Erice 2 agenzie, 20 agosto 2012
20/08/2012 17:24
(AGI) - Trapani, 20 ago. - I possibili scenari di un attacco di Israele contro l’Iran sono stati al centro della discussione del primo giorno dei lavori, cui partecipano 110 scienziati di 40 Paesi. «Chi decidesse di utilizzare, per primo, un ordigno nucleare avrebbe il mondo contro», ha detto il professor Ramamurti Rajaraman, fisico nell’università di Jawaharlal Nehru (New Delhi, India). Questo «finora è stato un deterrente» ha osservato Zichichi, secondo cui «oggi, solo un dittatore potrebbe scegliere l’impiego degli armamenti nucleari per attaccare un Paese nemico». Viene invece considerato dagli scienziati riuniti ad Erice «concreto» il rischio di un attacco cibernetico. «Più si sviluppa la rete, cioè più siamo dipendenti dalla telematica, più siamo vulnerabili», ha rilevato Hamadoun Tourè, segretario generale dell’Unione internazionale per le telecomunicazioni di Ginevra. «Un attacco cibernetico -ha proseguito- in pochi minuti, blocca le comunicazioni, i trasporti, gli acquedotti. E inoltre l’azione può essere facilmente attribuita ad un soggetto diverso». Se la guerra in Medioriente, nucleare o cibernetica, è ritenuta probabile, il rischio terrorismo è per gli scienziati più concereto. Il professor Friedrich Steinhausler, della divisione di Fisica e biofisica dell’università di Salisburgo (Austria), ha affermato che, mediamente, «in Europa, ogni ogni giorno ci sono due attentati terroristici falliti». In questo contesto, gioca un ruolo negativo per la sicurezza dell’Europa la crisi finanziaria, perchè si riflette sulla reale capacità di difesa. «Oggi -ha detto ancora Steinhausler- i progetti di difesa per essere finanziati devono avere uno scopo duale: contro il terrorismo, ad esempio, e, contemporaneamente, anche contro le catastrofi naturali». (AGI) Rap 201725 AGO 12 NNN