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 2012  agosto 18 Sabato calendario

«Umberto era gay» Emanuele Filiberto querela gli storici - Emanuele Filiberto di Savoia ce l’ha con un francese

«Umberto era gay» Emanuele Filiberto querela gli storici - Emanuele Filiberto di Savoia ce l’ha con un francese. Costui si chiama Di­dier Godard, è uno scrittore e ha da­to in stampa l’opera dal titolo Dictionnaire des Chefs d’Etat homosexuels ou bisexuels , Dizionario dei Capi di Stato omosessuali o bisessuali . Tra questi ha inserito, e illustrato, vita, opere e frequentazioni di Umberto II ( nel tondo ), nonno dell’Emanuele Filiberto stes­so. Godard è un professionista del settore, ha scritto, nel 2001, l’ Altro Faust , l’omoses­sualità maschile durante il Rinascimento ; nel 2002, Il gusto del signore , l’omosessuali­tà maschile nel XVII secolo ; nel 2003, Due uo­mini su un cavallo , l’omosessualità maschi­le nel Medioevo ; nel 2005,l’ Amore filosofico , l’omosessualità maschile nel secolo dell’Illu­minismo e, prima di quest’ultima opera, era il 2004, appunto il dizionario in questio­ne. Otto anni dopo, Emanuele Filiberto, bra­vo ma lento, si deve essere accorto, o è stato avvertito da sodali di Francia, del volume e ha deciso di sfidare non a duello ma in tribu­nale la casa editrice, Beziers H&O e l’autore medesimo, chiedendo un super risarci­mento in denaro, da devolvere all’Arcigay e annunciando querela per diffamazione: giù le mani dal nonno e dai Savoia, uomini veri, quelli di sesso maschile. L’azione rabbiosa e arrabbiata è stata annunciata a Klaus Davi, durante un’intervista per la tra­smissione Klauscondicio . «Chie­derò il sequestro del volume e un maxi risarcimento danni perché in­fan­ga la memoria di mio nonno con vol­garissimi pettegolezzi» ha annunciato il principe nel corso della puntata precisan­do «con la famiglia stiamo valutando anche una maxi querela per diffamazione». Va da sé che le agenzie di stampa abbiano provveduto immediatamente a rilanciare la notizia facendo sì che fino a ieri l’argo­mento, quello dell’omosessualità, reale o regale, sconosciuto ai più diventasse, di col­po, lo scoop dell’estate. Emanuele Filiberto ha così interpretato la parte del grande sponsor a propria insa­puta, ha dato luce e notorietà ad un’opera curiosa e interessante ma soprattutto a un tema dormiente o dimenticato, evitato o al­lontanato, comunque finito in esilio, quale era lo stato dei sovrani d’Italia fino a qual­che tempo fa. Chi conosceva Didier Godard? Chi sape­va di questo dizionario? Chi discuteva delle frequentazioni sessuali di re Umberto II? Della sua amicizia con Luchino Visconti? Chi dei pedinamenti e delle intercettazio­ni, su di lui e i suoi famigliari, volute da Mus­solini? Gli storici. Forse. Qualche collezioni­sta di memorie e pettegolezzi. Anche. Ma il resto del popolo, alle prese con l’aumento della benzina o con Fini e le sue scorte? L’autogol del principe, in contemporanea con il silenzio asso­luto del padre Vittorio Emanuele, è clamoroso, ha tolto il velo a un il­lustre quadro di palazzo reale, ha rispolverato un argomento pruri­ginoso di cui non si parlava dai giorni della tivvù in bianco e nero. Ora si andrà per carte bollate, si tire­ranno fuori documenti e testimonianze, probabili talk show televisivi, dibattiti sulla fedeltà alla Patria e alla regina. Grazie al popolare nipote, grazie al princi­pe ballerino e attore, andremo alla riscoper­ta del re perduto, dimenticato ma amato, da molti o da alcuni. Indietro Savoia. Alla prossima.