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 2012  agosto 19 Domenica calendario

DA GHEDDAFI AI PUFFI

Júzcar, incastonato nelle montagne della bellissima Serrania de Ronda, 140 km ad Est di Malaga, continua a fare il pieno di turisti. Ben 183 mila visitatori dal giugno 2011. Un record da Guinness per una località di appena 250 anime, sconosciuta fino ad un anno fa, quando è diventato il «Primo paese al mondo del Puffi». E che, in onore ai simpatici folletti ideati dal compianto cartoonist belga Pierre Culliford, detto Peyo, è stato affrescato completamente di azzurro. Prima però i Pitufos (Puffi in spagnolo, Smurfs in inglese) hanno dovuto sconfiggere il loro mortale nemico, lo stregone Gargamella, che nella fattispecie era nientemeno che Gheddafi.

«Benvenuti a Júzgar, il paese dei Puffi», dice un maxi-cartellone del Comune appena il visitatore entra in una località che si intravede nettamente da lontano per il colore delle sue case, che ha rivoluzionato il caratteristico (e rinfrescante) bianco calce delle case andaluse. Incredibile ma vero, è tutto azzurro, compresi il comune, il cimitero, l’unico hotel (il cui padrone ha i capelli ossigenati d’indaco), i bar, la chiesa di Santa Catalina (XVI secolo), persino il magnifico mantello della Virgen de Moclón, la Madonna locale. Le nozze si celebrano, inutile dirlo, in «stile Pitufo».

Tutto è nato l’anno scorso. In una terra piena di boschi di castagni e di pini, gettonatissima dai briganti ottocenteschi, che produce espadrillas, deliziosi funghi (dove abitano gli Smurfs) e sforna uno squisito coniglio all’aglietto, l’ex raiss libico si era comprato, nel 2005, un terzo di Júzcar. Esattamente 1.400 ettari. Attraverso un escamotage, usando prima l’impresa Unión Resinera Española, che poi ha venduto i terreni alla Libyan Foreign Bank. Quindi, nel 2007, dopo aver acquisito altri 3.800 ettari limitrofi, il rappresentante della banca statale di Tripoli ha chiesto di urbanizzare i terreni.

Il progetto del Gargamella libico era trasformare questa area paradisiaca in un’oasi per straricchi con un campo di golf, un hotel e resorts con 1.915 ville. Erano i tempi in cui il dittatore nordafricano visitava, con il figlio prediletto Seif el Islam, la Mecca araba del Mediterraneo, Marbella. Il governo andaluso, con il 34% di tasso di disoccupazione, ci stava riflettendo. Nel marzo dell’anno scorso, dopo le sanzioni Onu e la Ue contro il Colonnello che ordinavano il congelamento dei suoi beni e proprietà, il governo socialista dell’ex premier Zapatero ha bloccato (a malincuore) tutti i progetti urbanistici. Una mazzata bestiale per la poverissima Júzcar. Ma poco dopo il sindaco, il socialista David Fernández, riceve una telefonata dai manager di Sony Pictures: «È disposto a cambiare il colore del suo paese entro il 22 agosto per promozionare il film I Puffi in 3 D?». «Subito ho pensato ad uno scherzo, ma poi, fatte le verifiche, ho accettato, sottoponendo però la proposta cromatica a referendum», ricorda il primo cittadino, che è stato rieletto con maggioranza assoluta nel novembre scorso. Gli abitanti fanno di necessità virtù e approvano la bizzarra richiesta. Tutti meno uno, il pensionato Bartolomé, ormai ribattezzato Gargamella (anche perché ha un gatto come il mago che si vuole mangiare i Puffi).

Come per magia, 9 mila chili di vernice blu hanno trasformato la località in 3 settimane, dando lavoro alla metà dei disoccupati. E gli abitanti, fiutato il business, non hanno risparmiato sforzi. Una Puffetta ti accoglie appena entri. Spuntano Smurfs da tutti i balconi. Ogni sabato e domenica, affollatissimo, c’è il «MercaPitufo», un mercato nella piazza principale dove insieme ai prodotti tipici locali si offrono ai bimbi attività ludiche sulle avventure dei folletti di Peyo. Puffamente corretto, il sindaco ha rifatto un referendum a dicembre per chiedere ai suoi concittadini se volevano rimanere azzurri o tornare al tradizionale bianco. Risposta scontata: 149 sì, 36 no, 4 nulli, 4 in bianco. E mentre la Smurfmania dilaga, Fernández ha superato se stesso bandendo un concorso che più surrealista non si può: la «Borsa di lavoro Pitufo» per trovare disoccupati che aiutino per il boom del Mercato dei Puffi.