gli strumenti per sanare eventuali lacune e per innescare un processo di miglioramento. Il terzo pilastro è quello degli ispettori, che collaborano nella fase di valutazione esterna delle scuole.
Ma il punto di forza di tutto il sistema, è però l’«autovalutazione» delle scuole, attraverso la quale i singoli istituti, sulla base di dati forniti dal sistema informativo del Ministero e dall’Invalsi, potranno misurare l’efficacia del proprio lavoro. Il «Rapporto di autovalutazione» sarà la base su cui lavoreranno tutti e tre i soggetti del Servizio nazionale.
«Gli esiti del procedimento di valutazione - ha sottolineato il ministro Profumo - non hanno l’obiettivo di sanzionare o premiare ma intendono rendere pubblico il rendimento della scuola in termini di efficacia formativa». Si fa, insomma, perché ogni scuola conosca i suoi meriti, e le sue debolezze e ne faccia tesoro. Non per stangare qualcuno.
Tutto bene. Sennonché il ministero ha anche spiegato che «da questo intervento normativo» non deriveranno «nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Si fa tutto senza soldi, insomma. Da qui le riserve del sindacato che, a fronte di un ulteriore aggravio di lavoro sugli insegnanti e sulla struttura amministrativa, non vede neppure il beneficio di un quattrino.
Si diceva poi delle assunzioni: oltre ai 12 mila nuovi insegnanti, il ministero assumerà circa 21 mila docenti e amministrativi già presenti nella scuola come precari.