Eva Alberti, Libero 17/8/2012, 17 agosto 2012
FLOP DEL SUPERJET ULTRASONICO AMERICANO IL PROTOTIPO È CADUTO NELL’OCEANO
Doveva sfondare il limite dei Mach 7 (7 volte la velocità del suono) ma è stato - è il caso di dirlo - un gigantesco buco nell’acqua: Waverider, il prototipo di aereo-missile più rapido mai progettato dall’uomo, al suo debutto nei cieli ha fatto come Willy il Coyote e ha mantenuto la quota solo per qualche secondo. Poi la propulsione è mancata e il superjet è volato a velocità supersoniche dentro l’Oceano Pacifico. Test fallito. E dire che nei giorni scorsi aveva entusiasmato grandi e piccini, l’aereo più veloce del mondo, e a Milano già si immaginava di fare i weekend a New York come fosse Rapallo. Beh, gli albergatori liguri dormano sonni tranquilli, nessuno ruberà loro i clienti.
L’X-51A (nome tecnico) aveva ottime referenze, bisogna dirlo. Era stato studiato dal fior fiore della ricerca americana: un dream team di cervelli presi da Agenzia di ricerca della Difesa (Darpa), NASA e Boeing, ovviamente ben irrorato di fondi. In secondo luogo aveva alle spalle dei “predecessori” dalle illustri prestazioni: nel 2004 la Nasa aveva fatto raggiungere i 9,6 Mach (11,265 km all’ora) all’aereo senza pilota X-43 (prima che si disintegrasse, ovviamente); nel 2010 si erano toccati i Mach 5 per 143 secondi. Sono vent’anni, insomma, che il Pentagono investe nel progetto, e ci si sentiva ormai vicini alla meta. Il Wave rider era poi un gioiello della tecnica: carena piccola come quella di un missile, lunga 8 metri, superaerodinamica; due motori: il primo a razzo, sulla coda, alimentato da combustibile solido, che lo avrebbe spinto oltre ai 4 Mach. A questo punto l’aria, arroventata dall’attrito, avrebbe acceso spontaneamente il combustibile liquido di un altro super-motore a reazione, lo «scramjet» o statoreattore, per portarlo oltre i Mach 6, a 8.575 Km/h. Pazzesco. Il test prevedeva che il super-motore dovesse restare acceso così per almeno 300 secondi. Ed era fatta: il sogno di raggiungere ogni parte del globo in un’ora sarebbe stata questione di pochi anni. Invece le cose sono andate diversamente: a Ferragosto un bombardiere B-52, decollato dalla base di Edwards, vicino a Los Angeles, ha portato in quota l’X-51A. L’ha sganciato e il motore a razzo è partito. Ma, ecco, un problema a un’aletta è stato fatale: neanche 16 secondi di volo libero e il computer di bordo già lanciava il «Mayday». Lo statoreattore non ha fatto neanche in tempo a accendersi. E, pluff, il sogno è finito nel mare. Sarà per la prossima volta.