Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 20 Lunedì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 20 AGOSTO 2012

«Partite truccate. Processi sportivi e penali. Campioni in fuga. Stadi vecchi semivuoti. Abbonamenti a rilento. Cera una volta, ormai tanti anni fa, il campionato più bello del mondo». Gianfrancesco Turano: «La serie A che parte sabato 25 agosto è un sistema in piena recessione, con uno spread di credibilità rispetto ai maggiori tornei d’Europa a 1.200, per dirla come il premier Mario Monti». [1] Matteo Pinci: «Spending review è senza dubbio la parola più in voga nell’estate italiana. Anche quando si parla di calcio mercato. Mercato che, oggi, viaggia per la prima volta negli ultimi otto anni in attivo». [2]

È di oltre 14 milioni di euro il saldo positivo tra uscite e entrate nelle casse dei club italiani. Pinci: «Meglio soltanto nel 2004-2005, quando si chiusero le trattative in attivo per 52 milioni. Da qui a due settimane, quando suonerà il gong di fine mercato, tutto può cambiare: evidente in ogni caso il segnale di un’attenzione ai bilanci obbligatoria ormai per tutti, ma anche di una rilevante difficoltà economica». Per capire la repentina inversione di marcia: al 31 agosto 2011 la serie A doveva far fronte a quasi 60 milioni di disavanzo (nel 2008 il disavanzo finale raggiunse 225 milioni). [2]

La Juventus «si è impantanata nella caccia al cosiddetto top player», il Milan «sogna il ritorno di Riccardino Kaká» (Alessandro Bocci) [3], ma «il mantra di tutti» è diventato Moneyball, bestseller americano del 2003 (autore Michael Lewis): da noi noto soprattutto per il film con Brad Pitt, il “Weekly Standard” l’ha definito «the best book ever written on business» ed in effetti c’entra più l’economia dello sport. Racconta la storia degli Oakland Athletics, squadra di baseball che usando un rivoluzionario sistema di statistiche (“sabermetrics”) ingaggiò per “pochi” soldi un gruppo di giocatori incompresi arrivando a rivaleggiare con i ricchissimi New York Yankees (alla fine comunque vincitori). [4]

Irraggiungibili le superstar, il mercato italiano ha trovato una miniera nel Pescara di Zdenek Zeman (tornato alla Roma), protagonista dello scorso campionato di B: il capocannoniere Ciro Immobile, attaccante classe 1990 cresciuto nella primavera della Juventus, è passato al Genoa; Lorenzo Insigne (1991) è passato al Napoli. Turano: «Un italiano così forte a 21 anni non si vedeva da parecchio. Il problema sarà tenere lui e gli altri a giocare in serie A per più di un paio di stagioni». [1] Marco Verratti, il più giovane (1992) gioiello di Zeman e ciononostante il primo ad esordire in nazionale (a Ferragosto contro l’Inghilterra) è finito al Paris Saint Germain (12 milioni contro i 5 offerti dalla Juve). [5]

La Roma ha preso dal Siena l’attaccante Mattia Destro (1991 cresciuto nell’Inter), altro esordiente azzurro di Ferragosto. Marco Ansaldo: «Con caratteristiche diverse potrebbe diventare il nuovo Bobo Vieri». [6] Il ct Prandelli l’aveva inserito nel listone dei 32 papabili per gli europei, ma «al momento del check-in» [7] gli aveva preferito il coetaneo Fabio Borini, ex giallorosso finito al Liverpool che spicca nella rubrica “ci hanno lasciato” insieme a ZIatan Ibrahimovic, Thiago Silva, Ezequiel Lavezzi, tutti finiti al Paris Saint Germain dello sceicco al Thani. [1]

Carlo Ancelotti (Psg) fa shopping da noi coi soldi di Al Thani, Roberto Mancini (Manchester City) usa quelli dello sceicco Mansur: «Prenderemo un campione» ha annunciato venerdì. Tutti gli indizi convergono su Daniele De Rossi: «Se una società dovesse arrivare con un’offerta a cui non si può dire no, la prenderemmo in considerazione» aveva fatto sapere nei giorni scorsi la Roma. Il centrocampista azzurro costerebbe nei prossimi cinque anni 50 milioni di stipendio, un’offerta di 20 milioni costituirebbe «un’operazione colossale da complessivi 70 milioni» cui sarebbe difficile dire di no. [4]

