Alessandro Carlini, Libero 22/8/2012, 22 agosto 2012
TRA SAMSUNG E APPLE È GIOCO AL MASSACRO
È tempo di resa dei conti fra i due colossi della tecnologia, l’americana Apple e la sudcoreana Samsung. Con le arringhe delle due parti e il dibattito della giuria per trovare un verdetto unanime si va verso la conclusione di una causa che vale molto di più dei danni chiesti dalle due società.
In sintesi: Apple accusa Samsung di aver copiato i suoi prodotti (iPhone e iPad) e chiede 2,5 miliardi di dollari. Samsung, dal canto suo, accusa Apple di aver infranto una serie di brevetti e pretende 422 milioni di dollari. Ma come spiega Bloomberg News, la battaglia dei brevetti rubati tra i due colossi avrà conseguenze impensabili sul mercato globale degli smartphone, valutato in 219 miliardi di dollari. Il vincitore, se ne emergerà uno, potrà mettere le mani su fette sempre più grandi di questa “torta”.
IL VERDETTO
Nelle ultime ore si è tentato, senza successo, di trovare un accordo, senza arrivare a un verdetto finale, che, come ha detto la stessa giudice Lucy Koh, potrebbe costare molto caro alle due società. I boss di Apple e Samsung si sono sentiti al telefono, hanno tentato qualche mediazione, ma alla fine la distanza che li separava era più forte di tutto il resto. Anzi, si sono dati battaglia sulle istruzioni che lo stesso giudice doveva fornire alla giuria. Nello scontro a tutto campo sono finite anche le prove ammissibili, così come le traduzioni fra inglese e sudcoreano. Una lotta al dettaglio che si è vista più volte nelle scorse settimane e che ha spazientito in diverse occasioni la signora Koh. «Non credo a quello che gli avvocati dicono in quest’aula», ha detto il magistrato nei giorni scorsi, spingendosi a chiedere, polemicamente, a uno degli avvocati di Apple se avesse fatto uso di crack per pretendere che Cupertino potesse far intervenire in aula tutti i testimoni che voleva.
Il nodo cruciale resta il testo su cui devono lavorare e pronunciarsi i nove giurati: fra loro un assistente sociale, un ingegnere elettrico e un disoccupato che passa i giorni a giocare al pc. Samsung vuole qualcosa di dettagliato, in cui si specifichi, ad esempio, quali differenti applicazioni su cellulare, come ad esempio i contatti o il browser Web, possano infrangere i brevetti. In questo modo i sudcoreani potrebbero essere avvantaggiati nel caso di un appello.
LE VIOLAZIONI
Apple invece, vuole un approccio più semplice, e chiede di stabilire ai giurati violazioni più che altro a livello di design. Le due arringhe delle parti in causa si muovono in particolare attorno alla progettazione di iPhone e iPad. Per la compagnia di Cupertino, i coreani hanno copiato prima nel 2007 e poi nel 2010 i gioielli voluti dal defunto Steve Jobs. Dall’altra parte, i legali rispondono che la normale evoluzione di queste tecnologie va verso forme rettangolari, con gli angoli smussati, un ampio schermo piatto e una serie di icone colorate. Non solo, hanno contrattaccato, accusando di plagio direttamente la Apple. Fra le testimonianze richieste dagli avvocati della Samsung c’è stata quella di Roger Fidler, esperto di informatica dell’università del Missouri, secondo cui i progettisti della casa di Cupertino si sono basati in realtà sui disegni dello stesso Fidler, che dagli anni ’80 studiava la realizzazione di un tablet e che li ha mostrati loro a metà degli anni ’90. Questo, secondo gli avvocati della casa coreana, proverebbe che Apple non può avanzare rivendicazioni su progetti che essa stessa avrebbe “rubato”. In questa storica diatriba si inserisce un fatto che potrebbe avere una certa influenza sulla giuria e persino orientare la giudice Koh, di origini asiatiche, verso una maggiore comprensione delle ragioni di Samsung. I coreani, infatti, vogliono investire ben 4 miliardi di dollari (e assumere 2500 tecnici) nel loro stabilimento americano per la produzione di chip usati su smartphone e tablet, in particolare proprio su iPhone e iPad. Uno stanziamento del genere non può che avere un certo effetto sulle autorità americane e sulla stessa Apple.
Dal 1996 quelli di Samsung hanno investito nella Samsung Austin Semiconductor di Austin, Texas, ben 13 miliardi di dollari, facendone uno dei più importanti stabilimenti del mondo. Una condanna nel caso Apple colpirebbe di sicuro i tanti progetti " made in Usa" del colosso asiatico e spingerebbe la casa di Cupertino a cercare nuovi chip a Taiwan.