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 2012  agosto 21 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - MOODY’S E FITCH DIVENTANO BUONI


MILANO - Seduta all’insegna dell’ottimismo sui mercati europei dopo la doccia fredda di ieri e in vista della lunga serie di appuntamenti politici dei giorni a venire quando si deciderà il destino della Grecia e il ruolo della Bce nel sostenere i titoli di stato dei paesi europei in difficoltà. La sensazione tra gli investitori è che, grazie all’Eurotower, ci saranno presto dei progressi finalmente apprezzabili sul fronte della crisi del debito, nonostante la prudenza di Moody’s 1 ("l’Europa è a metà strada, nel migliore dei casi") e grazie ai rinnovati sforzi della Grecia. 2
E’ in questo clima attendista - ma decisamente meno cupo che nelle settimane passate, anche grazie ai segnali di ripresa negli Usa - che a Milano il Ftse-Mib ha chiuso in rialzo del 2,4%. Il Cac 40 di Parigi ha guadagnato lo 0,94%, il Dax 30 di Francoforte è avanza dello 0,79% e l’Ftse 100 a Londra sale dello 0,57%. L’Ibex di Madrid sale dell’1%. In progresso anche Londra (+0,6%). Mps si mette ancora in evidenza a Piazza Affari, dopo le corse degli ultimi giorni, e nei primi scambi sale di oltre il 7%. Seduta contrastata a Wall Street con gli indici principali che, dopo aver aperto in rialzo, hanno ripiegato.
Sul fronte del mercato obbligazionario lo spread tra i Btp decennali e i bund tedeschi viaggia in flessione (ai minimi da oltre un mese e mezzo) rispetto alla chiusura di ieri: 410 punti contro i 429 di lunedì. Il rendimento è al 5,7%. In calo il differenziale di rendimento tra i bonos spagnoli e il benchmark tedesco a 465 punti dopo che la Spagna ha fatto il pieno in un’asta di titoli a 12 e 18 mesi, collocando sul mercato 4,51 miliardi di bond contro un target massimo di 4,5 miliardi e con tassi in deciso calo. Il rendimento medio sulla scadenza annuale è sceso al 3,070% dal 3,918% di luglio, mentre il tasso sul titolo a 18 mesi è calato al 3,335% dal precedente 4,242%.
Chiusura in lieve ribasso per la Borsa di Tokyo con l’indice Nikkei 225 che ha ceduto lo 0,16% a 9.156,92 Punti mentre l’indice Topix ha chiuso sostanzialmente invariato a 756,26 punti.
L’andamento della borsa di Tokyo ha dunque rispecchiato la performance di ieri delle borse europee dove è prevalsa la linea della cautela in attesa di conoscere le prossime mosse della bce per frenare la corsa degli spread. Nel resto dell’Asia Hong Kong ha perso lo 0,02%, Shanghai ha guadagnato lo 0,54%, mentre Seul ha chiuso in calo dello 0,16%.
Seduta in positivo per l’andamento dell’euro. La moneta unica supera la soglia di 1,24 dollari e viene scambiata a 1,2456 dollari.
Apertura in rialzo per il petrolio a New York, dove le quotazioni salgono dell’1,1% a 97,05 dollari al barile. Il prezzo dell’oro è stabile sui mercati asiatici. Il metallo prezioso, sulla piazza finanziaria di Singapore, è scambiato a quota 1621,8 dollari l’oncia dopo i rialzi delle ultime quattro sessioni.
Tra le novità di giornata sul fronte bancario c’è la presa di posizione dell’Associazione delle banche tedesche che in una nota chiede che La vigilanza su tutte le banche dell’eurozona divenga competenza della Banca Centrale Europea. "Se vogliamo una Europa forte, bisogna essere pronti a trasferire alcune competenze nazionali ad organi europei", ha detto il presidente dell’Abi tedesca Andreas Schmitz. "Se non c’è la volontà di fare questo, il progetto di una unione bancaria europea resterà incompleto".
(21 agosto 2012)

