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 2012  agosto 21 Martedì calendario

«LEI MI HA RIACCESO, PERCHE’ DOVREI INARIDIRMI?» —

«Quando ho conosciuto Federica avevo 55 anni e due matrimoni finiti alle spalle. Con un certo cinismo pensavo di essere ormai destinato a un’esistenza libera e beata. Poi però è arrivata questa ragazzina a sfruculiare la mia vita». Il 14 agosto quella ragazzina, che oggi ha 28 anni (29 a novembre), è diventata la moglie di Michele Placido, 66 anni.
L’attore potrebbe essere l’emblema del fatto che a volte vale la pena di lasciarsi sorprendere dall’amore, qualsiasi sia la propria età. «All’inizio nemmeno io pensavo che Federica potesse essere la donna della mia vita — racconta —. Non è che non pensassi al futuro. Ma quando realizzi che una persona riesce a farti rivivere certe emozioni, a riaccenderle, cosa bisogna fare? Dire no? Sarebbe un suicidio dei sentimenti». E la prova che quando invece i sentimenti ci sono, e sono autentici, valgono sempre la pena di essere vissuti, sta nel bilancio del tempo passato insieme: «Questi 11 anni sono stati già un regalo enorme per me. Una seconda vita. Se non avessi deciso di viverli cosa avrei fatto fino a oggi? Lo scapolone, immagino. Avrei avuto tante storielle. Troppo tardi per innamorarsi come dice Paolo Conti? No, senza Federica di certo la mia vita sarebbe stata più arida».
Invece, questo amore, giovane ma mai così maturo, gli ha fatto capire per la prima volta il significato di «un’unione totale. Il nostro è un sentimento perfetto, fatto anche di una sintonia culturale rappresentata dalla passione per il nostro lavoro, il teatro, poesia». Ma non è un’esistenza solo zucchero e melassa. La differenza d’età suscita qualche pensiero: «La nostra coppia ha delle affinità elettive. Abbiamo un figlio e stiamo bene. Poi so benissimo che la differenza di età è un fattore di rischio per la durata del nostro rapporto. Ora va tutto bene, ma chissà tra 5, 10 anni... la decadenza fisica, mentale... insomma, vedremo. Intanto siamo felici ed era giusto premiare oltre dieci anni di amore con un matrimonio. Del resto, nel frattempo molti miei giovani nipoti si sono sposati e già separati».
Le rispettive famiglie, all’inizio, come hanno preso la vostra storia? «Con un po’ di disagio. I miei fratelli mi dicevano: ma che fai? Ti metti con una ragazzina? Viceversa i genitori di Federica si preoccupavano che la figlia si fosse innamorata di un uomo anziano. Ma poi tutti hanno visto l’innocenza del nostro amore e ora per chiunque ci conosca, per i miei figli, i miei amici, il nostro rapporto è assolutamente normale. E io mi rendo conto di avere vicino una figura speciale, che mi arricchisce. Vivo il presente e sono felice». Quindi non è dell’idea che sia «ridicolo», innamorarsi da adulti? «Il mio amico Mario Monicelli aveva avuto un figlio a 74 anni con una donna molto più giovane. Il movimento dell’amore non ha età. Sentirsi ridicoli all’idea di innamorarsi indica un proprio limite. Personalmente, spero di essere innamorato fino a 90 anni. Ma se un giorno non lo sarò più, sarò io il primo a farmi da parte».
E anche se dovesse mai accadere, non cancellerebbe comunque la gioia di aver creduto in questa storia. Di essersi abbandonato alla possibilità di sentirsi comunque, nonostante le convenzioni, tanto felice. «Il mio suggerimento è dunque quello di lasciarsi stupire, sempre. Perché le cose possono capitare davvero quando meno ce lo si aspetta».
Chiara Maffioletti