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 2012  agosto 18 Sabato calendario

STUDIO USA: IN ITALIA IL SOMMERSO VALE UN QUINTO DEL PRODOTTO INTERNO LORDO

L’economia sommersa in Italia vale circa un quinto del prodotto interno lordo, e l’evasione fiscale che porta con sé è uno dei problemi più gravi che impediscono al governo di far quadrare i conti. Però è anche la risorsa nascosta che ha consentito al paese di superare la crisi meglio delle altre nazioni europee, tanto sul piano dei redditi delle famiglie, quanto su quello dell’occupazione.

Sorprende di leggere un’analisi tanto dettagliata sulla «Informal Economy» italiana in un rapporto della think tank americana Stratfor, notoriamente vicina ai servizi segreti di Washington e impegnata a studiare soprattutto i temi geopolitici, il terrorismo, e le minacce alla stabilità globale. Questo però conferma la grande attenzione con cui si guarda alle nostre vicende sull’altra sponda dell’Atlantico, perché in questo momento un crollo dell’euro riporterebbe anche gli Stati Uniti nella recessione e avrebbe un impatto immediato sulle presidenziali di novembre.

«La crisi - scrivono gli analisti di Stratfor - ha ridotto le attività dell’economia formale e l’occupazione regolare in Italia, ma le operazioni irregolari hanno resistito. Il motivo sta soprattutto nella flessibilità che il sommerso può permettersi, in termini di salari e orari. L’economia irregolare è una seria sfida per Roma, perché limita l’abilità del governo a ridurre il deficit e migliorare la sua situazione di bilancio. Nello stesso tempo, però, queste attività aiutano gli italiani a mitigare gli effetti della recessione, evitando i diffusi disordini sociali che abbiamo visto in altri paesi periferici dell’eurozona. Mantenere un equilibrio tra i bisogni economici del governo centrale, e le sue limitazioni politiche e sociali sarà una delle sfide principali nei mesi finali dell’esecutivo tecnocratico del premier Monti».

Lo studio parte dai dati. Secondo la Banca d’Italia, tra il 2005 e il 2008 l’economia informale è cresciuta dal 14,5 al 18,5% del pil. Stratfor però crede di più ai calcoli dell’economista austriaco Friedrich Schneider, secondo cui il sommerso è arrivato al 21,2% del prodotto interno lordo, poco sotto il picco del 22,3% raggiunto nel 2007. Di sicuro, «l’Italia è uno dei paesi europei con la più grande economia informale, il doppio di quella tedesca e francese».

Questo comporta una forte evasione fiscale, che la think tank americana divide in tre gruppi: le imprese, le piccole attività di servizi legate soprattutto al turismo, e le singole famiglie. La prima evasione è la più consistente, e si concentra tra Lombardia, Piemonte e Veneto. La seconda è diffusa in tutto il paese. La terza è endemica, con cittadini che denunciano 10 mila euro con case e auto sportive.

L’agricoltura è il settore con l’occupazione irregolare più alta, circa il 25% del totale, seguita dai servizi con il 18,7%, e le costruzioni con il 10,5%.

L’industria invece ha livelli molto bassi, perché è più controllata dal governo e dai sindacati. Il fenomeno è legato strettamente a quello dell’immigrazione, perché il sommerso impiega soprattutto lavoratori nordafricani, balcanici e dell’Europa orientale, che accettano condizioni peggiori dei colleghi italiani. Alcune di queste attività sono legate alla criminalità organizzata, ma non la maggior parte.

Il governo deve aggiustare i conti, ma è «disposto a tollerare un certo grado di irregolarità, perché costituiscono una rete di sicurezza sociale». L’Italia «vive un lento declino economico» iniziato prima della crisi, ma il sommerso le ha evitato l’instabilità di altri paesi europei.