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 2012  agosto 24 Venerdì calendario

BASTA LAVORARE IN PIEDI PER ESSERE IN FORMA?

Quando lo scrittore-giornalista Ralph Gardner Jr. ha saputo che il dottor Anup Kanodia era a New York ha pensato che fosse finalmente arrivata l’occasione di mantenere il suo ultimo proposito: buttare giù la pancia, e senza faticare troppo. Perché il ricercatore del Centro per l’assistenza sanitaria personalizzata dell’Università dell’Ohio è un guru in fatto di tenersi in forma sfruttando le ore passate in ufficio, semplicemente lavorando in piedi invece che seduti. Così ha incontrato il dottor Kanodia, l’ha portato nella redazione del Wall Street Journal e gli ha chiesto di aiutarlo a trasformare la sua occasionale postazione di lavoro — un cubicolo finestrato con computer e poltrona solo in parte ergonomica — nella sua «palestra».
Detto fatto: il guru ha tirato fuori un tavolino con gambe telescopiche, l’ha appoggiato sulla scrivania e sopra ci ha messo il computer. Quindi ha completato la scena piazzando due tazze di caffè Starbucks. E si è lanciato nell’elencazione delle regole di lavoro capaci di trasformare un homo sedentarius in uomo sano. La premessa: la sedentarietà è pericolosa quanto l’abuso di alcol e fumo. La presa di coscienza: l’esercizio fisico non mitiga i rischi di otto ore alla scrivania. La rivelazione: lavorare in piedi permette di bruciare il 50% in più delle calorie. Trasformando quelle due tazze di caffè al latte o al caramello di Starbucks in un piacere e non in un senso di colpa.
Lavorare in piedi, ha spiegato poi il dr. Kanodia nell’articolo scritto sul Wall Street Journal, non solo fa bruciare il 50% in più di calorie — svela il calcolatore sul sito JustStand.org: all’incirca tra le 200 e le 400 calorie per otto ore di lavoro, a seconda del peso e del sesso — ma migliora anche la circolazione, il livello di attenzione. E persino la creatività. Lo sa bene lo scrittore Philip Roth che lavora sempre in piedi. E lo sanno bene anche i pionieri della Silicon Valley: tra i dipendenti di Google e Facebook sono sempre di più quelli che chiedono una scrivania stile tavolo bar. In Svizzera e nei Paesi Scandinavi i tavoli da lavoro regolabili hanno fatto da tempo il loro debutto.
Un bene solo per la forma fisica, la creatività o per la salute tutta? Per la salute tutta sostiene il neurochirurgo Maurizio Fornari che ricorda come l’homo erectus abbia sacrificato molto proprio per avere gli arti superiori liberi per attività manipolative e creatività. «Lavorare in piedi poi — spiega — aiuta a mantenere l’efficienza della nostra colonna vertebrale e a prevenire la sua degenerazione». Poi aggiunge: «Chiaramente lo stato posturale deve essere un po’ variato, anche se quando si sta in piedi si è sempre in movimento». Quindi ben venga uno sgabello su cui sedersi di tanto in tanto, o una passeggiatina. «Perché la postura fissa in piedi — interviene anche l’ortopedico Gianfranco Fraschini — è al contrario la peggiore: che si bruci di più è relativo, forse migliora un po’ l’attenzione, ma in piedi così come seduti il problema delle posizioni incongrue resta».
Ne fa una questione di mode il medico del lavoro Angelo Bargiggia: «Bruciare di più si brucia, un minimo di energia deve essere usata per permettere ai muscoli di mantenere l’equilibrio: 200 calorie sono però mezzo panino, ricordiamocelo. E alla salute tutta fa sicuramente meglio una posizione variabile che unica». Parole sante anche per il sociologo Domenico De Masi: «Dai primi anni del ’900 è stata studiata la posizione ottimale per ogni tipo di lavoro, lavori fisici soprattutto. Oggi che quelli fatti con la testa sono il 70% la posizione ideale, anche per stare in forma, è quella che ognuno sceglie in quel preciso momento. Se il Kamasutra ha 45, 100 posizioni e ogni notte nel sonno ne cambiamo almeno 80, perché al lavoro dobbiamo tenerne una soltanto perché così dice la moda?».
Alessandra Mangiarotti