Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 09/08/2012, 9 agosto 2012
TESORI DI «ROMANTICA»
Ventinove musei, trentotto tra ville e parchi, novanta monumenti, centouno siti archeologici: per ognuno una foto e una scheda che ne racconta la storia e le leggende, le origini e le modificazioni nei secoli. Scorrendo le pagine dei quattro volumi editi da Electa e realizzati dal sovrintendente di Roma Capitale Umberto Broccoli e da Zètema, si viaggia attraverso i tesori nascosti della capitale, compresi quelli al di fuori delle mura antiche. Si entra nei templi pagani e nelle chiese barocche, si costeggiano gli acquedotti risalenti ai secoli prima di Cristo e si sosta accanto alle fontane progettate dai grandi artisti del Seicento, si passeggia per le stradine dei quartieri popolari e per i viali dei giardini voluti dai cardinali. I quattro libri, raccolti in un cofanetto, non hanno intenti enciclopedici né di guida turistica, ma spaziano a volo d’ uccello sulla città cogliendo particolari che restituiscono la magnificenza dell’ epoca antica e il suo perdurare in quella moderna. Escono nella collana «Romàntìca», titolo con due accenti che gioca su due fronti: i secoli di cultura della città e lo sguardo giusto per ammirarla ancora oggi. Alla loro compilazione hanno collaborato archeologi e architetti, storici dell’ arte e direttori di musei, epigrafisti ed esperti di giardini. Lucrezia Ungaro, che vigila sul complesso dei Mercati di Traiano, rivela un segreto sulle scritte murali all’ interno della Torre delle Milizie, spesso sovrapposte le une alle altre. Le più antiche furono dipinte dalle suore domenicane che l’ avevano inglobata nel convento di Santa Caterina nel 1619. Le più recenti sono state tracciate dai visitatori saliti sulla torre dagli anni Venti ai Settanta del Novecento. Durante gli ultimi restauri sono stati ritrovati, sotto il pavimento della terrazza, avanzi di cibo, tra cui noccioli di ciliegie, pesche ed olive, e si è scoperto nei testi d’ archivio che la terrazza veniva usata dalle suore per banchetti durante i quali si ammirava il panorama o si festeggiava qualche avvenimento importante, come l’ elezione di papa Clemente XII, nel 1730. Alberta Campitelli, sovrintendente ai giardini, ha curato il volume dedicato ai cinquecento ettari di verde storico, costellato di ville nobiliari. Nella scheda dedicata alla Casina Valadier, costruita tra il 1815 e il 1816 dal celebre architetto sui resti di un antico casale appartenuto ai frati agostiniani, si scopre che l’ edificio fu adibito a «caffeaus», come si chiamava all’ epoca il luogo di ristoro per i frequentatori della passeggiata al Pincio. E che nel 1922, dopo un periodo di chiusura, fu riaperto come ristorante, dove si poteva cenare e ballare il fox trot fino alle ore piccole grazie all’ installazione della nuova illuminazione elettrica. Nel terzo volume, dedicato ai monumenti, la scheda sul teatro dell’ Opera riporta anche lo scandalo del 2 gennaio 1958, quando Maria Callas, ingaggiata per la «Norma» e in preda a un malessere che sembrò più psicologico che fisico, abbandonò le scene alla fine del primo atto lasciando esterrefatto il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e un pubblico in cui comparivano Anna Magnani e Gina Lollobrigida, Giorgio De Chirico ed Elsa Maxwell. Nel quarto volume, tra i monumenti, viene fatto notare quello di Colomba Antonietti, garibaldina, morta sul Gianicolo in difesa della Repubblica Romana. Mentre la scheda dell’ Ara Pacis restituisce l’ immagine dell’ altare di Augusto con i bassorilievi a colori, come furono in origine.
Lauretta Colonnelli