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 2012  agosto 13 Lunedì calendario

INGEGNERI A FORMAZIONE CONTINUA

Per i professionisti dell’ingegneria, l’impatto della riforma si farà sentire soprattutto per via dell’obbligo della formazione continua e dell’assicurazione. Impatto minore avrà il tirocinio, una novità che sembra appassionare poco la categoria e che verrà attuata senza fretta (si veda intervista), forse anche perché gli ingegneri continuano a essere i professionisti con meno problemi di inserimento nel lavoro.
Anche la pubblicità sembra una novità che non tocca le loro corde. «È un modo normale di aprirsi al mercato, ma non c’è ancora una tendenza forte a utilizzarla», minimizzano al Consiglio nazionale degli ingegneri.
A ben vedere, la formazione obbligatoria non è una novità assoluta per la categoria. Alcune figure professionali, soprattutto quelle con un collegamento al tema della sicurezza, sono già tenute a un aggiornamento periodico, associato a un sistema di crediti formativi. Si tratta degli ingegneri che hanno responsabilità nella sicurezza all’interno dei cantieri, nelle norme antincendio, nella prevenzione e protezione. Inoltre, negli ultimi vent’anni gli Ordini provinciali hanno promosso molte iniziative e hanno elaborato tecniche per la formazione a distanza.
La vera rivoluzione sta però nel salto di scala: nell’assicurare a ciascuno degli oltre 231mila professionisti una formazione specifica nel rispettivo campo di attività. La gamma è davvero molto ampia ed estremamente specializzata: dalla chimica alle costruzioni, dal nucleare all’aerospaziale, dall’informatica alla biomedica all’ingegneria gestionale.
Non stupisce che la riforma abbia prodotto la creazione di una struttura ad hoc alla quale delegare questo tema. Si tratta della Scuola di alta formazione per gli ingegneri, la cui mission si svolgerà lungo due direttrici principali: il governo della "macchina" formativa su tutto lo scibile dell’engineering (anche sotto il profilo delle tecnologie da utilizzare); la garanzia scientifica sul contenuto dei corsi e la vigilanza sulla loro qualità.
La scuola, nata in questi giorni, ha per ora la sua sede a Roma, presso il Consiglio nazionale. È una onlus privata, partecipata interamente dal Cni, ma con autonomia statutaria. Il presidente sarà nominato il prossimo 30 agosto.
L’estrema differenziazione della categoria è alla base anche di un’applicazione più limitata dell’obbligo di polizza assicurativa che il Cni vuole affermare. Se la ratio della norma - ragionano gli ingegneri - è di garantire il cliente finale da eventuali sbagli del professionista, allora l’obbligo dovrebbe applicarsi solo a chi esercita la libera professione. Si chiederà pertanto di escludere dall’obbligo assicurativo gli ingegneri che svolgono attività dipendente.
Non solo. Nel regolamento, cui la categoria sta già lavorando, si cercherà di mettere paletti anche alla "asimmetria" per la quale il professionista deve stipulare una polizza, ma la compagnia non è tenuta ad assicurarlo. Sullo sfondo c’è il rischio che in caso di sinistro, l’ingegnere riceva il benservito dalla sua compagnia e trovi poi tutte le porte chiuse. Anche se il Cni ci tiene a ricordare che gli ingegneri hanno un tasso di sinistrosità bassissimo, il rischio c’è e si cercherà, per quanto possibile, di evitarlo.
Nella fase di applicazione della riforma, gli ingegneri cercheranno anche di aggiustare alcuni aspetti maldigeriti, che riguardano i collegi disciplinari. Il problema si pone per esempio nel giudizio di un professionista junior. Al Cni spiegano che siccome quest’ultimo va giudicato da colleghi pari grado, e siccome la rappresentanza nei consigli è minima (nel Cni, per esempio, c’è un solo consigliere junior), la norma risulta inapplicabile. Su questa (e su altre altre questioni), il lavoro di lobbying con il ministero della Giustizia continua.