REPUBBLICA.IT - FITCH
MILANO - Le grandi agenzie di rating vedono un’Italia prossima al giro di boa della crisi anche grazie alla "tantissima credibilità" dell’attuale governo. Per Fitch addirittura il nostro Paese non ha bisogno di nuove misure di austerità. Secondo Moody’s la stagione più difficile mai attraversata dall’eurozona è solo a metà "nel miglior dei casi" e paesi come Grecia e Irlanda potrebbero richiedere fino al 2016 per completare il loro programma di risanamento dei conti. Italia, Spagna e Portogallo potrebbero invece uscire dall’attuale stato di cose entro il 2013 se sapranno applicare compiutamente le riforme adottate sino ad ora. Secondo l’agenzia di rating, l’Italia potrebbe vedere tornare nel 2013 la dinamica del Pil a livelli pre-crisi, con un tasso di crescita compreso fra 0% e -0,5%.
Ma l’ottimismo non è condiviso da tutti. Secondo Standard & Poor’s le chance di una nuova recessione negli Stati Uniti sono aumentate. L’agenzia sottolinea di non ritenere che "l’economia americana e quella europea miglioreranno sostanzialmente il prossimo anno", con l’Ue che rischia come gli Usa di dover fare i conti con una nuova contrazione del Pil.
Preoccupazioni condivise almeno in parte dai vertici di Fitch. "I paesi dell’area euro potrebbero subire un nuovo abbassamento dei loro rating se non fanno passi avanti nel risolvere la loro crisi entro fine anno". Lo ha detto stamani in un’intervista a Bloomberg tv il direttore operativo dei rating di Fitch, David Riley. Le recessioni di Spagna e Italia "stanno erodendo il supporto politico per l’austerità e per l’euro" ha affermato Riley. "Se non vediamo dei progressi entro fine anno, ci possono essere nuovi abbassamenti del rating". Riley ha però aggiunto che "l’attuale governo italiano ha tantissima credibilita" e Monti deve fare progressi il più velocemente possibile "per creare una certa luce in fondo al tunnel". Poi, però aggiunge che l’Italia "non ha bisogno di altre misure di austerità, quelle varate sono sufficienti, mentre ora sono necessarie le riforme".
Secondo Moody’s l’attuale situazione di squilibrio vissuta dai paesi più deboli dell’eurozona ricorda "un simile periodo di crisi e di aggiustamento" in Finlandia e Svezia tra il 1990 e il 1993. Alla Svezia occorsero tre anni per far tornare il Pil ai livelli pre-crisi mentre per la Finlandia ce ne vollero sei. "Su base comparativa - spiega Moody’s - le contrazioni registrate in Spagna, Portogallo e Italia sono relativamente modeste (almeno fino ad ora), simili a quelle della Svezia mentre i casi di Irlanda e Grecia (e qui la crisi non sembra aver ancora toccato il punto più basso) sono più simili a quello della Finlandia".
(21 agosto 2012)

CORRIERE.IT
Dopo le severe bocciature dei mesi scorsi le agenzie di rating tornano a giudicare benevolmente l’operato del nostro governo. La prima a farlo, in ordine di tempo, è Moody’s che disegna uno scenario meno cupo per l’Italia, a patto che il nostro paese svolga con diligenza i suoi compiti. Secondo la società di New York la crisi del debito europeo è solo a metà strada «nel miglior dei casi» e paesi come Grecia e Irlanda potrebbero richiedere fino al 2016 per completare il loro programma di risanamento dei conti. Ma Italia, Spagna e Portogallo potrebbero invece uscire dall’attuale stato di cose entro il 2013 se sapranno applicare compiutamente le riforme adottate sino ad ora. È quanto sostiene Moody’s in un rapporto sugli squilibri esterni dell’eurozona diffuso martedì mattina. Secondo l’agenzia di rating, tutti e cinque i paesi hanno già varato le difficili, ma necessarie, riforme per uscire rafforzate dalla crisi, tuttavia «questa fase di aggiustamento è completa a metà nel migliore dei scenari, a seconda del paese in questione».
RIFORME - L’agenzia di rating Fitch esprime le stesse considerazioni di Moody’s sui paesi della zona Euro che potrebbero subire un rallentamento se non mostreranno dei progressi sulla strada del risanamento «entro la fine dell’anno». Nella sua intervista a Bloomberg tv il direttore operativo dei rating, David Riley, ha però riservato un giudizio positivo al premier italiano Monti: «L’attuale governo italiano ha tantissima credibilità». Per il direttore Fitch «l ’Italia non ha bisogno di altre misure di austerità, quelle varate sono sufficienti, ma ora sono necessarie le riforme».
GRECIA, NUOVI TAGLI - Intanto il governo greco ha approntato un nuovo pacchetto di tagli alla spesa pubblica pari a 13,5 miliardi di euro e non più per 11,5 miliardi come richiesto in un primo tempo dalla Troika per concedere alla Grecia ulteriori aiuti economici. Atene vorrebbe inoltre ottenere una proroga di due anni sulla tabella di marcia per abbattere il deficit al di sotto del 3% del Pil. Lo riferisce la stampa ateniese secondo cui l’incremento del taglio dipende dai calcoli effettuati dal ministero delle Finanze sulla base delle proiezioni delle entrate fiscali e dei contributi previdenziali che con le nuove misure diminuiranno provocando un «buco» nel bilancio di altri due miliardi di euro. La delicatezza della situazione greca è confermata dai dati sulla disoccupazione, aumentata dell’1,59% tra giugno e luglio.
Redazione online

