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 2012  agosto 25 Sabato calendario

ATTENZIONE: PEZZO CON NUMEROSE IMPRECISIONI


LE LETTERE SEXY DEL CONTE CAVOUR

Perse la testa per una ballerina. Era Bianca Berta di Valentino Servitz-Ymar, un’ungherese bella quanto spregiudicata, all’epoca sposata col coreografo triestino Domenico Ronzani. Cavour le scrisse lettere incandescenti
Camillo Cavour fra il 1857 e il 1861, all’apice del suo potere, scrisse 24 lettere molto erotiche, che vennero bruciate 33 anni dopo, per evitare che finissero sui giornali e compromettessero l’immagine pubblica dello statista. Contenevano frasi esplicite, che testimoniavano il suo ardore passionale nei confronti di Bianca Berta di Valentino Servitz-Ymar ,una ballerina ungherese bella quanto spregiudicata, all’epoca sposata il coreografo triestino Domenico Ronzani. Il carteggio, riunito nel 1894 da Alessandro Pasony, un collezionista d’autografi viennese, venne acquistato per mille lire, pari a oltre 4 mila euro, da Costantino Nigra, allora Ambasciatore a Vienna.
Il denaro fu messo a disposizione da Domenico Berti, segretario personale di Re Umberto I. Il sovrano, con il consenso degli eredi di Cavour, finanziò l’acquisto e approvò l’idea di distruggere il plico, come suggeriva Nigra. Degli ardori sessuali di Cavour per la Ronzani gli storici erano consapevoli. Avevano notizia di quegli scritti piccanti, ma ora sono state trovate le prove della loro imbarazzante esistenza e della loro distruzione. Roberto Favero, presidente del Centro Studi Costantino Nigra , annuncia di averle trovate negli archivi della Fondazione Cavour di Santena. Sono i rapporti che Nigra inviò a Berti e a Emilio Visconti Venosta, marito di Maria Luisa Alfieri, erede di Cavour al tempo in cui si manifestò il caso.
Così Nigra scrisse a Berti il 19 giugno 1894: «Vengo a chiedere il vostro concorso a un’opera pietosa verso la memoria del nostro comune amico, il conte di Cavour. Ho scoperto qui a Vienna un pacco di lettere intime di Cavour dirette, negli ultimi anni della sua vita (1857-1860) a Bianca Ronzani. Le lettere, ispirate da una violenta passione, scritte con imprevidente abbandono, piene di particolari del carattere più intimo, farebbero torto alla memoria di Cavour, se conosciute e pubblicate». Nigra chiede di poterle acquistare. È pronto anche a pagarle di persona.
Spiega che Pasony è un galantuomo «rispettabile». Per questo non pretende troppo . «Se egli volesse tirar partito da queste lettere vendendole al pubblico - nota Nigra - potrebbe ricavare un prezzo ben superiore alla somma richiesta che è di lire mille, atteso l’allettamento di malsana curiosità e di scandalo che non mancherebbero di generare. Vi prego di riferire tutto ciò al Re», che ordinerà di concludere l’affare. Prima della fine di giugno il carteggio è nelle mani di Nigra. Lo invia a Re Umberto I, che dopo averlo letto affida a Costantino Nigra la distruzione delle lettere, previo il consenso degli eredi di Cavour.
Il 28 luglio, ricevuto il parere favorevole di Visconti Venosta, Nigra lo informa di avere «arso, in presenza deduca di Avarna, le note lettere, in numero di 24. Unisco qui il certificato di quell’atto, che è destinato alla marchesa vostra moglie. Mando il duplicato al marchese Alfieri (padre della sorella Adele). Unisco anche la copia di tre, anzi di quattro di questi documenti, affinché vogliate farvi un’idea del carattere di quella corrispondenza e della convenienza di non lasciarla cadere in pubblico dominio. Fatemi il piacere di distruggere anche quelle copie.»