Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 13 Lunedì calendario

RIFORMA DELLE PROFESSIONI AL VIA

Riforma delle professioni ai nastri di partenza. Da oggi stop a tutte le vecchie regole non più compatibili con i principi di apertura al mercato imposti dalla manovra di Ferragosto dello scorso anno. Spazio quindi alla pubblicità dell’attività svolta con ogni mezzo, purché sia veritiera e non ingannevole. Mentre il tirocinio in ogni caso non può durare più di 18 mesi. Il regolamento attuativo firmato in settimana dal Capo dello Stato traccia poi la road map per l’entrata in vigore delle altre novità in arrivo, come l’obbligo di assicurazione che, però, scatterà soltanto tra un anno. Le modifiche porteranno anche nuove responsabilità a cui gli studi dovranno adeguarsi per evitare di incappare nel rischio di sanzioni disciplinari.
Intanto la crisi economica rischia di far aumentare il divario nei compensi dei giovani professionisti rispetto alla media dei colleghi. • PROFESSIONI, LA ROAD MAP DELLA RIFORMA - Ci siamo davvero. Da oggi inizia il nuovo corso delle professioni. La firma del Capo dello Stato, arrivata la scorsa settimana, sul regolamento che ridisegna gli ordinamenti chiude il cerchio. Una riforma cercata per trent’anni. Poi un anno fa è arrivata la lettera della Bce a imporre una liberalizzazione, che è stata avviata dal Governo Berlusconi con la manovra di Ferragosto (Dl 138/2011) e portata a termine dall’Esecutivo Monti con il Dpr (decreto del Presidente della Repubblica) approvato a inizio del mese.
Già perché la manovra nel pieno della scorsa estate aveva dato un anno per completare il percorso. E – quasi per chiarire che stavolta si doveva fare sul serio – il decreto salva-Italia di dicembre ha introdotto una "tagliola": le norme in contrasto con i principi-guida del riordino sarebbero state automaticamente spazzate via da oggi, 13 agosto 2012. A partire dai limiti alla pubblicità informativa dell’attività professionale diversi da quelli fissati dalla delega. Spot liberi su ogni mezzo, con la possibilità di soffermarsi sulle specializzazioni e i titoli posseduti, la struttura dello studio e i compensi. Ma le informazioni devono essere trasparenti, veritiere e corrette e non equivoche, ingannevoli o denigratorie.
Il Dpr, però, prevede che il mancato rispetto di questi paletti è un illecito disciplinare ed è una violazione del Codice del consumo. Più in generale, però, tutta la manutenzione completa degli ordinamenti professionali è però legata a doppio filo al regolamento. Che scansiona in momenti diversi la partenza delle novità. Un pacchetto di misure si applica già dall’entrata in vigore mentre l’efficacia di altre è rimandata nel tempo e, in qualche caso, agganciata a provvedimenti attuativi che gli Ordini, con l’avallo dei ministeri competenti, dovranno mettere a punto.
Da subito – per l’esattezza dai tirocini iniziati dal giorno successivo all’entrata in vigore del decreto – scatta il nuovo tetto di 18 mesi alla durata del praticantato. Una piccola rivoluzione per alcuni Ordini, che avevano previsto periodi più lunghi di formazione iniziale. Non è il caso di consulenti del lavoro e avvocati che si sono già allineati alla novità, portando il tirocinio da 24 a 18 mesi. Il regolamento lascia comunque liberi gli Albi di prevedere o meno il tirocinio iniziale: per molti, quindi, potrebbe non cambiare nulla, ma il "filtro" del praticantato sta tentando alcuni Ordini, come quello degli architetti (si veda «Il Sole 24 Ore» del 7 agosto). Si sposta invece in avanti l’organizzazione dei corsi che potranno sostituire il tirocinio per sei mesi: prima di attivarli, occorre attendere la disciplina che dovrà essere dettata dagli Ordini entro un anno dall’entrata in vigore del decreto. Mentre la possibilità di svolgere il praticantato durante l’ultimo anno di università o nelle Pa aspetta le convenzioni tra Ordini, atenei e ministero.
Novità anche per gli organi disciplinari delle professioni. La riforma fa, infatti, debuttare i consigli di disciplina territoriali, formati da persone diverse dai consiglieri dell’Ordine, e gli omologhi consigli nazionali. L’attivazione dei nuovi organi aspetta però i regolamenti che le categorie dovranno emanare (il Dpr fissa un termine di tre mesi).
Il calendario scorre in avanti di 12 mesi per l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa in grado di coprire i rischi professionali. Un rinvio motivato dall’intenzione di dare tempo agli Ordini e alle Casse previdenziali di negoziare delle convenzioni collettive da proporre poi ai loro iscritti.
Così come è stato concesso un tempo tecnico agli Albi per organizzare l’aggiornamento professionale. Anche qui, si tratta di un cambio di rotta per quanti finora non avevano il vincolo della formazione continua (è il caso, per esempio, di architetti, ingegneri e giornalisti). Gli Ordini dovranno stabilire entro un anno le regole per l’organizzazione dei corsi e il calcolo dei crediti. Valentina Maglione, Giovanni Parente