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 2012  agosto 20 Lunedì calendario

QUEI DILETTANTI DEL CALAIS (QUASI) REALI DI FRANCIA

Ogni tanto sbucano dal nulla i bucanieri del calcio: gente che non ti aspetti, i selvaggi dei novanta minuti. Sembrano arrivare con le loro scarpe bullonate per sconvolgere un rito, o per sovvertire le gerarchie. Oggi è il caso svedese dell’oscuro Langholmen che va all’arrembaggio del Göteborg. Dodici anni fa, maggio 2000, era il Calais che disputava al Nantes la finale della Coupe de France. Ieri come oggi, «i figli della Madonna» (così chiamano a Napoli i trovatelli) cercano di colpire ai fianchi i blasonati del calcio, il professionismo ricco, l’atletismo viziato.

Fece epoca l’impresa del Calais, tanto che se ne parla ancora. Non solo perché una squadretta di infima divisione si scontrava con una squadra regina, ma perché, prima di giungere alla finale nello Stade de France, i dilettanti del Calais avevano piegato le più rinomate formazioni del «foot» francese: il Lille, il Cannes, il Bordeaux. Fece sensazione quell’avventura anche per un’altra ragione, forse più profonda: la cavalcata sportiva portava sotto i riflettori una città periferica, disoccupata e dimenticata. Da quando era stato aperto il tunnel sotto la Manica Calais non era più niente. Nel migliore dei casi era un supermercato a disposizione degli inglesi che, nel fine settimana, sbarcavano sulla «Côte d’opale», s’infilavano nel «Pidou», compravano a basso prezzo vini e profumi e se ne tornavano a casa. Via via che la squadra allenata da Ladislas Lozano scalava il torneo, la città si rianimava, alzava la testa, gonfiava il petto, diveniva tutt’uno con i ragazzi che scendevano in campo con la maglia a due colori: il giallo dell’oro e il rosso del sangue.

Nello stadio parigino costruito per i Mondiali Davide sfidò finalmente Golia. Fu una partita memorabile. Il primo tempo si chiuse sull’1-0 a vantaggio del Calais. Nella ripresa arrivò il pareggio. All’ultimo minuto, il calcio di rigore fischiato dall’arbitro Claude Colombo a favore del Nantes schiantò le illusioni. Quel 2-1 sembrò rimettere a posto le gerarchie, pose fine a una bizzarria calcistica. Ma non finì lì. Al momento di ritirare la Coppa dalle mani del presidente Chirac, il capitano del Nantes Mickaël Landreau trascinò con sé il calesiano Réginald Becque e alzò con lui il trofeo. Vinse Nantes, com’era logico, ma i calesiani sono ancora convinti che abbia vinto Calais. E forse è vero. Nelle favole tutto è possibile.