Alessandra Arachi, Corriere della Sera 24/08/2012, 24 agosto 2012
«COSI’ BELLA CHE NON LA BACIAI»
Sara. Capelli cortissimi. Occhi da cerbiatta. Fianchi sinuosi. Seni imbarazzanti. La sicumera di chi sa che sì, adesso schiocco le dita e arrivi tu, ma anche l’altro, e quell’altro ancora, e pure il suo amico. Una folla adorante per lei, Sara: ricordate questo nome.
Gianrico Carofiglio ci metterà molte ore prima di tirarlo fuori. Ma non per un problema di memoria. Parte da lontano il magistrato che ha triplicato la sua vita grazie alla politica e, soprattutto, ai suoi best seller.
«Avevo 25 anni. Avevo appena superato il concorso: ero diventato magistrato. Avrei cominciato a lavorare, dopo l’estate. Sono partito prima, quindi. Una vacanza a Londra con la psicologia di un liceale che ha appena fatto gli esami. La mente vuota. Unico obiettivo, divertirmi».
Aveva 25 anni Carofiglio e le notti nel residence dietro la stazione di Baker Street, quella di Sherlock Holmes, filavano via fra incursioni notturne nei supermercati indiani, bagnate dalla birra, e le risate lievi, e lo stupore adolescenziale di scoprire una metropoli che già negli anni Ottanta viveva ventiquattro ore al giorno.
«Sarei partito contento e appagato, alla fine. Avevo anche esercitato il mio inglese. Avevo un taccuino pieno di indirizzi internazionali. E molti racconti da dispensare agli amici nella mia Bari». Sarebbe partito di lì a due giorni Gianrico, pronto a servire la giustizia, a varcare un confine che lo avrebbe allontanato per sempre dalla spensieratezza degli studi.
«Era grande quel residence dove ho abitato a Londra. C’erano tante persone. Ma io c’ero stato quasi un mese ed ero convinto di aver conosciuto praticamente chiunque». Eppure Sara non si era mai mossa da quel residence, in tutto quel mese. Gianrico è andato a sbattere contro di lei nell’androne, e adesso racconta che è stato un caso, e che appena l’ha vista avrebbe voluto dare le capocciate contro il muro, mancavano solo quarantotto ore al suo volo di ritorno per Bari, troppo poche per troppa bellezza.
«Non era da sola Sara, era venuta a Londra insieme con due amiche. Carine, anche le amiche. Ma nessun paragone possibile con lei. Sara assomigliava ad Audrey Hepburn. Era partita dalla Sicilia, da Catania. Lei sì che aveva appena finito il liceo, fatto gli esami di maturità. L’ho vista e ho cominciato a balbettare».
Gianrico ha visto Sara come dentro una visione, e ha cominciato a fantasticare. «Lei sarebbe rimasta a Londra ancora un bel po’. Io ho pensato di cominciare a cercare lavoro in città. Volevo rimanere al suo fianco il più a lungo possibile, semplicemente. Ero disposto anche a fare lo sguattero». Succede spesso: si fanno progetti per scalare una montagna e non ci si accorge di avere sotto gli occhi le stelle alpine.
«La prima sera siamo stati a chiacchierare e chiacchierare e chiacchierare, fino a notte fonda. Sara non abbassava mai lo sguardo. Io sentivo che le gambe mi cedevano, parola dopo parola. La mattina dopo mi sono svegliato di buon ora e sono andato a comprare il giornale con gli annunci economici di lavoro». Inutilmente.
La seconda sera è diventata notte ben più fonda della prima, ma Gianrico non ha trovato il coraggio di oltrepassare il bordo dell’impulso. Sara ha continuato a guardarlo e adesso viene da chiedersi in che modo, visto quello che Carofiglio sta per rivelare.
«Sono tornato a Bari senza aver trovato nemmeno il coraggio di darle un bacio. Era settembre. Non l’ho mai raccontata questa storia, a nessun amico. E nemmeno il seguito della storia, quella lettera. Mi arrivò che era quasi Natale. Arrivava da Catania. L’aveva scritta Sara. Ho immaginato l’espressione del suo viso, mentre la leggevo: "Caro, ma io ti piaccio o no? Ci sono sempre tante persone pronte a saltarti addosso e quando sei tu invece a volerlo questo non succede».
Dopo quella lettera Gianrico avrebbe voluto sì avere il famoso muro per la capocciate a portata di mano. Un rimpianto quello per Sara che non lo ha mai abbandonato. «Però alla fine qualcosa è successo: questa persona si è insediata nel mio ultimo romanzo, Il silenzio dell’onda». Consolazioni da best seller.
Alessandra Arachi