CORRIERE.IT
Mentre Moody’s e Fitch vedono la possibile schiarita nell’ Eurozona, Standard & Poor’s segnala l’addensarsi di nuvoloni neri Oltreoceano. La possibilità di una nuova recessione negli Stati Uniti è aumentata, scrive l’ agenzia di rating in un rapporto, mentre le probabilità di un rallentamento nell’economia dell’ Eurozona restano alte. Proprio per questo, Standard&Poor’s sostiene di non ritenere che «le economie degli Stati Uniti e dell’Europa miglioreranno sostanzialmente il prossimo anno». Le altre due agenzie americane hanno incoraggiato in particolare l’Italia e lodato il governo Monti.
LA DOPPIA W - «Con l’economia globale che si indebolisce fra considerevoli rischi al ribasso, prevediamo condizioni di credito difficili» si legge in una nota di Standard & Poor’s, secondo la quale «i rischi di una vera "doppia recessione" (o recessione a W, quando dopo una breve ripresa il Pil torna nuovamente in territorio negativo) in Eurolandia restano alti». Ad aumentare l’incertezza delle prospettive economiche americane sono il possibile contagio dalla crisi del debito europea, l’economia cinese e il cosiddetto fiscal cliff, ovvero la possibilità che all’inizio del prossimo anno scattino tagli alla spesa e aumenti delle tasse insieme.
CREDIBILITA’ - Resta da capire quando e se è il caso di dar retta alle analisi delle stesse agenzie che a più riprese hanno gelato l’Italia e l’Eurozona con valutazioni pesanti e tagli di rating.

CORRIERE.IT - LA SPAGNA
Si allenta la tensione finanziaria sulla Spagna. Madrid fa il pieno in un’asta di titoli a 12 e 18 mesi, collocando sul mercato 4,51 miliardi di euro di bond contro un target massimo di 4,5 miliardi e con tassi in deciso calo. Il rendimento medio sulla scadenza annuale è sceso al 3,070% dal 3,918% di luglio, mentre il tasso sul titolo a 18 mesi è calato al 3,335% dal precedente 4,242%.
BUON ANDAMENTO - Secondo gli analisti una spinta al buon andamento dell’asta è stato dato anche dalle confortanti previsioni del rapporto dell’agenzia di rating Moody’s che hanno riguardato oltre l’Italia anche la Spagna.
Redazione Online

CORRIERE.IT - BUBA CONTRO BCE
Continua il braccio di ferro sul cosiddetto piano anti-spread, tra la banca centrale europea e la banca centrale tedesca. La Bundesbank rimane infatti fortemente contraria agli acquisti di bond di Paesi «a rischio» da parte della Bce. Nel bollettino mensile di agosto, la Banca centrale tedesca sottolinea come ogni misura volta a condividere «i rischi di solvibilità» fra i paesi dell’eurozona dovrebbe essere decisa a livello di governi e non dall’Eurotower. «Le decisioni sull’opportunità di condividere i rischi di solvibilità in maniera molto più ampia di quella attuale - recita il bollettino - dovrebbero essere prese dai governi e dai parlamenti».
RISCHI SOLVIBILITA’ - La Bundesbank si è da sempre opposta agli acquisti di bond da parte della Bce e ha ribadito più volte la propria contrarietà dopo che a inizio mese il presidente Mario Draghi ha indicato la determinazione dell’Eurotower a fare tutto il necessario per fronteggiare la crisi e ha indicato che la Bce «potrebbe» avviare presto un nuovo programma di acquisto di bond. È la prima volta che la Bundesbank parla di «rischi di solvibilità», facendo di conseguenza balenare la possibilità che alcuni Paesi dell’Eurozona possano fare default sui loro debiti nonostante il tentativo della Bce di creare un firewall per proteggere questi medesimi paesi dalle zampate della crisi del debito. La Bundesbank, prosegue il bollettino, «rimane della propria opinione che gli acquisti di bond governativi da parte dell’eurosistema in particolare devono essere considerati in maniera critica e sono legati a rischi considerevoli alla stabilità».
SORVEGLIANZA - La Buba esprime quindi le sue perplessità anche sull’eventuale assegnazione a Francoforte della sorveglianza sulle banche europee. Dare alla Bce la responsabilità della nuova autorità, si legge nel bollettino, comporta «il rischio di conflitto con l’obiettivo primario della politica monetaria che è quello di garantire la stabilità dei prezzi».