22 agosto 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - CHI È ANGELA MERKEL
NEW YORK - La cancelliera Angela Merkel è la donna più potente del mondo. Al secondo posto il segretario di Stato americano Hillary ClintonIl presidente brasiliano Dilma Rousseff si piazza in terza posizione. È quanto emerge dalla consueta classifica annuale di Forbes. Merkel si aggiudica il titolo di più potenete del mondo per la quinta volta in sei anni. La First Lady Michelle Obama è settima, mentre Christine Lagarde, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), è ottava.
Nella top ten: Melinda Gates, moglie di Bill (4); Jill Abramson, direttore del New York Times (5); Sonia Gandhi (6); Janet Napolitano, segretario di Stato Usa alla Sicurezza Nazionale (9); Sheryl Sandberg, Ceo di Facebook (10). Lady Gaga è al quattordicesimo posto. Tra le prime 20 (al 19esimo) anche la leader birmana e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. La regina Elisabetta resiste in 26esima posizione, mentre alla 29esima c’è Arianna Huffington, fondatrice dell’Huffington Post. La popstar Jennifer Lopez è 38esima, prima della temuta "regina della moda" Anna Wintor (51esima).
Per trovare un italiana occorre scendere fino al 67esimo posto dove incontriamo Miuccia Prada, appena un gradino sotto Angelina Jolie.
REPUBBLICA.IT SULLE BORSE DI OGGI
MILANO - Nel giorno della visita in Grecia del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ("Nessuna decisione sugli aiuti alla Grecia verrà presa prima di ottobre"), ci hanno pensato i mercati asiatici, in flessione sulla scorta del brusco calo delle esportazioni giapponesi, a ricordare quanto siano ramificate le implicazioni della crisi economica in Europa. Un calo quello registrato dal Nikkei di Tokyo che si è riverberato sull’apertura dei mercati del Vecchio continente. Milano ha chiuso in calo dell’1,1%, Londra dell’1,42%, Francoforte dell’1,01% e Parigi dell’1,47%. A fotografare il clima più incerto rispetto a ieri anche un incremento dell’indice di volatilità misurato dal Chicago Board Options Exchange, mentre sul fronte valutario l’euro sembra restare aggrappato all’ipotesi di un prossimo muscolare intervento della Banca centrale europea e ai segnali positivi 1 che giungono dalla Germania nei confronti di Atene. Resta però il fatto che la soluzione, come ha ribadito oggi Angela Merkel, 2 non arriverà verto nel giro di pochi giorni.
Il Congressional Budget Office americano prevede che il prossimo anno la prima economia del pianeta potrebbe tornare in recessione a causa del cosiddetto fiscal cliff. Si tratta dell’incremento delle tasse legato al venir meno di una serie di esenzioni che rischia di pesare sulla crescita senza migliorare in maniera sensibile il quadro del debito pubblico, destinato a salire al 73% del Pil, il livello più alto dal 1950 e il doppio rispetto a 5 anni fa. A Wall Street i listini proseguono sulla strada dei ribassi imboccata ieri: Dow Jones perde lo 0,5%, lo S&P 500 lo 0,4% e il Nasdaq lo 0,1%. Le richieste di mutui sono calate nel corso dell’ultima settimana del 7,4% a 821,3 punti dagli 886,8 di sette giorni fa. Gli acquisti di nuove polizze sono aumentati dello 0,9% mentre i rifinanziamenti sono diminuiti del 9,2%. La compravendita di case a luglio, ha mostrato un incremento del 2,3% per 4,47 milioni di immobili. Il dato si mostra leggermente inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto compravendite per 4,5 milioni di case.
In ambito obbligazionario lo spread Btp-Bund è in rialzo a quota 421 punti base. Il rendimento dei decennali italiani è al 5,63%. Il differenziale tra i titoli di stato spagnoli e quelli tedeschi si attesta a 482 punti (465 la chiusura ieri), con un rendimento dei Bonos decennali al 6,21%.
