20 agosto 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - PREZZO DEL PETROLIO (AGI)
APPUNTI PER GAZZETTA - PREZZO DEL PETROLIO (AGI) - Rimini, 20 ago. - "Da un lato l’euro debole, il prezzo del petrolio che cresce e le accise sono una miscela esplosiva per i prezzi dei carburanti alla pompa". Lo ha detto l’ad di Eni Paolo Scaroni, interpellato a margine del meeting di Cl, sull’aumento dei prezzi della benzina. "Il nostro ’scontone’ nei week end sta aiutando gli italiani ma se continua questa situazione i prezzi non potranno che salire". Il manager ha spiegato che a causa di cio’ calano i consumi: "Nei primi sei mesi dell’anno si e’ registrato un calo dei consumi dei prodotti petroliferi in Italia del 9%. Una cosa mai vista a memoria d’uomo". Sul prezzo del petrolio, Scaroni ha sottolineato che questo "e’ piu’ alto di quanto immaginavo qualche mese fa. Gli Stati Uniti mi pare di capire prevedano una riduzione delle loro scorte strategiche e lo fanno da un lato per calmierare i prezzi dall’altro perche’ attraverso il cosiddetto shale oil stanno incrementando le loro produzioni domestiche quindi hanno meno bisogno di scorte". http://www.ticinolive.ch/economia/ Negli scambi di lunedì il prezzo del petrolio è salito al massimo da tre mesi e mezzo a questa parte, in un mercato senza volume, sempre sostenuto dalle tensioni tra Iran e Israele e nell’attesa del disastro annunciato nella Zona euro. Lunedì verso le 12h30, il barile del Brent del Mare del Nord, scambiato sul Intercontinental Exchange di Londra, per consegna a ottobre valeva 114.37 dollari. Negli scambi elettronici al New York Mercantile Exchange, il barile di “light sweet crude” per consegna a settembre segnava 96,15 dollari, dopo essere salito verso le 8h30 a 96,53 dollari, il livello più alto dall’11 maggio scorso. Gli investitori continuano a puntare sull’aumento del prezzo del greggio a causa delle tensioni persistenti in Medio Oriente. Oltre alla guerra civile in corso in Siria, gli operatori sono preoccupati anche dalla possibilità di un attacco israeliano all’Iran. Uno scenario che potrebbe prodursi anche nelle prossime settimane e avere quale obiettivo le installazioni nucleari iraniane. Colpito dalle sanzioni internazionali, il governo di Teheran continua a negare che il suo programma nucleare abbia scopi militari, ma minaccia comunque di chiudere lo stretto di Ormuz, del quale ha il controllo e da dove transita un terzo del traffico petrolifero marittimo mondiale.