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 2012  agosto 23 Giovedì calendario

LIGNANO, L’ORRORE E I SOSPETTI SPUNTA LA PISTA DELLA VENDETTA

PERCHÉ un uomo, che gli amici descrivono «buono come il pane», non consegna a chi in quel momento fa del male alla donna della sua vita, a chi sta per ucciderla, i soldi nascosti a portata di mano? Perché muoiono ammazzati in due, Paolo Burgato, 69 anni, e sua moglie Rosetta Sostero, di 65, marito e moglie, e quei 40mila euro in contanti restano là, dietro il battiscopa, sepolti e inutili? Sarà il figlio Michele a farli trovare ai carabinieri e Lignano Sabbiadoro, ombrelloni e gelati, alberghi anche popolari e negozi dove non ti derubano, da sempre un posto per famiglie, è diventato un posto dove si piange, si protesta, si bisbiglia. E dove in tanti s’interrogano su che cosa possa essere accaduto tra il negozio di via Udine, la pizzeria là vicino, e la bella villa in via Assia. Perché proprio Paolo e Rosetta, che tutti conoscevano e stimavano? E perché in questo modo, con tanta crudeltà? L’ultimo dettaglio è ben strano. Nel sopralluogo è stato trovato, sulla rampa del garage usato dagli assassini per entrare, un “prezzino”: uno di quei bigliettini adesivi con il prezzo, circa 80 euro, e secondo alcuni detective potrebbe essere quello di un coltello di 25 centimetri molto probabilmente venduto nel negozio di ferramenta delle vittime. I caratteri sono simili, il formato è simile. Chi ha ucciso, quindi, ha comprato o preso il coltello dalle mani di Paolo o Rosetta? Ed è stato riconosciuto come un cliente, anche occasionale? La scena del delitto è di quelle che sembrano studiate apposta per decuplicare le domande e oscurare le risposte plausibili. Ripercorrere la sequenza dell’orrore lo dimostra: ogni indizio è ambivalente.
La scientifica dei carabinieri ha individuato nel cortile della villa le tracce di due persone, che hanno calpestato un paio di alberelli. Pochi, pochi se si tratta di una delle “bande delle ville”, abituate a muoversi in gruppi più numerosi. Giusti, se si tratta di due balordi che forse vanno anche a sedersi non lontano da Paolo e Rosetta mentre mangiano la pizza, li ascoltano che parlano di denaro, e li precedono a casa, dove i coniugi arrivano in bicicletta, all’una e mezza di notte, tra sabato e domenica.
Marito e moglie entrano nel garage e solo quando Paolo stacca il sistema d’allarme, scatta l’aggressione. Gli assassini avevano buone informazioni dall’interno della casa, da parenti, da colf, da amici? Oppure solo l’esperienza ha consigliato
quel tipo di attacco, così
ben riuscito per due estranei?
La rapina: c’è stata nella realtà o è una simulazione? La domanda è ricorrente, in queste ore, perché se i due assassini (se sono due, come stabiliscono i rilievi tecnici) volevano i soldi, occorre obbligatoriamente ritornare alla domanda principale: ma perché mai marito e moglie non glieli hanno dati? Perché erano spaventati? Perché gli aggressori avevano perso la testa? O perché – questo il punto cruciale - era comunque inutile consegnare del denaro?
Le “cose certe” sono purtroppo le più crudeli da riferire. La casa appare in ordine agli investigatori. «Troppo in ordine» per una rapina. Rosetta resta legata alla sedia, nel seminterrato, e Paolo viene
portato in giro, pestato, gli viene infilata la testa nel water. Ma si tratta della simulazione di una rapina, di due che sono già condannati a morte?
Ora, se è stata una simulazione, non è improbabile che l’odio emerga, che un altro movente salti fuori dal buio, come succede ai fiumi carsici. I carabinieri fanno domande tra i giostrai, nel mondo dell’usura e persino tra i ricchi russi che hanno acquistato da Rino Sostaro, fratello di Rosetta, gli ultimi attici dei palazzoni che hanno, in misura minima, ma non trascurabile, trasformato Lignano in una piccola Miami. Anche la villa del massacro è stata costruita dal fratello, uno che ha cambiato il volto di Lignano negli anni del boom: da una palude che era è diventata
una superspiaggia, un posto dove è arrivata la ricchezza. Da pochi mesi, però, Rino Sostaro è in crisi. Ha un buco di 56 milioni di euro, e ieri è stato interrogato per due ore. Ha negato qualsiasi usura, qualsiasi fattore di rischio criminale. Ma come non indagare su una possibile vendetta, vista la coincidenza tra il crac e questo delitto che vede per vittima una Sostaro? Dalla villa di Paolo e Rosetta sono spariti qualche gioiello, qualche soldo. La borsetta della vittima, hanno notato gli inquirenti, è chiusa. Ma – domanda – è sempre rimasta chiusa, e ignorata dai ladri? Oppure, come accade automaticamente alle donne, qualcuno l’ha richiusa dopo avervi frugato? I due che sono saltati dentro casa sono dunque un uomo e una donna?
Questa sequela di interrogativi dipende soprattutto dalla serie di colpi inferti contro Rosetta. Non è raro che nelle tragedie dell’umanità le sevizie più atroci, le torture, “il colpo in più”, vengano riservati alle donne e ai bambini. In questo caso Rosetta ha subito molti più tagli del marito, e prima del marito, bastonato e colpito alla testa, è morta.
Rapina finita male? Vendetta? Un odio speciale, covato nell’ombra? Le questioni in mano ai carabinieri del capitano Fabio Pasquariello tornano sempre allo stesso punto in cui erano domenica mattina, quando il figlio Michele, detto “il conte” per le sue arie da benestante di provincia, bravo ragazzo che convive con la fidanzata, lancia l’allarme e non contamina la scena del crimine. Quando Lignano, che ha tremila abitanti doc, anche se d’estate arriva a 60mila presenze, viene ferita dal dolore inatteso, quasi impossibile
da sopportare. Non è a caso che in questa zona arrivò uno degli antichi pericoli pubblici italiani, Renato Vallanzasca, per nascondersi dopo essere evaso: tra queste strade, tra queste spiagge larghe, i delitti sono rari, e uno così crudele non si ricorda. C’è stato uno degli ordigni ingegneristici di Unabomber, poi la calma assoluta. E, quindi, perché proprio Lignano, e proprio due bravissime persone come Paolo e Rosetta? Le telecamere del paese, dei negozi, dell’autostrada, le voci degli amici e dei parenti non portano sinora a nulla. Ma per nulla non si ammazzano così due persone. E oggi, con la Protezione civile, si cerca in laguna il coltello: l’arma di un duplice, inspiegabile omicidio.