Maria G. Maglie, Libero 22/8/2012, 22 agosto 2012
IL MASOCHISMO DI RIHANNA FERISCE LE DONNE
Che si fa con una diva giovane, bella e miliardaria, divenuta simbolo della violenza domestica perché pestata a sangue da un fidanzato violento alla vigilia di un grande evento che la vedeva protagonista, se tre anni dopo confessa candidamente e pubblicamente che lui in fondo è buono, che la sua non era malvagità ma una richiesta di aiuto, che lei lo ama ancora, che chissà forse si rimettono insieme per futuri appassionati pestaggi? Due schiaffoni a Rihanna ci volevano tutti, qui la sindrome di Stoccolma, il masochismo femminile, la sindrome del «io ti salverò» non c’entrano, non è mica la povera tunisina pestata perché aveva sollevato il velo per la strada in Sicilia, non èmica la moglie massacrata dal marito ubriaco che non sa dove andare e come portarsi via i figli. Qui si tratta di stupidità pura, oppure di ricerca di pubblicità perversa, del tipo «basta fare la parte della brava ragazza, ora sono un po’ puttana un po’ sado maso e ai fans piacerò ancora di più». Se la sua interlocutrice glieli avesse mollati due schiaffoni, a nome di tutte le femmine oppresse, massacrate, segregate e ammazzate nel mondo, quelle che non hanno gli strumenti per difendersi e reagire, quelle che nessuno le ascolta in tempo perché un marito è pur sempre un marito, la sua carriera avrebbe avuto un nuovo picco di vivacità. Non è andata così. Scene di un’intervista pop, conduce la regina del politically correct, Oprah Winfrey, una che dal ghetto e dallo stupro di bambina in una famiglia degradata, è arrivata ad essere la donna più ricca d’America, una che quando la sua giovanissima intervistata tre anni fa fu massacrata di botte dal fidanzato rapper, la trasformò in simbolo della violenza domestica e in prototipo della donna che si ribella.Ci fece una serie di trasmissioni, lanciò appelli, ne mostrò il viso tumefatto di testimonial sofferente ma determinata. Ora perciò è un po’ interdetta, la nuova versione della giovane rock star la lascia perplessa, le bagna le munizioni. Oprah comincia dall’ovvio, naturalmente, le chiede se sta vivendo la vita che sognava e Rihanna risponde «sì», forte di tutti i traguardi raggiunti a poco più di vent’anni, cosette come cinquanta milioni di download, sei Grammy Awards, cinquantatre milioni di dollari all’anno di guadagni, fans in tutto il mondo, e conferma che già a sedici anni sapeva cosa voleva fare al cento per cento e non aveva nessuna paura. A conferma di sicurezza naturale e genetica viene mostrato un pezzo della sua prima audizione alla Def Jam. Seguono domande sul rapporto con i fans e con la sua bellezza, poi si arriva al punto, alla notte del pestaggio del 2009, a Chris Brown. La clip racconta la vicenda e Rihanna dice che nessuno poteva sentirsi come lei, è stato difficile interpretare ciò che era successo e sapere che tutto il mondo la stava guardando. «Ho perso il mio migliore amico…tutto quello che sapevo si è spento - si è spento in una notte. E non ho potuto controllarlo. Non è facile da affrontare con le telecamere, non con tutto il mondo che ti sta guardando». Scherzi del successo, e si potrebbe aggiungere che con amici così non ti servono nemici. «Mi sentivo come se l’unica persona odiata fosse lui. È stato strano. Perché arrabbiata com’ero - arrabbiata ferita e tradita - mi sentivo come se avesse commesso quell’errore perché aveva bisogno di aiuto. E chi l’ha aiutato? Nessuno ha detto che aveva bisogno di aiuto, tutti dicevano che era un mostro senza sapere altro ed ero preoccupata per lui». Miglior amico, bisognoso di aiuto, preoccupata per lui, poverino? Oprah trasecola, almeno così finge. Non era Rihanna quella irriconoscibile per le botte, lividi su entrambi i lati del viso, morsi su un braccio e sulle dita, un labbro rotto e il naso sanguinante, come recitava il referto medico alla vigilia della notte dei Grammy, gli Oscar della musica a cui Rihanna e Chris Brown avrebbero dovuto partecipare come ospiti? La popstar delle Barbados non poté andarci, nemmeno il suo rissoso fidanzato, fuggito e braccato dalla polizia. Oprah si definisce sotto shock, non si aspettava che Rihanna potesse essere protettiva nei confronti del suo massacratore. Lei risponde che ora stanno lavorando sulla loro amicizia e non è facile, stanno ricostruendo la fiducia, ma non stanno insieme, che lui ha un’altra e lei lo ama ancora. Sipario. La verità? Nel 2009 la giovane Rihanna faceva la parte della ragazza con la testa sulle spalle, lontana dal mondo delle dive senza limiti, oggi la pop star recita la parte opposta, la «cattiva ragazza» che si riconcilia con Chris Brown, improvvisa un duetto di una canzone a sfondo sexy, lancia insulti via Twitter alla sua attuale fidanzata, coltiva flirt di una notte e lascia credere che usa marijuana ed altre droghe. Qualcuno l’ha convinta che ribellarsi a tutto e tutti comprende anche frequentare picchiatori ed esibire lividi sotto il trucco. Impari da Madonna, che le ha sempre date.