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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

SE LA POSTA E IL PROFILO FB SOPRAVVIVONO ALLA MORTE

La falce della morte e, poi, un bel gestaccio col dito medio. È il messaggio che l’applicazione “If I Die” riporta come esempio reclamizzando la possibilità di lasciare su Facebook, in caso di decesso, una comunicazione. Un post post mortem? La gestione del digital afterlife, l’aldilà digitale, è una faccenda più seria di quel che sembra. Google ha una sezione del Supporto clienti che si occupa delle caselle postali dei deceduti. Un difficile lavoro di frontiera, non la nuova versione di figure come il tanato-truccatore o l’estensore di necrologi. Vedove gelose a parte, perché familiari o amici dovrebbero accedere alla posta di chi se n’è andato? In genere per avere informazioni sull’ultimo periodo di una vita se questa si è spenta tragicamente. Incassate le condoglianze di Google, per ottenere i contenuti occorre mandare via fax un documento di identità, il certificato di morte in inglese o tradotto da un interprete giurato e solo a quel punto l’azienda di Mountain View valuta se avviare la pratica il cui esito è tutt’altro che scontato. Talvolta deve intervenire il tribunale come nel caso del soldato morto in Iraq. I genitori volevano accedere alla posta per ricostruire i suoi ultimi giorni e capire il contesto della morte. La procedura vale per gli utenti di tutto il mondo – Italia compresa – visto che la sede competente è sempre la California. Con Facebook è più semplice: dopo il massacro nel college della Virginia del 2007, in cui un coreano uccise 32 persone, si è concessa la possibilità di congelare il profilo in un memoriale dove gli amici possono lasciare pensieri e condoglianze.
SUL MODULO online si specifica la relazione che si aveva con l’utente defunto e si fornisce un documento che prova la morte. Si può pure scegliere di estinguere il profilo. Chi fornisce informazioni non veritiere, minaccia Facebook, è perseguibile per “falsa testimonianza”. Se i maggiori attori del mercato si organizzano, le legislazioni nazionali non intervengono. In Italia esiste un decalogo del Consiglio nazionale del notariato che invita a tutelarsi. Come? Per esempio non fornendo ad alcuno i codici per accedere al proprio conto corrente online. Gli eredi potranno farlo se ne hanno diritto, con le dovute procedure bancarie. È meglio non fidarsi ciecamente dei siti che gestiscono l’aldilà digitale. Non sono eterni. Ce ne sono diversi come Legacy Locker che permette all’utente di immagazzinare il materiale da tramandare indicando i destina-tari. Costo 299 dollari. C’è anche l’abbonamento annuo ma come pagare quando si è morti? E un’inquietante gratuita Versione di prova. Roba da Cinico tivù.