Agnese Ananasso, la Repubblica 21/8/2012, 21 agosto 2012
SORPRESA, IN EUROPA VINCE IL CAMPIONATO CHI PUNTA SUI GIOVANI
ROMA — È nei giovani la chiave del successo. Anche nel calcio. Soprattutto nel calcio. E questa non è teoria ma pratica. La pratica dei numeri del Cies Football Observatory, l’osservatorio di Neuchâtel (Svizzera) che nel suo settimo rapporto sulle squadre europee che quest’anno hanno giocato
nei 5 maggiori campionati europei ha sottolineato come investire nei giocatori più giovani, quelli tirati su da piccoli, si trasformi nel medio-lungo periodo in un fattore di successo. Quello che in termini economici è definito «ritorno sull’investimento». In tutti i campionati, il livello d’età dei giocatori schierati in campo dai vincitori è più basso delle altre
squadre: tutti i club che portano a casa il trofeo sono tra le dieci squadre più giovani del loro campionato.
Il Borussia Dortmund, dominatore della Bundesliga, con i suoi atleti meno che venticinquenni (24,5 la media dell’età), rappresenta l’esempio di come coltivare in casa campioni il cui cartellino può passare da tre a sei zeri nel gi-
ro di poche stagioni. Strategia che in Italia, un po’ come in tutti i settori anche non sportivi, non è stata ben compresa ancora. E infatti è la Juventus la veterana tra i campioni, con un’età media di 28 anni. Lasciando da parte lo scudetto, anche l’Inter dimostra di non credere nei giovani, con giocatori che mediamente sfiorano la soglia dei trenta.
Senza considerare la Vecchia Signora, i club campioni nel loro
paese schierano normalmente giocatori tra i 22 e i 26 anni e se si guardano gli altri team l’età scende ancora, specialmente tra le fila inglesi e tedesche: Manchester United e Bayern Monaco schierano i “novizi” under 22 almeno per una ventina di minuti a partita (il 25 e il 22 per cento dei 90 minuti). Non hanno paura di rischiare, di dar loro una chance, di vedere come si comportano i talenti di oggi e i campioni di domani, un domani
non troppo lontano. Perché l’esperienza insegna a diventare campioni, così in squadre come l’Atletico Bilbao, il Bayer Leverkusen e lo Schalke 04 si trovano ragazzi poco più che adolescenti con i piedi, e la testa, di chi già la sa lunga, che non si accontentano di stare in panchina a guardare i propri idoli fare gol.
Questo non vuol dire che in campo ci sia spazio per tutti. Anzi. L’indagine dimostra come
nessuna delle squadre vincenti abbia utilizzato più di 25 calciatori: si va dai 25 del Real Madrid e della Juventus ai 23 del Dortmund e del Montpellier. Da questa rosa, per vincere, va scelta la crema, ossia uno “zoccolo duro” di almeno otto giocatori da schierare sempre in campo dall’inizio, come un esercito, solido, stabile, forte. Attorno a cui far ruotare i “piccoli”. Il futuro che farà gol.