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 2012  agosto 23 Giovedì calendario

ANCHE IN GERMANIA RUBANO LE BICI

Alla mia amica Beate hanno rubato la bicicletta davanti a una chiesa, a suo marito davanti all’Università mentre teneva una conferenza. Quella di lei valeva poco, quella di lui era una costosa mountain bike. Peter, figlio di altri amici, è andato a denunciare il furto della sua due ruote.

E hanno denunciato lui per ricettazione: l’aveva comprata di seconda mano, a un prezzo troppo allettante per non dover avere sospetti. Il numero di codice era registrato. Forse non c’è un berlinese a cui non abbiano rubato almeno una volta la bici. E quasi tutti gli abitanti della capitale se ne vanno in giro in bicicletta.

Su un portone d’ingresso nella mia strada scorgo un foglio che riporta un grido disperato: chi ha visto il ladro della mia bicicletta? La signora era affezionata al suo veicolo, e offre una taglia di 50 euro. Difficile, anzi impossibile, che la ritrovi. A Berlino i furti di biciclette vanno aumentando drammaticamente: l’anno scorso sono stati 25.968, sei anni fa erano 18.775, e la percentuale di successo nel trovare il ladro è scesa dal 4,6 al 4,1. Io, da italiano, mi meraviglio che gli agenti si diano da fare, ma i prussiani la pensano diversamente. È probabile che i furti siano anche di più. Molti non denunciano la perdita per non fare la fine di Peter. Il mese scorso, la polizia ha scoperto un deposito di 50 bici rubate e ha invitato le vittime a riconoscere la propria. Solo in tre ci sono riusciti, e comunque si sono presentati in pochi. Probabilmente temevano a loro volta di venire denunciati.

Di seconda mano una bicicletta si acquista per poche decine di euro, ma per andare sul sicuro si dovrebbe chiedere una ricevuta che riporti il numero di serie, e magari una garanzia sull’usato. Solo così si ha la quasi sicurezza che il venditore sia onesto. Nella capitale avviene un gigantesco girotondo di biciclette continuamente rubate e rivendute. Una specie di sport cittadino. Perché i furti aumentano? Non dipende dalla crisi, si assicura. Si dà la colpa perfino al bel tempo: se il sole splende, si sgraffigna la bici del vicino. Sarà, ma a me non sembra che le ultime estati siano state meno piovose.

Non è neanche una caratteristica di Berlino. Si ruba ovunque: le bici rubate l’anno scorso sono state in tutta la Germania 328.748, quasi 1.000 al giorno, e la quota di ritrovamento è comunque più che doppia rispetto alla capitale, il 10,1%. Ci si può assicurare, ma bisogna stare attenti alle norme scritte in piccolo nel contratto. Il premio va da 80 a 140 euro per ogni 1.000 euro assicurati, e ci sono biciclette che costano anche 3 o 4 mila euro. Un esemplare che porta il marchio Ferrari, in metallo ultraleggero, costa, mi dicono, 10 mila euro. Ma è un pezzo da esporre in salotto come un’opera d’arte. L’assicurazione rimborsa solo se si dimostra che l’antifurto non era troppo economico, e che la bici nelle ore notturne era custodita nell’appartamento, in cantina o in garage. Non basta tenerla incatenata nel cortile di casa.

I ladri di biciclette non risparmiano nessuno. Conosco Otto Schily, l’ex ministro degli interni, da decenni, da quando era avvocato dei terroristi della Baader-Meinhof. Insieme con il fratello possiede una casa in Toscana, dalle parti di Siena. Un giorno, sono arrivati con un autotreno e l’hanno letteralmente svuotata, portando via i mobili di famiglia, a cui Schily era affezionato. Lui la prese con fair-play, senza criticare la polizia italiana. «Cose che capitano», mi disse, «quando ero a Bonn mi rubarono due volte la bicicletta». A Berlino no, perché ha rinunciato al velocipede.