La Borsa di Tokyo, come dicevamo, ha chiuso in calo a causa della forte flessione delle esportazioni (-8,1% a luglio) che ha mandato in rosso la bilancia commerciale del paese. Il Nikkei ha così mostrato una contrazione dello 0,27% mentre il Topix ha fatto segnare un -0,33%. Gli operatori segnalano comunque un’attività piuttosto moderata, in linea con il periodo estivo, e sottolineano il fatto che le vendite sul mercato azionario sono, almeno in parte, dovute anche a una serie di realizzi dopo i recenti guadagni. Nel resto dell’Asia Seul ha chiuso in calo dello 0,41%, Hong Kong dell’1,06% e Shanghai dello 0,5%.
L’euro passa di mano intorno a 1,2467 dollari nei primi scambi sui mercati finanziari europei, stabile rispetto ai 1,2464 dollari di ieri dopo la chiusura di Wall Street. La moneta unica europea si rafforza sulla divisa nipponica, con scambi al momento a quota 98,74 Yen
Il petrolio apre in calo a New York, dove le quotazioni perdono lo 0,5% a 96,37 dollari al barile. Quotazioni poco mosse per l’oro sui mercati asiatici: sulla piazza finanziaria di Singapore passa di mano intorno a 1.639,05 dollari l’oncia, dopo aver toccato ieri il massimo dai primi giorni di maggio a quota 1.641,48.
(22 agosto 2012)
REPUBBLICA.IT - LA GRECIA E I RINVII
BERLINO - Vigilia di speranza per la Grecia. Si colgono segnali di possibile apertura della Germania a concessioni. Samaras e il suo ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, che ieri hanno annunciato un aumento dei tagli a 13,5 miliardi rispetto agli 11,5 concordati, sperano di ottenere non sconti sulle somme del rientro, ma più tempo per consolidare il bilancio.
La missione di oggi ad Atene del capo dell’Eurogruppo e premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, a un giorno dal vertice Hollande-Merkel a Berlino e due dalla visita qui dopodomani del premier ellenico Antonis Samaras arrivano in un clima politico positivo per il futuro dell’eurozona. "Sono contrario a nuovi pacchetti di aiuti per Atene, ma favorevole a un versamento anticipato degli aiuti già concordati, a condizione che non spuntino poi nuove, spiacevoli sorprese" ha dichiarato il vice capogruppo parlamentare della Cdu-Csu al Bundestag, Michael Meister. "Il volume del pacchetto di aiuti - ha spiegato - non può essere aumentato, ma un’anticipazione di pagamenti è possibile". La condizione pregiudiziale resta a suo avviso l’assenso del Fondo monetario internazionale.
Tutto dipende, insiste Meister, anche dal rapporto della Trojka, cioè il gruppo misto di negoziatori dell’Unione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario. La prossima missione della Trojka è attesa nella capitale greca il 5 o il 6 settembre, e dal suo rapporto dipenderà molto se non tutto. "Se il rapporto sarà negativo - ha ammonito l’esponente del partito di Angela Merkel - verranno meno le premesse per il versamento di altre rate e la Germania non si assocerà ai pagamenti". Ma intanto anche il vicecancelliere e ministro dell’Economia, il liberale Philipp Roesler, si mostra disposto a concedere più tempo alla Grecia. "Non si può far fallire tutto solo per pochi giorni, perché la posta in gioco è troppo alta, abbiamo un grande interesse a mantenere la moneta unica, tenendovi dentro anche la Grecia", ha aggiunto.
È l’obiettivo di Samaras e Stournaras: chiedono infatti un rinvio di due anni della scadenza per il risanamento dei conti pubblici, dal 2014 al 2016. Pagare e tagliare in quattro anni e non due farebbe ovviamente risparmiare, e sarebbe vitale per far uscire il paese dalla recessione, e facilitare quindi anche il successo del rigore. Anche l’opposizione socialdemocratica tedesca (Spd), che nei giorni scorsi aveva espresso posizioni duramente rigoriste verso Atene, adesso parla con toni più concilianti. Secondo il vice capogruppo parlamentare Axel Schaefer, "adesso parliamo di forse tre miliardi da cui dipende la stabilità di una democrazia, ma in Germania nel 1930 le sorti dipesero dallo 0,5 per cento dei contributi per finanziare i sussidi di disoccupazione. Faccio il paragone del 1930", egli ha continuato, "perché vedo forti movimenti populisti in Grecia, Ungheria, Italia, Austria, e allora bisogna parlare chiaramente del problema e porsi la responsabilità, quando si discute se la Grecia deve rimanere nell’euro".