Ai tifosi dei nostri club, assediati dagli sceicchi, non resta che sperare nei cavalieri bianchi in arrivo dall’estero. Purtroppo «l’unico zio d’America, Toni Di Benedetto della Roma, è arrivato per tagliare stipendi», «l’unico mezzo oligarca russo, Yuri Korablin, bivacca a Venezia» (ex C2), «la quota libica nella Juve è svanita dopo il crollo della famiglia Gheddafi», i cinesi-interisti «sono businessmen poco inclini allo sperpero», gli arabi che dovevano entrare nel Palermo « sono diventati una gag, da Ficarra&Picone», gli emiri interessati al Milan «non hanno ancora trovato un motivo valido per comprare una quota di minoranza in una società in perdita dove non conterebbero nulla» (Turano). [1]

I capitali esteri, si dice, hanno devastato la Premier league inglese (Epl), il campionato più bello del mondo «ma con un indebitamento mostruoso»: in realtà l’ultima Review of Football Finance curata da Deloitte lo stima in 3 miliardi di euro contro i 2,6 miliardi della serie A. [1] Cosimo Cito: «Nessuno spende come loro, ma nessuno incassa come loro: la cessione dei diritti tv nel triennio 2013-2016 varrà ai club 3 miliardi di sterline — 3,7 miliardi di euro — cui va sommato il recente rinnovo triennale con la Barclays, main sponsor del campionato, che verserà nelle casse delle 20 squadre di Premier League 152 milioni di euro». [9]

Se la Epl è «il campionato degli sceicchi, del merchandising, degli stadi pieni sempre e comunque. Il più teletrasmesso, il più amato, il più imitato» (Cito) [9], la Liga spagnola che ha preso il via sabato è invece in forte crisi. [10] Stefano Scacchi: «Le caselle semivuote alla voce acquisti di Barcellona e Real Madrid dimostrano che anche la Spagna ha iniziato a smantellare il suo luna-park calcistico». [11] Turano: «La Liga è tecnicamente fallita. I finanziamenti del consorzio Bankia presi dalla Bce e girati ai top club spagnoli rappresentano uno dei maggiori scandali finanziari del 2012». [1]

Dotati di fatturati record ma carichi di debiti, Real Madrid e Barcellona pagano la crisi finanziaria che colpisce le banche spagnole. Scacchi: «Non bastano nemmeno i diritti tv che premiano Barça e Real in misura enormemente superiore alle altre 18 squadre del campionato: quasi 150 milioni di euro a stagione per le regine, da 12 a 42 per le cenerentole. Una sproporzione che ha spinto le provinciali a minacciare il rinvio della prima giornata. La serrata è rientrata alla vigilia di Ferragosto, ma resta il divario grottesco del torneo: il Real ha conquistato l’ultimo scudetto con 100 punti, ben 39 in più del Valencia terzo». [11]

Anche la serie A si regge sui diritti tv. Turano: «Ma le due piattaforme pay (Sky e Mediaset Premium) si fanno una tale concorrenza sui prezzi che per mettersi in fila ai tornelli di uno stadio ormai serve il coaching motivazionale». E non bisogna illudersi sugli incassi per la vendita all’estero: «L’inizio della stagione è stato il peggiore possibile con una Supercoppa italiana giocata tra Juventus e Napoli a Pechino. L’idea della lega calcio, la litigiosa confindustria del pallone, era di aprire un varco nei mercati asiatici ricchi di tifosi consumatori e poveri di squadre ad alto livello. È finita in bagarre per l’arbitraggio, con il Napoli sconfitto che si è rifiutato di presentarsi alla premiazione. Più facile piazzare un Btp a dieci anni che un teatrino del genere». [1]

Note: [1] Gianfrancesco Turano, L’Espresso 23/8; [2] Matteo Pinci, la Repubblica 15/8; [3] Alessandro Bocci, Corriere della Sera 18/8; [4] Gianfrancesco Turano, L’Espresso 23/8; Michael Lewis, Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game, W.W. Norton & Company Inc. 2003; [5] Giulio Cardone, Stefano Scacchi, la Repubblica 6/7; [6] Marco Ansaldo, La Stampa 17/8; [7] Francesco Saverio Intorcia, la Repubblica 17/8; [8] Giulio Cardone, Matteo Pinci, la Repubblica 18/8; [9] Cosimo Cito, la Repubblica 17/8; [10] Giulia Zonca, La Stampa 18/8; [11] Stefano Scacchi, la Repubblica 17/8.