Raffaello Masci, la Stampa 21/8/2012, 21 agosto 2012
SCORTE IN CALO TRA LE POLEMICHE
Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ne aveva parlato nella consueta conferenza stampa del giorno di Ferragosto, dopo di che è passata alla vie di fatto: le scorte vanno riviste, aveva detto, e da 585 che erano le ha ridotte a 500. Per ora, si capisce, perché la spending review in questo campo ha ancora molti margini di intervento.
Tra le soppresse, salta all’occhio quella dell’ex ministro Roberto Calderoli che, nella sua villa di Mozzo, nel bergamasco, disponeva di tre pattuglie che vigilavano sulla magione nelle 24 ore, 8 uomini in tutto. La cosa ha fatto scalpore, lui si è precipitato a plaudire alla scelta, ma ha anche fatto notare che su queste cose si rischia la demagogia e occorre fare attenzione: «Va bene la riduzione per risparmiare - ha detto - però la pubblicità che i media stanno facendo a questa cosa è esagerata, mi espone a rischi, e qualche giornale ha anche pubblicato la foto di casa mia». Non ha torto l’ex ministro, tant’è che anche il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e il capogruppo del Fli, Italo Bocchino, invitano a riflettere: alcune cariche e alcune personalità non possono non essere protette.
Eppure, a sentire gli umori raccolti sui blog, agli italiani piace moltissimo l’idea che le scorte vengano tagliate, e il motivo lo spiega il sindacato di polizia Cosip: «Sono diventate degli status symbol - dice il segretario Franco Maccari - ma non è tanto il numero delle scorte che ci deve preoccupare, quanto quello delle cosiddette “tutele”».
E qui si apre uno scenario che richiede una spiegazione. Le scorte - si diceva - sono oggi 500 (dopo il taglio CancellieriMonti) e sono di quattro tipi : 17 sono quelle di primo livello (rischio imminente ed elevato) con tre auto blindate e tre agenti per auto, 82 sono le scorte di secondo livello (rischio alto) con due auto blindate e tre agenti per auto, 312 scorte di terzo livello (rischio intermedio) con un’auto blindata e due agenti e un centinaio di scorte di quarto livello (rischio basso) con un’auto blindata e uno o due agenti.
Ogni giorno sono impegnati nei servizi di scorta circa duemila uomini e donne delle forze dell’ordine tra agenti di polizia, carabinieri, finanza, polizia penitenziaria e corpo forestale. A Roma ci sono due reparti a cui fanno riferimento tutti gli agenti di scorta: il più numeroso è l’Ispettorato Viminale, che conta circa 700 uomini, metà dei quali dedicati alle scorte. L’altro reparto è quello speciale della Questura, denominato «Villa Tevere», che ha un organico di 256 agenti. A questi bisogna aggiungere circa 300 carabinieri e un centinaio di finanzieri .
Ma poi ci sono le «tutele», come segnalava il Cosip, cioè circa 1500 persone che non sono propriamente scortate, ma hanno una macchina (non blindata) guidata da un agente, così, per sicurezza. Però dice il sindacato - di fatto queste persone non sono tutelate, perché la macchina non è blindata e la scorta esigua, e «di fatto, i nostri agenti sono utilizzati come autisti». Si attende una spending review anche su questo fronte.
E chi sono gli scortati? Le altissime cariche dello Stato, ovviamente, Presidente della Repubblica, del Consiglio, della Camera, del senato, della Consulta, più i ministri, (raramente i sottosegretari, al più «tutelati»), ma ci sono molti magistrati. E anche 60 «centosauri» come li ha definiti il senatore dell’Idv Stefano Pedica: cioè politici particolarmente esposti che, solo a questo titolo, hanno ottenuto una scorta. «E perché te l’hanno data?» ha chiesto Pedica ad alcuni degli interessati. Risposta: «Perché sono conosciuto».