(22 agosto 2012)
REPUBBLICA.IT - GRECIA: +TAGLI
ATENE - Il governo greco alza l’asticella dei tagli. Secondo la stampa di Atene, il governo ha approntato un nuovo pacchetto con una riduzione della spesa pubblica pari a 13,5 miliardi di euro e non più per 11,5 miliardi come previsto in un primo tempo. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze Yannis Stournaras dopo un incontro col premier Antonis Samaras.
Secondo quanto riferisce stamani il quotidiano Kathimerini, il pacchetto di tagli presentato ieri sera a Samaras da Stournaras prevede tagli per 13,5 miliardi e non per i previsti 11,5 perchè il ministero delle Finanze ha calcolato che dopo che saranno entrati in vigore i nuovi tagli agli stipendi e alle pensioni, le entrate fiscali e i contributi previdenziali diminuiranno provocando un "buco" nel bilancio di altri due miliardi di euro.
Il governo di coalizione guidato dal premier Antonis Samaras presenterà il nuovo pacchetto per i tagli da apportare al bilancio nel prossimo biennio prima del ritorno della troika (Ue, Bce e Fmi) ad Atene il mese prossimo. Samaras in settimana avrà incontri con la cancelliera tedesca Angela Merkel e altri leader europei per cercare di convincerli a concedere alla Grecia una proroga di due anni nella tabella di marcia per abbattere il deficit greco al di sotto del 3% del Pil. E la nuova cura lacrime e sangue è concepito soprattutto per vincere le resistenze dei falchi tedeschi.
(21 agosto 2012)
CORRIERE.IT SULLA GRECIA
Il premier greco Antonis Samaras chiede più tempo ai creditori internazionali della Grecia per fare le riforme strutturali. Non solo: in una intervista al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung promette: «I tedeschi riavranno i loro soldi, lo garantisco personalmente». La promessa arriva dopo le dichiarazioni fatte dallo stesso premier greco alla Bild: «Chiediamo soltanto un po’ più di respiro per far girare l’economia e aumentare gli introiti statali. Più tempo non significa automaticamente più soldi».
L’INCONTRO CON JUNKER E MERKEL - Poche ore prima di un incontro con il presidente dell’ Eurogruppo Jean-Claude Juncker, nell’intervista alla Bild, Samaras ha spiegato: «Stiamo facendo progressi, stiamo riducendo il numero complessivo dei dipendenti pubblici» prospettando «presto un servizio pubblico ridimensionato, in miglior salute e decisamente più efficiente». Per il premier greco un’uscita della Grecia dall’euro sarebbe catastrofica: «Ci sarebbero almeno cinque anni di recessione e la disoccupazione salirebbe al 40%. Un incubo per la Grecia: crollo economico, dramma sociale e una crisi senza precedenti della democrazia».
DECISIONE - Sulla crisi di Atene, in giornata, è intervenuto proprio il presidente dell’Eurogruppo, che alla televisione lussemburghese Rtl ha detto: «Nessuna decisione sugli aiuti alla Grecia verrà presa prima di ottobre, aspettiamo il rapporto della Troika». Concetto ribadito anche dalla cancelliera Angela Merkel, che venerdì prossimo incontrerà il premier greco Antonis Samars. Un incontro, ha fatto sapere la Merkel, da cui non bisogna aspettarsi alcuna decisione perchè è necessario prima leggere il rapporto degli inviati di Ue, Bce e Fmi sui progressi compiuti dalla Grecia. Il programma di riforme concordato con i creditori internazionali è comunque la condizione per la continuazione degli aiuti al Paese.