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 2012  agosto 19 Domenica calendario

BRISTOL SI FA LA SUA STERLINA PER PAGARE LA SPESA E LE TASSE

In economia si dice che la moneta cattiva scaccia quella buona. Per difendersi da questa legge inesorabile mezza Europa sta introducendo monete locali o utilizzando le vecchie valute nazionali. L’euro si sa, naviga in cattive acque, e gli economisti già pensano alla creazione di una nuova moneta in Grecia, chiamata “geuro”, che permetta ad Atene di uscire dall’eurozona contenendo i danni. Ma anche nel Regno Unito della sterlina sta prendendo piede la moda di coniare valute nelle città e nei quartieri, al fine di migliorare i commerci a livello locale. Il prossimo 19 settembre a Bristol, città di mezzo milione di abitanti nel Sud Ovest dell’Inghilterra, verrà lanciato il “Bristol Pound”. Tra le aziende che accetteranno la nuova moneta ci sono ristoranti, un teatro, decine di piccoli caffè e anche la compagnia dei traghetti. Per definizione la sterlina di Bristol dovrà rimanere in città: spendi una banconota dal fornaio o dal macellaio e lui dovrà usarla per pagare i fornitori e il personale.
I PRECEDENTI
Non è la prima volta che in Gran Bretagna viene emessa una moneta diversa da quella ufficiale. Ma le altre iniziative, in cittadine nel Devon e nel Gloucestershire, non sono mai veramente decollate. Stavolta poi, per la prima volta, la sterlina di Bristol potrà essere usata dalle società anche per pagare le tasse. Non solo, sarà stampata in tagli da uno, cinque, dieci e 20 sterline e scambiata in rapporto uno a uno con la sterlina britannica. C’è anche la possibilità di aprire un conto con la Bristol Credit Union che amministrerà il progetto: per ogni sterlina del Regno Unito depositata verrà accreditato un Bristol Pound. Questo denaro potrà poi essere ritirato in banconote o usato elettronicamente per pagare i conti da un computer o dal telefonino. I fondi sono garantiti dal momento che la banca è sostenuta dalla Financial Services Authority (FSA), che protegge i conti bancari fino a 85 mila sterline a persona. Buoni risultati con la moneta locale ci sono stati anche in un quartiere di Londra, Brixton, che col suo pound è riuscito a promuovere i negozi locali e ha lanciato tutta una serie di mercati e iniziative con centinaia di partecipanti. Ma questa moda ha contagiato anche la vicina Irlanda. Nella cittadina di Clones, il “punt” vive una seconda giovinezza. I residenti possono infatti spendere la vecchia moneta nazionale - sopravvissuta nei cassetti come souvenir o parcheggiata in conti bancari obsoleti - in 45 negozi e pub del paese.
IL PUNT DI MORGAN
L’idea è venuta al negoziante Ciaran Morgan, 21 anni, dopo aver letto sul giornale che un villaggio spagnolo aveva “resuscitato” la peseta. I cittadini possono usare il punt e ricevere in cambio dei voucher denominati in euro. Il cambio è fissato a 1 punt per 1,20 euro. I punt vengono poi venduti alla banca centrale per 1,27 euro. I 7 cent in eccesso, ha detto Morgan al Guardian, confluiscono in un fondo istituito per la cittadina. Il suo negozio, ha sottolineato, ha raccolto migliaia di punt dal lancio dell’iniziativa lo scorso marzo. Sono tanti altri i nostalgici delle vecchie valute nazionali, sparsi in tutta Europa. In un paesino della Galizia, si è tornati al passato e alla vecchia peseta, nel tentativo di spingere all’insù i consumi e l’economia. A Mugardos oltre 60 esercizi commerciali hanno deciso di tornare ad accettare la benemerita valuta, oltre all’euro, invitando così tutti coloro che avessero ancora a disposizione le vecchie banconote a tirarle fuori e spenderle. Lo stesso è stato fatto, qualche mese fa, a Villamayor de Santiago, vicino alla storica città di Cuenca, nella Mancia agricola. Nel paese di tremila anime, che vive soprattutto dei suoi formaggi e dell’olio d’oliva, l’iniziativa ha consentito di raccogliere già nei primi giorni l’equivalente in pesetas di seimila euro.